Paolo Crepet non è solo uno psichiatra, è un personaggio. Di quelli che ti parlano come se ti conoscessero da sempre, che usano parole semplici per dire cose complesse, e che ogni tanto ti mollano una frase come un ceffone, ma senza cattiveria: per svegliarti. Il suo tema preferito? Il coraggio. Quello vero, quello che non si vede. Quello che non fa rumore. Quello delle tre del mattino.
Chi è Paolo Crepet: psichiatra, scrittore, voce fuori dal coro
Nato a Torino, ma con il cuore sempre un po’ altrove, Paolo Crepet è uno di quei rari intellettuali che non si nasconde dietro al linguaggio tecnico. Laureato in medicina, specializzato in psichiatria e sociologia, è diventato noto al grande pubblico per i suoi libri, le conferenze, le ospitate in TV, ma soprattutto per la sua capacità di parlare chiaro, diretto, senza fronzoli. Ti parla di emozioni, genitori, adolescenti, amore, paura… e sì, anche di coraggio.
Il coraggio secondo Crepet: non è un urlo, è un sussurro
Per Paolo Crepet il coraggio non è roba da supereroi o da gente che grida nelle piazze. Non ha mantelli, non fa selfie, non ha follower. Il coraggio, dice lui, è quello che si manifesta quando nessuno guarda. Quando sei tu e basta, con la tua paura, la tua solitudine e magari anche un po’ di disperazione. È lì che si vede di che pasta sei fatto. E non a caso, in uno dei suoi interventi pubblici più famosi, ha detto che:
“il vero coraggio è quello delle tre del mattino”
Le tre del mattino: quando il mondo dorme e tu no
Ma cosa c’è di speciale alle tre del mattino? Crepet lo spiega con la lucidità tagliente che lo contraddistingue: è l’ora in cui i pensieri gridano più forte, in cui non c’è nessuno a distrarti, nessun like a consolarti, nessun rumore a coprire il silenzio. È l’ora in cui sei solo con te stesso e devi scegliere: ti nascondi o affronti? Sei vero o fingi? Vivi o sopravvivi?
Il coraggio, per Crepet, sta nel non scappare da quei momenti. Nell’avere la forza di guardarli in faccia. Di sentire il dolore e decidere comunque di alzarti la mattina dopo. Magari con le occhiaie, magari stanco, ma presente. Vivo.
Crepet, il coraggio e la vita vera
Nelle sue conferenze, nei suoi libri e nelle interviste, Crepet torna sempre lì: il coraggio è una scelta quotidiana. È decidere di educare un figlio senza scorciatoie. È dire “ti voglio bene” quando vorresti solo chiuderti in te stesso. È non seguire la massa, anche se costa caro. È vivere con coerenza, anche quando sarebbe molto più comodo adeguarsi.
E sì, è anche spegnere lo smartphone e ascoltare il silenzio. Che, a volte, fa più rumore di mille notifiche.
Una lezione utile anche per chi non legge Freud
Crepet non pretende che tu legga Kant, né che tu conosca Jung. Gli basta che tu voglia provare a capire te stesso. E che tu sia disposto a metterti in discussione. È questo il suo modo di parlare di coraggio: come di un muscolo da allenare, ogni giorno, anche (soprattutto) se sei stanco, deluso o arrabbiato.
Perché, alla fine, il vero coraggio – come direbbe lui – è restare umani in un mondo che ti chiede di essere altro.
Coraggio è essere veri
In un’epoca in cui tutti vogliono apparire forti, Paolo Crepet ci ricorda che essere forti davvero significa accettare la propria fragilità. Non vergognarsi di piangere. Non avere paura di amare. E, soprattutto, non smettere mai di cercare se stessi. Anche – e soprattutto – alle tre del mattino.
Frasi di Crepet sul coraggio
- “Il coraggio è quello delle tre del mattino. È l’ora peggiore. È l’ora in cui sei solo. È l’ora in cui devi fare i conti con la tua vita.”
- “Non puoi pretendere di trovare la felicità se non hai il coraggio di dire di no.”
- “Ci vuole coraggio. Il coraggio di rischiare, la voglia di credere nei figli, la disponibilità a pensare che sono in grado di far bene le cose.”
- “Prendete il vostro coraggio, la vostra bellezza e cercate di essere cacciatori dei vostri orizzonti. Nessuno può farlo per voi, perché questo si chiama vita.”
- “La vera rivoluzione è essere se stessi.”
- “Non possiamo vivere per evitare i problemi. Possiamo solo scegliere con che stile affrontarli.”
- “Il dolore non va evitato, va attraversato.”
- “La follia è l’antidoto alla rassegnazione.”
- “Sii folle (ma consapevolmente).”
- “Ribellati alla normalità: essere uguali agli altri non è sicurezza, è rassegnazione.”
- “Smettila di voler piacere a tutti: tanto non ci riuscirai mai. E se ci riesci, hai un problema.”
- “Datti il permesso di sbagliare: la perfezione non è umana, è noiosa.”
- “Circondati di persone vive, non perfette: quelle che ti scuotono, che ti fanno ridere, piangere, riflettere.”
- “La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto. Non puoi prevederne l’arrivo, né sapere quando ripartirà. Il tuo compito è andare in stazione.”
- “La dignità è sapere che si ha il diritto di negarsi, e credo sia importante soprattutto nell’età adulta.”
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