Diciamocelo: la gratitudine è una parola che ci fa sentire subito migliori, ma nella pratica spesso resta relegata ai bigliettini di Natale o ai “grazie mille” detti di corsa. Agnese Scappini, non si limita a trattarla come un optional da galateo: per lei la gratitudine è un vero e proprio stile di vita, un muscolo da allenare tutti i giorni. Ed è proprio nelle sue riflessioni – profonde ma allo stesso tempo pratiche – che troviamo una bussola per imparare a ringraziare anche quando vorremmo solo lamentarci.
Il seme della gratitudine
Una delle frasi più potenti di Agnese Scappini dice:
“Aiutate il seme della gratitudine a germogliare, soprattutto quando sentite di essere arrabbiati con la vita. Cercate soprattutto lì qualcosa di cui essere grati, e l’universo vi offrirà più occasioni per essere grati.”
E qui la Scappini ci lancia una sfida non da poco: riuscire a dire “grazie” proprio nei momenti in cui vorremmo urlare “non è giusto!”. Non perché la sofferenza non conti, ma perché la gratitudine funziona come una lente che ci permette di scorgere spiragli di luce anche nelle giornate più nere. È come piantare un seme: se lo annaffi solo nei giorni di sole, il raccolto sarà scarso; se invece lo curi anche durante la tempesta, allora sì che fiorisce.
Gratitudine: un atto di umiltà
Secondo Agnese Scappini, la vera gratitudine nasce quando smettiamo di sentirci onnipotenti. Non siamo i manager dell’universo, anche se ci comportiamo spesso come tali. Lo dice chiaramente:
“Essere grati significa riconoscere di essere inferiori al potere immenso della vita, della natura e dell’universo.”
E ancora:
“Fino a che pensiamo di essere onnipotenti, che tutto è in mano nostra o alle nostre sole forze, non abbiamo spazio per ringraziare nessuno.”
Insomma, se continuiamo a credere di essere supereroi, la gratitudine non troverà mai casa. Perché, ammettiamolo: chi ringrazia quando pensa di aver fatto tutto da solo? Nessuno. E infatti Agnese Scappini ci ricorda che la gratitudine parte dall’umiltà, quella capacità di dire: “Ok, non ce la faccio da solo, ma non è un fallimento, è la porta che si apre per ricevere”.
Il bicchiere mezzo vuoto che salva la vita
Siamo abituati al tormentone del “vedi il bicchiere mezzo pieno”, ma Agnese Scappini ribalta il cliché:
“Se sei un bicchiere già pieno fino all’orlo e ti credi onnipotente, non puoi ricevere niente. Ma se invece ti vedi mancante, un bicchiere mezzo vuoto, allora sì che puoi ricevere.”
Tradotto: solo quando riconosciamo di non bastare a noi stessi diventiamo capaci di accogliere. È lì che la gratitudine si accende, non come un gesto di cortesia, ma come consapevolezza che la vita ci regala molto più di quanto immaginiamo.
L’esercizio quotidiano
Agnese Scappini insiste su un punto cruciale:
“La vera gratitudine è un atto di umiltà e soprattutto è un esercizio quotidiano.”
Non basta dire “grazie” due volte l’anno. La gratitudine va coltivata ogni giorno, anche – e soprattutto – quando la vita non gira come vorremmo. È in quei momenti che questo esercizio diventa un’ancora: non per negare i problemi, ma per ricordarci che c’è sempre qualcosa che ci sostiene. E, come lei sottolinea, l’universo tende a moltiplicare ciò su cui focalizziamo la nostra attenzione. Vuoi più occasioni per ringraziare? Allora comincia a ringraziare subito, anche quando ti sembra assurdo.
Perché ci riguarda tutti
Alla fine, la lezione di Agnese Scappini è semplice ma scomoda: smettiamola di pensare che tutto dipenda da noi. Ringraziare non è un atto di debolezza, ma la chiave per vivere con più leggerezza e fiducia. Perché, diciamolo, essere ingrati ci appesantisce più di un pranzo di Natale con sette portate. La gratitudine, invece, alleggerisce: ci ricorda che non siamo soli, che non tutto è ovvio e che l’universo – quando lo smettiamo di prendere a pugni – può anche sorprenderci con qualche regalo inaspettato.
Frasi di Agnese Scappini sulla gratitudine
- “Aiutate il seme della gratitudine a germogliare, soprattutto quando sentite di essere arrabbiati con la vita. Cercate soprattutto lì qualcosa di cui essere grati, e l’universo vi offrirà più occasioni per essere grati.”
- “Riuscirai a raggiungere veramente il sentimento di gratitudine solo quando avrai imparato ad accettare in ondo tutti i tuoi limiti e le tue inferiorità.”
- “Essere grati significa riconoscere di essere inferiori al potere immenso della vita, della natura e dell’universo.”
- “Fino a che pensiamo di essere onnipotenti, che tutto è in mano nostra o alle nostre sole forze, non abbiamo spazio per ringraziare nessuno.”
- “Quando impariamo ad accettare di non poter fare tutto da soli, che abbiamo dei limiti, allora ci apriamo e alla vulnerabilità.”
- “Accettare di essere vulnerabili, ci apre a poter ricevere, ad accogliere.”
- “Se sei un bicchiere già pieno fino all’orlo e ti credi onnipotente, non puoi ricevere niente. Ma se invece ti vedi mancante, un bicchiere mezzo vuoto, allora sì che puoi ricevere, e quanto accetti di ricevere, allora ringrazi e ti rendi conto che ciò che hai non è così scontato, ma che deriva anche dall’esterno.”
- “La vera gratitudine è un atto di umiltà e soprattutto è un esercizio quotidiano.”
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