Fëdor Michajlovič Dostoevskij è uno di quegli autori che o ami o ti fa venire il mal di testa. Per alcuni è un filosofo travestito da romanziere, per altri un pessimista cronico con il dono della parola. Ma per chi lo ha letto davvero (o almeno ci ha provato), Dostoevskij è molto di più: è un uomo che ha guardato in faccia l’abisso – il suo e quello degli altri – e ha deciso che, nonostante tutto, la vita merita di essere vissuta. E magari anche amata. Una delle sue frasi più potenti è:
“Bisogna amare la vita più del significato della vita.”
Una bomba. Una carezza. Una pacca sulla spalla. Un pugno in faccia, se sei di quelli che passano ore a chiedersi “che senso ha tutto questo?” Dostoevskij, invece, ti direbbe: “Ma che te frega, vivila e basta!”

Chi era Dostoevskij
Nato a Mosca nel 1821, Dostoevskij ha avuto una vita degna di una telenovela russa: padre violento, crisi epilettiche, condanna a morte (graziata all’ultimo secondo), lavori forzati in Siberia, povertà, gioco d’azzardo, morti premature in famiglia. Eppure, ha trasformato tutto questo in letteratura. Non quella leggera, da spiaggia, ma quella che ti entra sotto pelle e ti costringe a pensare. Anche quando non vuoi.
I suoi romanzi sono pieni di criminali, santi, peccatori, folli, ubriaconi e disperati. Ma tutti, in un modo o nell’altro, cercano una cosa sola: un motivo per continuare a vivere. O, come avrebbe detto lui, un motivo per amare la vita.
La vita secondo Dostoevskij: una lotta, ma non una tragedia
Per Dostoevskij, la vita non era facile. Ma neppure doveva esserlo. La sofferenza, secondo lui, era parte integrante dell’esistenza. Non come castigo, ma come opportunità: per conoscersi, per cambiare, per redimersi. Come scrive in Memorie dal sottosuolo:
“La sofferenza è l’unica causa della coscienza.”
In altre parole, se stai male, forse stai anche svegliando qualcosa dentro di te. Non è bello, ma è onesto.
Eppure, tra un carcere e un’esplosione mistica, Dostoevskij ci regala anche momenti di straordinaria dolcezza e fiducia nella vita. In I fratelli Karamazov scrive:
“La vita è paradiso, ma gli uomini non lo sanno, e non se ne accorgono.”
Insomma, forse il paradiso è già qui, ma siamo troppo impegnati a lamentarci del traffico per accorgercene.
“Bisogna amare la vita più del significato della vita”. Ma cosa vuol dire davvero?
Questa frase, contenuta nel romanzo I demoni, è un pugno di verità lanciato a chi passa la vita a cercare il “perché” delle cose, dimenticandosi il “come”. Dostoevskij non ci sta dicendo di essere superficiali. Ci sta dicendo di essere presenti. Di non aspettare di capire tutto per iniziare a vivere.
Perché la verità è che il significato della vita è mutevole, personale, sfuggente. Ma la vita, quella vera, è qui adesso. È il caffè troppo amaro, il sorriso di tuo figlio, il temporale che arriva all’improvviso, la pizza bruciata, il profumo del pane. È sbagliare, inciampare, ridere. E se ti ostini a volerle dare un senso prima di viverla, finisce che ti scivola tra le mani. Come certi amori. Come le ferie d’agosto.
Smettila di farti mille domande e inizia a respirare
Viviamo in un’epoca in cui ci facciamo mille domande: “Chi sono? Dove sto andando? Qual è il mio scopo?” E intanto ci perdiamo la vita che succede mentre pensiamo.
Dostoevskij ci invita a fare una cosa radicale: amare la vita, anche quando non la capiamo. Anzi, soprattutto allora. Perché è facile amare qualcosa che ti è chiaro. Ma amare il caos, il dubbio, l’imprevedibile? Quella sì che è libertà.
Una lezione per oggi (e per domani)
Se Dostoevskij potesse parlare con noi oggi, probabilmente ci direbbe: “Spegni il cellulare. Guarda il cielo. Respira. E smettila di cercare il senso in ogni cosa. A volte, il senso è solo esserci.” La sua non è una filosofia del “tutto va bene”. È una filosofia dell’“accettalo, vivilo, amalo lo stesso”. Che, a ben vedere, è molto più potente.
Dostoevskij non ci chiede di diventare filosofi, santi o martiri. Ci chiede solo una cosa: di non aspettare il significato per iniziare ad amare la vita. Perché la vita, nel suo caos, nel suo dolore, nella sua bellezza imperfetta… è già abbastanza. Anche senza manuale d’istruzioni. Anche senza risposte. E forse, soprattutto così.
Frasi di Dostoevskij sulla vita
- “La vita è paradiso, ma gli uomini non lo sanno, e non se ne accorgono.”
- “Vivete pure, vivete a lungo, fate del bene a qualcuno.”
- “La sofferenza è l’unica causa della coscienza.”
- “L’uomo è un mistero. Bisogna risolverlo, e se lo risolvi per tutta la vita non dire che hai perso tempo.”
- “La bellezza salverà il mondo.”
- “Non c’è niente di più insopportabile per un uomo che trovarsi completamente libero.”
- “Bisogna amare la vita più del significato della vita.”
- “L’uomo è infelice perché non sa di essere felice.”
- “La cosa principale è non mentire a se stessi. Chi mente a se stesso e ascolta le proprie menzogne arriva a non saper più riconoscere la verità.”
- “La vera ricchezza di un uomo è il bene che fa nel mondo.”
- “L’uomo ha inventato Dio solo per poter vivere senza uccidersi.”
- “L’uomo che ha una coscienza soffre mentre riconosce il proprio errore.”
- “Soffrire e piangere vuol dire vivere.”
- “La misura della civiltà è la prigione.”
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