Parlare di Charles Bukowski è come aprire una birra calda alle 9 del mattino: può non piacere, ma di sicuro ti sveglia. Scrittore, poeta, alcolista a tempo pieno e romantico a tempo perso, Bukowski è stato uno degli autori più controversi e amati del Novecento. Non vestiva bene, non parlava forbito e non frequentava salotti letterari. Preferiva i bar malfamati di Los Angeles, le sale scommesse e i letti sfatti. Eppure, proprio da questi luoghi ha tirato fuori una delle visioni più sincere e, a modo suo, poetiche della bellezza.
La bellezza secondo Bukowski: roba da poveri (di soldi, non di cuore)
Per Bukowski la bellezza non era una modella su un cartellone pubblicitario, né un tramonto visto da una terrazza panoramica con cocktail in mano. Era una cosa viva, scomoda, imperfetta. Era una donna che ride tra i denti mancanti, un vecchio che suona il blues per strada, un barista con le mani sporche ma gentili.
Come scrisse in una delle sue poesie:
“Ci sono cose peggiori dell’essere solo, ma spesso ci vogliono decenni per rendersene conto. E, spesso quando ci si rende conto, è troppo tardi. E non c’è niente di peggio che troppo tardi.”
La bellezza, per lui, era lì: nei momenti non fotografabili, nei dettagli che la società borghese scarta come briciole.
Nei bar più malandati c’è più verità che in una sfilata di moda
Bukowski lo diceva senza tanti giri di parole: i bar più malmessi raccontano più storie vere di mille libri patinati. Nei suoi racconti e nelle poesie, la bottiglia diventa lente d’ingrandimento sulla miseria umana, ma anche sulla sua poesia.
In Storie di ordinaria follia, in Post Office o in Compagno di sbronze, Bukowski racconta un’umanità spezzata ma viva, che ride e bestemmia, che si innamora e tradisce. E dentro queste vite spigolose lui vedeva qualcosa di profondamente autentico, e quindi bello.
La bellezza non ha il vestito buono
Lui stesso era brutto. Non brutto tipo “non te lo presenteresti alla mamma”, ma brutto che “non te lo porteresti neanche a casa per sbaglio”. Eppure sapeva amare.
Bukowski si innamorava spesso e male. Scriveva lettere strazianti e poesie d’amore incazzate. Ma sempre vere. Per lui la bellezza era una donna che non ti mente, una serata andata a rotoli, un libro scritto senza censura. Per questo era tagliente con chi cercava solo la superficie. Diceva:
“Alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono vivere.”
Il brutto che diventa meraviglia
Bukowski ci insegna che la bellezza non va cercata: va riconosciuta. Non serve cambiare vita, serve cambiare occhio. Il suo era un occhio nero, tumefatto, ma ancora capace di brillare davanti a un gesto gentile o a una verità sputata in faccia.
La sua bellezza era scomoda, puzzava di fumo e sudore, ma era viva. Ed è ancora lì, per chi ha il coraggio di guardare dove di solito si distoglie lo sguardo.
Non serve il profumo per essere poesia
Charles Bukowski ha fatto della sua vita una specie di discarica emotiva, ma da quella sporcizia ha tirato fuori versi che ancora oggi bruciano. Ci ha insegnato che la bellezza può trovarsi “anche nel più malandato dei bar”, perché la bellezza, quella vera, non si vergogna di essere stropicciata.
In un mondo che cerca il filtro perfetto, Bukowski ci lascia con un consiglio:
“Trova ciò che ami e lascia che ti uccida.”
Anche se si tratta di una bottiglia mezza vuota in un bar che odora di piscio e speranze fallite.
15 frasi di Bukowski sulla bellezza
- “C’è bellezza persino nel più malandato dei bar, se sai dove guardare.”
- “Alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono vivere.”
- “La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.”
- “Mi piacciono le persone rotte. Quelle che hanno dovuto ricomporsi pezzo per pezzo.”
- “Bellezza è guardare una donna che ride da sola, senza sapere che la stai osservando.”
- “Quelli che brillano sono pochi. Ma quando ne incontri uno, non lo dimentichi.”
- “L’anima libera è rara, ma quando la vedi lo sai: è qualcosa di speciale.”
- “C’è qualcosa di bello in ogni donna che non ha paura di essere sé stessa.”
- “Mi piacciono le cose che non sembrano perfette. Perché lì c’è la vita.”
- “Ci vuole poco per essere belli. Basta essere veri.”
- “La bellezza è una trappola. Quella vera non si vede, si sente.”
- “Mi piacciono le donne forti. Quelle che hanno cicatrici ma camminano dritte.”
- “Non c’è niente di più triste che una bellezza vuota.”
- “Quando ti svegli alle 3 del mattino e scrivi versi sul pavimento freddo, quella è bellezza.”
- “Certe donne hanno dentro la notte, e sanno fartela amare.”
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