Frasi di Daniela Lucangeli sull’ansia, ti faranno vivere meglio e allontaneranno gli attacchi di ansia: sono miracolose

C’è chi parla di ansia come se fosse un capriccio e chi la liquida con un “dai, stai tranquillo”. Poi c’è Daniela Lucangeli, psicologa e neuroscienziata, che invece l’ansia la guarda dritta negli occhi, la smonta pezzo per pezzo e ci dice: non è un difetto, è un segnale. Un po’ come quando in macchina si accende la spia rossa: non ti arrabbi con la spia, vai dal meccanico. Ecco, lei ci spiega che con il cervello funziona allo stesso modo.

Frasi di Daniela Lucangeli sull’ansia

Chi è Daniela Lucangeli

Se la incontri in video o a una conferenza, ti accorgi subito che Daniela Lucangeli non è la classica professoressa che parla in “neurologhese”. Ha un modo diretto, a volte ironico, di spiegare meccanismi complessi del cervello umano, rendendoli comprensibili anche a chi di solito cambia canale quando sente la parola “neuroni”.

È diventata un punto di riferimento non solo in ambito accademico ma anche per genitori, insegnanti e chiunque conviva con l’ansia quotidiana: studenti sotto esame, genitori con figli che non dormono, adulti che sopravvivono a suon di “to do list” infinite.

L’ansia secondo Daniela Lucangeli: non un nemico, ma un campanello

Per Daniela Lucangeli, l’ansia non è un capriccio della mente, ma il segnale di un cervello che ci avverte:

“Quanto noi abbiamo paura, il nostro cervello ci avverte che siamo in pericolo.”

È un meccanismo antico, primordiale, che non possiamo semplicemente spegnere dicendo a noi stessi “adesso basta, smettila di avere paura”. Sarebbe come dire a un bambino che piange: “non piangere più”. Funziona? Ovviamente no.

Il problema è che oggi il nostro sistema educativo e sociale vive costantemente con il semaforo rosso acceso: allerta continua, giudizi, aspettative, confronti. Risultato? Il cervello va in tilt, si riempie di segnali d’allarme e scatta quello che lei chiama un “cortocircuito”. L’ansia, insomma, non è un lusso da ipersensibili: è la conseguenza di un ambiente che ci tiene sempre col fiato sospeso.

Pane, acqua e… coraggio

Ed eccoci alla frase che più di tutte fotografa il pensiero di Daniela Lucangeli:

“Se tu hai sete, hai bisogno di acqua. Se ti danno del pane, la sete non passa. La sete ha bisogno del suo complementare. L’ansia si vince con un’emozione che sia di ribilanciamento all’ansia, ovvero il coraggio.”

Tradotto: se sei ansioso, non ti serve un “dai, sorridi!” o un “rilassati e respira”. Sono come dare pane a chi ha sete: non funziona. Quello che serve davvero è l’emozione complementare, cioè il coraggio. Non un coraggio da supereroe Marvel, ma quello che nasce dalle esperienze piccole, quotidiane, che ti fanno dire: “Ehi, stavolta ce l’ho fatta”.

Perché il coraggio batte l’ansia

Il coraggio, spiega Daniela Lucangeli, non cresce con le parole, ma con le esperienze. Non basta dirsi “da domani non avrò più paura”, serve allenarsi a piccoli passi. È come andare in palestra: non sollevi subito 100 chili, cominci con due bottigliette d’acqua. Ogni volta che affronti qualcosa che ti mette ansia – un colloquio, una telefonata, parlare in pubblico – e ti accorgi che non sei morto nell’impresa, hai appena fatto scorta di coraggio.

Ed è lì che avviene il ribilanciamento: la paura non sparisce, ma smette di comandare. È un po’ come dire al cervello: “Ok, so che stai facendo il tuo lavoro, ma adesso guido io”.

Come ci aiuta nella vita di tutti i giorni

Questa visione è liberatoria perché ci toglie di dosso l’idea che l’ansia sia una malattia da curare a colpi di forza di volontà. Non è un nemico da eliminare, ma un segnale da ascoltare e da compensare con coraggio.

La prossima volta che ti ritrovi con il cuore in gola e la mente che corre più veloce di un cronometro alle Olimpiadi, prova a chiederti: qual è il piccolo passo coraggioso che posso fare adesso? Non serve scalare l’Everest: a volte basta fare quella telefonata che rimandi da settimane, dire no a una richiesta che ti schiaccia, o anche solo uscire di casa senza aver previsto tutto al millimetro.

L’ansia si addomestica con esperienze concrete

Daniela Lucangeli ci insegna che l’ansia non si addomestica con frasi motivazionali da poster, ma con esperienze concrete che ci allenano al coraggio. In fondo, è un po’ come imparare a nuotare: puoi leggere tutti i manuali del mondo, ma finché non entri in acqua non succede nulla. E allora, la prossima volta che l’ansia bussa, invece di offrirle pane, prova a risponderle con un bicchiere di coraggio. Funziona meglio e, garantito, è molto più digeribile.

Frasi di Daniela Lucangeli sull’ansia

  1. Quanto noi abbiamo paura, il nostro cervello ci avverte che siamo in pericolo
  2. Con l’incontro delle memorie stabili, se la paura è sempre presente, la memoria diventa colma di segnali di allerta, quindi si genera un vero e proprio cortocircuito.”
  3. Non puoi dirti ‘Ora smetti di avere paura’ e non ce l’hai, non è che ti puoi comandare di essere felice e diventi felice, perché le componenti più antiche del cervello, come la paura, comandano sull’intelligenza.”
  4. L’ansia si forma perché il sistema educativo fa crescere costantemente in allerta tutti ed educa con questi semafori rossi continui.”
  5. L’ansia indica che un organismo, una creatura, è arrivata ad avere preoccupazione per ogni cosa.
  6. L’ansioso si difende continuando a sopportare o scappando da tutto quello che è il sistema, reagendo.”
  7. Se tu hai sete, hai bisogno di acqua. Se ti danno del pane, la sete non passa. La sete ha bisogno del suo complementare. L’ansia si vince con un’emozione che sia di ribilanciamento all’ansia, ovvero il coraggio.”
  8. Se vogliamo diminuire l’ansia, dobbiamo aumentare il coraggio, e il coraggio non si aumenta a parole, ma se si ha un’alleanza di chi impara e chi insegna ad aumentare l’esperienza di coraggio.”

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