10 frasi di Alberto Moravia sulla noia, spingeranno i tuoi figli a smuovere il sedere dal divano e ti rasserenerai

C’è chi della noia fa un passatempo e chi, come Alberto Moravia, ne ha fatto una diagnosi universale. Non una semplice sensazione di “non sapere che fare”, ma un male profondo, sottile, quasi filosofico. Moravia, uomo ironico e osservatore spietato della realtà, vedeva nella noia non solo una condizione personale, ma la radice di tanti mali sociali e morali. “La noia è la fonte dei mali peggiori: giuoco, sbornia, dissipazioni, intrighi, e così via, hanno la loro origine, se si guarda fino in fondo, nella noia”, scriveva con la lucidità di chi ha capito che dietro ogni vizio, dietro ogni fuga da sé stessi, si nasconde una mancanza: quella di senso.

frasi di Alberto Moravia sulla noia
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Chi era Alberto Moravia

Nato a Roma nel 1907, Alberto Moravia – al secolo Alberto Pincherle – è stato uno dei più grandi narratori italiani del Novecento. Dietro il suo aspetto severo e il tono spesso disincantato si nascondeva un uomo profondamente curioso dell’animo umano. La malattia che lo costrinse a letto per anni da ragazzo gli diede tempo per leggere, pensare e osservare. È lì che cominciò a capire che la vita, se non vissuta con intensità, rischia di diventare un eterno sbadiglio.

Moravia amava analizzare le persone come se fossero personaggi di un romanzo: spogliarle delle maschere, capire cosa le muove. E la risposta, spesso, era sempre la stessa: la noia.

La noia secondo Moravia: non un vuoto, ma un abisso

Nel suo celebre romanzo La noia (1960), Alberto Moravia racconta di Dino, un pittore incapace di provare interesse per ciò che lo circonda. Gli oggetti, le persone, perfino l’amore, gli appaiono privi di vita. È il ritratto perfetto dell’uomo moderno: pieno di cose, ma vuoto dentro.

Per Moravia, la noia non è semplice pigrizia. È “una specie di insufficienza della realtà”. In altre parole: la vita, a volte, non basta. Quando le giornate sembrano tutte uguali, quando nulla riesce più a sorprenderci, ecco che nasce la noia, quel tarlo invisibile che ci fa cercare qualcosa, qualsiasi cosa, pur di non restare soli con noi stessi.

E qui entra in gioco la sua famosa frase:

La noia è la fonte dei mali peggiori: giuoco, sbornia, dissipazioni, intrighi, e così via, hanno la loro origine, se si guarda fino in fondo, nella noia.”

Perché? Perché quando non troviamo significato nella vita, lo cerchiamo altrove: nel gioco d’azzardo, nell’alcol, nei social, nei like. In qualunque cosa ci faccia dimenticare, anche solo per un momento, che siamo annoiati.

Un messaggio attuale (soprattutto per i genitori)

Proviamo a portare Alberto Moravia nel salotto di casa, davanti a un figlio adolescente sdraiato sul divano con il cellulare in mano.
Lui sbuffa: “Mi annoio”. Moravia sorriderebbe e direbbe: “Ecco, è da lì che comincia tutto. Ma attenzione: dalla noia al disastro il passo è breve.”

La lezione è semplice e geniale allo stesso tempo: la noia va capita, non riempita a caso. È un segnale, non un nemico. Se un ragazzo si annoia, forse non ha ancora trovato ciò che lo accende davvero. Ma se la noia viene ignorata o tappata con distrazioni continue, può trasformarsi in qualcosa di peggio: apatia, dipendenze, comportamenti autodistruttivi.

Insomma, un po’ di noia va bene: è il vuoto fertile dove nascono le idee. Ma troppa, o mal gestita, rischia di farci scivolare nel lato oscuro del “non so che fare”.

La noia è l’occasione per scoprire chi siamo

Alberto Moravia non è stato solo uno scrittore, ma un anatomista dell’anima. La sua ossessione per la noia ci parla ancora oggi, in un’epoca in cui abbiamo mille stimoli ma pochissime passioni vere. Forse, la prossima volta che tuo figlio dirà “mi annoio”, potresti rispondere come avrebbe fatto Moravia: “Perfetto. È il momento giusto per scoprire chi sei davvero.”

Perché la noia, se la ascolti, non è un male. È solo la spia che ci avverte che è ora di vivere con pienezza, autenticità e un pizzico di coraggio.

10 frasi di Alberto Moravia sulla noia

  1. Il sentimento della noia nasce in me da quello dell’assurdità di una realtà, come ho detto, insufficiente ossia incapace di persuadermi della propria effettiva esistenza.”
  2. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà.”
  3. La mia noia potrebbe essere definita una malattia degli oggetti, consistente in un avvizzimento o perdita di vitalità quasi repentina; come a vedere in pochi secondi, per trasformazioni successive e rapidissime, un fiore passare dal boccio all’appassimento e alla polvere.”
  4. In principio, dunque, era la noia, volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiatosi della noia, creò la terra, il cielo, l’acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva; i quali ultimi, annoiandosi a loro volta del paradiso, mangiarono il frutto proibito. Iddio si annoiò di loro e li cacciò dall’Eden.”
  5. I grandi imperi egiziani, babilonesi, persiani, greci e romani sorgevano dalla noia e crollavano nella noia; la noia del paganesimo suscitava il cristianesimo; la noia del cattolicesimo, il protestantesimo; la noia dell’Europa faceva scoprire l’America; la noia del feudalesimo provocava la rivoluzione francese; e quella del capitalismo, la rivoluzione russa.”
  6. La storia dell’umanità non è che un lungo sbadiglio di noia.”
  7. Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altri simili cause.”
  8. Non il progresso, né l’evoluzione biologica, né il fatto economico, né alcun altro dei motivi che di solito si adducono da parte degli storici delle varie scuole, era la molla della storia, bensì la noia.”
  9. Una impazienza straordinaria dominava la mia vita. Niente di quello che facevo mi piaceva ossia mi sembrava degno di essere fatto; d’altra parte, non sapevo immaginare niente che potesse piacermi, ossia che potesse occuparmi in maniera durevole.”
  10. La noia è la fonte dei mali peggiori: giuoco, sbornia, dissipazioni, intrighi, e così via, hanno la loro origine, se si guarda fino in fondo, nella noia.”

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