Albert Einstein non era solo il cervello più brillante del Novecento: era anche un uomo ironico, disordinato, un po’ sognatore e decisamente insofferente alla banalità della vita quotidiana. Tra un’equazione e l’altra, rifletteva anche su ciò che muove l’essere umano: il desiderio. Non quello astratto, ma quello che ci fa alzare la mattina, ci spinge a creare, a sbagliare, a voler capire, a… convincere il partner che sì, quella vacanza (o quella fantasia) è assolutamente necessaria per il bene della relazione. Ma attenzione: Einstein non era un fautore del “voglio tutto e subito”. Anzi, secondo lui il desiderio era come l’energia: non si distrugge, ma va trasformato. E se lo insegui solo per te stesso, finisci in corto circuito.

Desiderio, la forza che muove il mondo
Einstein lo scriveva chiaramente:
“Il sentimento e il desiderio sono la forza motrice di ogni sforzo e di ogni creazione umana.”
In pratica, senza desiderio non si muove nulla. Nessuna scoperta, nessuna sinfonia, nessun amore degno di questo nome. Per lui, il desiderio era una spinta interiore irresistibile, un motore che accendeva la mente e il cuore. Diceva:
“Il mio lavoro scientifico è mosso da un irresistibile desiderio di comprendere i segreti della natura.”
Non cercava fama o ricchezza: voleva capire, e quel desiderio di conoscenza era la sua forma di passione. Ma proprio perché conosceva bene questa forza, sapeva anche quanto potesse diventare pericolosa. Quando il desiderio diventa una corsa senza meta – quella fame di avere, di possedere, di sentirsi “arrivati” – si trasforma in una gabbia.
Quando l’egoismo è travestito da felicità
“Una vita orientata ai propri desideri porterà sempre a una profonda delusione.”
Questa frase, che suona come una doccia fredda per chi vive di “voglio, quindi sono”, racchiude tutta la filosofia di Einstein. Non ce l’aveva con il piacere o con le passioni, ma con l’egoismo travestito da felicità.
Secondo lui, se concentri tutta la tua esistenza nel soddisfare solo i tuoi bisogni, inevitabilmente arriverai alla delusione: perché i desideri cambiano, e più li insegui, più ti sfuggono. È come cercare di misurare la velocità della luce a occhio nudo: impossibile.
Einstein era convinto che la vera pace non venisse dall’appagamento personale, ma dal sentirsi parte di qualcosa di più grande. Scriveva:
“Noi sperimentiamo noi stessi come qualcosa di separato dal resto: un’illusione ottica della coscienza.”
In altre parole, smettila di credere che il mondo ruoti intorno ai tuoi capricci: non lo fa (anche se a volte ti piacerebbe).
Desiderio come fuga (e come salvezza)
In un’altra riflessione, Einstein ammette che molti uomini si dedicano all’arte e alla scienza per fuggire “dalla dolorosa crudezza della vita quotidiana e dalle catene dei propri desideri mutevoli”. Non è un giudizio, ma una constatazione: i desideri ci rendono vivi, ma ci possono anche imprigionare. Per questo, lui trovava rifugio nel pensiero, nella bellezza della natura, nella ricerca di un ordine più grande: quello dell’universo.
Insomma, Einstein sapeva che i desideri sono un po’ come i buchi neri: affascinanti, ma se ti avvicini troppo, ti risucchiano.
Come usare Einstein per convincere il partner (con classe)
Ed eccoci alla parte interessante: come può questa filosofia aiutarci nella vita di coppia? Beh, se Einstein dice che una vita basata solo sui desideri personali porta alla delusione, puoi ribaltare la logica e dire al tuo partner: “Vedi, amore, se non mi aiuti a realizzare anche i miei desideri, rischiamo entrambi la delusione. Einstein lo dice!”
Geniale, no? In fondo, Einstein insegnava l’equilibrio: non reprimere i desideri, ma nemmeno esserne schiavi. E nel gioco di coppia questo equilibrio è essenziale. Se un desiderio (che sia una cena romantica o un sogno più audace) nasce dal legame, dalla condivisione, allora non è più egoismo: è energia comune, quella che tiene accesa la relazione.
Il desiderio va trasformato in qualcosa di più grande
Einstein non voleva insegnarci a reprimere il desiderio, ma a trasformarlo in qualcosa di più grande: conoscenza, amore, connessione. E chissà, forse se oggi potesse parlare con noi, direbbe: “Desiderate pure, ma ricordatevi che la felicità non è nel soddisfare tutto ciò che volete, bensì nel capire cosa vale davvero la pena desiderare.” Una lezione di fisica del cuore che vale più di mille equazioni… anche se, con un pizzico di ironia, potremmo aggiungere: Desiderio = Energia × Condivisione².
Frasi di Albert Einstein sul desiderio
- “Una vita orientata principalmente alla realizzazione dei propri desideri personali porterà, prima o poi, sempre a una profonda delusione.”
- “Uno dei motivi più forti che spingono gli uomini verso l’arte e la scienza è la fuga dalla vita quotidiana, con la sua dolorosa crudezza e la sua desolante monotonia, dalle catene dei propri desideri mutevoli. Una natura sensibile aspira a fuggire dalla vita personale per rifugiarsi nel mondo della percezione e del pensiero oggettivo.”
- “Il sentimento e il desiderio sono la forza motrice di ogni sforzo e di ogni creazione umana, per quanto elevata possa apparirci.”
- “Tutto ciò che il genere umano ha fatto e pensato è legato alla soddisfazione di bisogni profondamente sentiti e all’alleviamento del dolore. Il sentimento e il desiderio sono le forze motrici di ogni aspirazione e produttività umana, per quanto nobili esse possano apparire.”
- “Il mio lavoro scientifico è mosso da un irresistibile desiderio di comprendere i segreti della natura e da nient’altro.”
- “Noi sperimentiamo noi stessi, i nostri pensieri e i nostri sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una sorta di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una prigione che ci confina nei nostri desideri personali e nell’affetto per poche persone a noi vicine.”
- “È molto difficile spiegare questo sentimento a chi ne è completamente privo. L’individuo percepisce il nulla dei desideri e degli scopi umani, e la sublimità e il meraviglioso ordine che si rivelano sia nella Natura che nel mondo del pensiero.”
- “Quando ero un giovane piuttosto precoce, rimasi profondamente colpito dalla futilità delle speranze e degli sforzi che inseguono la maggior parte degli uomini per tutta la vita. … Lo stomaco può essere saziato da tale corsa, ma non l’uomo, in quanto essere pensante e sensibile.”
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