Frasi di C.G. Jung sulla solitudine, ti insegnano qual è il vero modo per liberarti per sempre dalla sensazione di vuoto

Carl Gustav Jung non è stato uno di quelli che parlavano per frasi a effetto buone da stampare sulle tazze. Eppure, paradossalmente, alcune delle sue riflessioni sulla solitudine sono diventate tra le più citate, condivise e -spesso – fraintese. Jung non amava la folla, diffidava delle chiacchiere inutili e considerava il silenzio una forma avanzata di igiene mentale. Ma attenzione: non era un misantropo. Era uno che prendeva sul serio la vita interiore. E proprio da lì nasce una delle sue frasi più famose e più scomode:

La solitudine non deriva dall’avere poche persone intorno, ma dall’essere incapaci di comunicare le cose che ci sembrano importanti.”

Una frase che fa male come una diagnosi senza anestesia, ma che può anche essere l’inizio di una cura.

Frasi di C.G. Jung sulla solitudine
Foto di Fer Troulik su Unsplash

Jung, l’uomo dietro lo psicologo

Prima di diventare “Jung”, quello citato nei saggi, nei post motivazionali e nelle sedute di psicoterapia, Carl Gustav è stato un uomo complesso, solitario per natura e profondamente introspettivo. Nato nel 1875 in Svizzera, cresciuto in un ambiente familiare emotivamente non semplicissimo, Jung sviluppa presto un rapporto molto intenso con il proprio mondo interiore. Non perché fosse asociale, ma perché lì dentro succedevano cose interessanti. E rumorose.

Ne parla apertamente nella sua autobiografia Ricordi, sogni, riflessioni, dove racconta di una solitudine vissuta fin dall’infanzia, non come mancanza di affetti, ma come distanza di pensiero. Jung si sentiva spesso “altrove”, impegnato a osservare dinamiche interiori che gli altri nemmeno sospettavano. Il risultato? Una sensazione di isolamento che non dipendeva dall’assenza di persone, ma dall’assenza di comprensione. Ed è qui che la solitudine smette di essere romantica e diventa tremendamente concreta.

Cos’è la solitudine per Jung

Per Jung la solitudine non è stare da soli. Quello è al massimo silenzio, pausa, decompressione emotiva. La vera solitudine, quella che pesa, è sentirsi invisibili anche in mezzo agli altri. È parlare e non essere ascoltati. Peggio: è non parlare affatto perché si ha la sensazione che nessuno capirebbe. Non a caso scrive anche:

La solitudine per me è una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta.”

Sembra una contraddizione, ma non lo è. Jung distingue chiaramente tra la solitudine subita e la solitudine scelta. La prima è quella che nasce quando non riusciamo a comunicare ciò che conta davvero per noi. La seconda è uno spazio protetto, necessario, in cui rimettere ordine dentro di sé. Un po’ come chiudere il telefono, spegnere il mondo e finalmente sentire cosa stiamo pensando davvero, senza notifiche emotive inutili.

La frase che ci smaschera tutti

Torniamo allora alla frase chiave:

La solitudine non deriva dall’avere poche persone intorno, ma dall’essere incapaci di comunicare le cose che ci sembrano importanti.”

Jung ci sta dicendo una cosa molto semplice e molto fastidiosa: possiamo avere amici, colleghi, partner, chat sempre attive e agenda piena, e sentirci comunque vuoti. Perché se ciò che conta davvero per noi resta chiuso dentro, la connessione è solo apparente. È come parlare con qualcuno usando una lingua che non conosce: la conversazione c’è, ma il senso no.

Secondo Jung, il problema non è che gli altri non capiscano. Spesso il problema è che noi non rischiamo. Non diciamo. Non ci esponiamo. Teniamo le parti più autentiche sotto chiave per paura di essere giudicati, fraintesi o ignorati. E così facendo costruiamo relazioni sicure, ma vuote. Educate, ma sterili. Affollate, ma solitarie.

Il vuoto e come (forse) liberarsene

Perché questa frase può aiutarci a liberarci dalla sensazione di vuoto? Jung suggerisce che il vuoto non nasce dall’assenza di legami, ma dall’assenza di verità nei legami. Se non portiamo noi stessi nelle relazioni, se comunichiamo solo la versione “socialmente accettabile” di ciò che siamo, il risultato è inevitabile: ci sentiamo soli anche in compagnia.

Il rimedio non è cercare più persone, ma più profondità. Non è riempire il tempo, ma riempire le parole di significato. Questo implica anche accettare che non tutti capiranno. Jung era chiarissimo su questo punto: quando una persona cresce interiormente, spesso diventa più sola. Ma è una solitudine diversa. È il prezzo della consapevolezza, non una punizione. Come scrive ancora:

Chi non ha mai fatto l’esperienza della solitudine ha perduto qualcosa d’importante.”

Perché solo nel silenzio, e poi nel coraggio di dire ciò che conta, possiamo davvero incontrare qualcuno. Compresi noi stessi.

Una vita solitaria ma più autentica

Jung non ci promette una vita piena di abbracci emotivi e comprensione universale. Ci propone qualcosa di più realistico: una vita più autentica. Meno rumorosa, forse. Più scomoda, sicuramente. Ma anche più vera. La solitudine, per lui, non è un nemico da evitare a tutti i costi, ma un segnale. Ci dice che qualcosa di importante non sta passando. Sta a noi decidere se restare in silenzio o iniziare, finalmente, a dirlo.

Frasi di C.G. Jung sulla solitudine

  1. La solitudine non deriva dall’avere poche persone intorno, ma dall’essere incapaci di comunicare le cose che ci sembrano importanti.”
  2. La solitudine per me è una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Parlare è spesso un tormento per me, e ho bisogno di molti giorni di silenzio per riprendermi dalla futilità delle parole.”
  3. Non sono più solo con me stesso, e posso solo ricordare artificialmente la sensazione spaventosa e bella della solitudine. Questo è il lato oscuro della fortuna dell’amore.”
  4. Da bambino sentivo di essere solo, e lo sono ancora oggi, perché conosco cose e debbo riferirmi a cose delle quali gli altri apparentemente non conoscono nulla…
  5. Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.”
  6. È importante avere sempre un contenuto da portare in un rapporto, e spesso lo si trova nella solitudine.”
  7. Chi non ha mai fatto l’esperienza della solitudine ha perduto qualcosa d’importante.”
  8. “Il trovarsi soli con il proprio Sé … è necessario per far l’esperienza di ciò che ci sorregge quando non siamo più in grado di sorreggerci da soli.”
  9. La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dall’incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti, o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili.”
  10. Spesso, quando l’anima è stimolata troppo dall’esterno, ha bisogno di silenzio e isolamento per recuperare pace e ritmo interiore.”

Leggi altre frasi celebri di C.G. Jung e le frasi celebri sulla solitudine