Frasi di Daniela Lucangeli sulla solitudine, ti aiuteranno a trovare la voglia di stare con gli altri e vedrai la luce

Daniela Lucangeli non è solo una psicologa e docente di psicologia dello sviluppo all’Università di Padova: è una donna che riesce a spiegare le emozioni umane come se stesse raccontando una fiaba, ma con la precisione di una neuroscienziata. Ha un modo unico di parlare, capace di farci riflettere anche quando pensiamo di sapere già tutto. E uno dei temi che le sta più a cuore – forse perché è quello che tocca tutti, anche chi finge di essere forte – è la solitudine.

Frasi di Daniela Lucangeli sulla solitudine

La solitudine secondo Daniela Lucangeli: quella che nascondiamo meglio di tutto

L’emozione che nascondiamo di più a noi stessi e agli altri è la solitudine”, dice spesso Daniela Lucangeli. E come darle torto? È quella sensazione che cerchiamo di coprire con mille impegni, sorrisi di circostanza o scroll compulsivi sui social. Ma lei va dritta al punto: tutti, almeno una volta, siamo stati morsi dalla solitudine. È un morso che non lascia lividi visibili, ma che può far male per anni se non lo riconosciamo.

Per lei, la solitudine non è un difetto personale o un fallimento sociale, ma un campanello d’allarme evolutivo: ci segnala che stiamo andando contro la nostra natura. Perché, come ricorda con ironia e tenerezza:

La nostra specie fa finta di essere fatta di solitari, ma è una specie di creature socievoli.

La scienza dell’empatia

Daniela Lucangeli non parla solo per filosofia. Le sue parole nascono dalle neuroscienze, che oggi confermano quello che i nonni sapevano già: stiamo meglio quando siamo insieme. Il cervello umano si è evoluto per connettersi, per cooperare, per imparare con gli altri. È un software biologico che funziona male in modalità “aereo”.

Eppure, dice lei:

In tutta l’evoluzione la nostra specie ha vinto non la tendenza ad aiutare, ma ad isolare… ha vinto la paura dell’altro.”

Una frase che punge, ma che ci riguarda tutti. In un’epoca in cui si fa la spesa da soli, si lavora da soli e si comunica con emoji al posto degli sguardi, l’isolamento è diventato la normalità.

Dobbiamo dire basta a questa tendenza all’isolamento

Quando Daniela Lucangeli ci invita a dire “basta” all’isolamento, non fa solo un appello sociale. Fa una chiamata all’umanità. Ci ricorda che:

Da soli e isolati dall’altro si sta male, abbiamo bisogno di ritrovare l’altro.

Questa frase racchiude la sua visione più luminosa: non si guarisce stando chiusi, ma aprendosi. Non si trova pace scappando, ma tornando a guardarsi negli occhi. E non si tratta solo di romanticismo o buonismo: è biologia pura. Le emozioni positive si accendono nel cervello solo quando ci sentiamo accolti, capiti, visti. Quando qualcuno ci tende la mano e noi, finalmente, la afferriamo.

Ritrovare l’altro per ritrovare noi stessi

Daniela Lucangeli ci sprona a riscoprire il valore della presenza, quella vera, fatta di corpi, voci, risate, imperfezioni. Perché, dice:

Noi siamo una specie che per milioni di anni evolutivi è migliorata perché ha fatto risorsa dell’altro a fianco.

In altre parole: l’essere umano cresce insieme, non da solo. Il suo messaggio, soprattutto oggi, è una piccola ribellione gentile contro la freddezza dei tempi moderni. È come dire: “Spegni lo smartphone, vai a prendere un caffè con qualcuno. E se non hai nessuno, inizia col salutare il vicino”.

Quando la luce si accende

La frase “dobbiamo dire basta a questa tendenza all’isolamento” è, in fondo, un invito a ricordarci che la luce si trova solo insieme agli altri. La solitudine, se la ascoltiamo, può diventare una maestra: ci mostra cosa ci manca e ci spinge a cercarlo. Ma se la neghiamo o ci abituiamo al buio, rischiamo di dimenticare come si sta al sole.

Daniela Lucangeli ci ricorda che nessuno si salva da solo, ma che insieme possiamo ricominciare a sentire, a condividere, a vivere. E forse, per riprendere le sue parole, a “ritrovare l’altro” e con lui, finalmente, noi stessi.

Frasi di Daniela Lucangeli sulla solitudine

  1. L’emozione che nascondiamo di più a noi stessi e a gli altri è la solitudine.”
  2. Tutti siamo stati morsi dalla solitudine. Se riconosciamo questo, capiamo come funziona la nostra specie, che fa finta di essere una specie di solitari, mentre è una specie di creature socievoli.”
  3. Noi siamo una specie che per milioni di anni evolutivi è migliorata perché ha fatto risorsa dell’altro a fianco, quindi si è saputa in qualche modo aiutare.”
  4. In tutta l’evoluzione, la nostra specie ha vinto non la tendenza ad aiutare, ma ad isolare… ha vinto la paura dell’altro.”
  5. Dobbiamo dire basta a questa tendenza all’isolamento. Da soli e isolati dall’altro si sta male, abbiamo bisogno di ritrovare l’altro.”

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