Paolo Crepet è uno di quei personaggi che dividono: o lo ami o lo eviti, ma difficilmente ti lascia indifferente. Psichiatra, sociologo, scrittore e volto televisivo, da anni porta avanti un discorso scomodo ma necessario: smettere di demonizzare l’ansia. Già, perché mentre molti la vedono come un nemico da combattere a suon di pillole o respirazioni yogiche, lui ci ricorda che un pizzico di ansia non è un difetto, ma un motore. È come il caffè della vita: se esageri tremi, se non lo prendi ti addormenti sul divano.
L’uomo e il personaggio Crepet
Paolo Crepet non è solo un medico. È un comunicatore, un provocatore gentile (anche se a volte la sua gentilezza sembra un calcio negli stinchi, ma sempre terapeutico). I suoi libri, da L’autorità perduta a Libertà, parlano di educazione, libertà, fragilità e futuro dei giovani. Nei talk show, invece, arriva diretto: niente paroloni, niente giri di frasi, ma immagini chiare che ti restano addosso. È l’uomo che, mentre tutti si lamentano dell’ansia, dice: “Oh, volete davvero vivere senza mai tremare? Meglio un brivido che una vita anestetizzata.”
L’ansia secondo Crepet: un nemico utile
“L’ansia non è sempre negativa, è molto peggio l’indifferenza. Ciò che mi preoccupa piuttosto è la crescente incapacità di saper gestire le frustrazioni.”
In questa frase c’è tutto il suo pensiero. Paolo Crepet ci dice che l’ansia, se dosata, è segno di vitalità: significa che ti importa, che stai provando, che sei dentro al gioco. L’indifferenza, invece, è morte lenta. È il famoso “non me ne frega niente” che può sembrare protezione, ma in realtà è resa.
Il problema, spiega Crepet, non è l’ansia in sé, ma la nostra incapacità di gestirla. Siamo una società che vuole tutto subito, senza attese, senza ostacoli, senza fastidi. E quando la vita, come fa sempre, ci mette davanti a un “no”, scatta il panico.
Perché questa lezione è utile ai genitori (e ai figli)
E qui arriva la parte che riguarda noi, genitori moderni. Quanti di noi diventano ansiosi nel vedere i propri figli ansiosi? È un circolo vizioso: il bambino teme l’interrogazione, la mamma va in tilt più di lui; l’adolescente ha il cuore spezzato, il papà si strappa i capelli come se fosse la fine del mondo. Risultato? Ognuno si porta a casa due ansie al prezzo di una.
Crepet ci invita a spezzare la catena. Se accettiamo che i nostri figli abbiano ansia, che facciano i conti con le frustrazioni e con i “no”, imparano a crescere. È come quando cadono dalla bici: se li rialziamo noi al primo graffio, non imparano mai l’equilibrio. Se invece lasciamo che ci provino da soli, alla fine pedalano più sicuri.
In altre parole: smettiamola di fare gli elicotteri emotivi. Non serve seguire i figli con il GPS o cercare di lisciargli ogni ostacolo. La vita fa male, e va bene così: è allenamento. Se lasciamo che loro gestiscano le loro piccole ansie, anche noi genitori possiamo smettere di vivere con il fiato corto.
Un invito a tremare un po’
Il messaggio di Crepet è chiaro: non c’è bisogno di scappare dall’ansia come se fosse una belva feroce. Meglio imparare a conviverci, accettarla come compagna di viaggio. Perché l’ansia ci ricorda che stiamo camminando, che stiamo rischiando, che stiamo vivendo. E, diciamocelo, tra essere ansiosi e non sentire nulla, meglio una notte insonne che una vita da sonnambuli.
Frasi di Crepet sull’ansia
- “Non trovo l’ansia così sgradevole. Mi sembra peggio essere indifferenti. Come fai a costruire? Come fai sperare che ci possa essere un futuro se sei indifferente? Non siamo fermi, stiamo costruendo.”
- “L’ansia non è sempre negativa, è molto peggio l’indifferenza. Ciò che mi preoccupa piuttosto è la crescente incapacità di saper gestire le frustrazioni.”
- “L’esposizione permanente, l’esistenza di un proprio pubblico, quello dei follower, il carattere virale di ogni forma di comunicazione costituiscono motivo di stress e di ansia.”
- “Non capisco come si possa, da parte dei genitori, pensare di geolocalizzare i figli. Se ne comprime la libertà per placare le proprie ansie. Tutte ansie individuali. Bisogna fare insieme, non da soli.”
- “Un’ansia che non inizia con la maturità, ma risale a quando i figli erano ancora all’asilo I genitori non sopportano il minimo affiorare di un turbamento nei ragazzi, e non capiscono che la loro ansia induce ansia.”
- “Senza stress saremmo morti: abbiamo bisogno di stimoli e di essere stimolati. Cancellare totalmente questo elemento è punitivo, soprattutto per chi sta evolvendo. Lo stress è un ottimo concime e come tale non deve essere somministrato in dosi massicce, ma nemmeno tolto dalla dieta per una buona crescita.”
Leggi altre frasi celebri di Paolo Crepet e le frasi celebri sull’ansia