Frasi di Francesco Bruno sui giovani, riuscirai ad allontanare i tuoi figli da ciò che più temono i genitori

Francesco Bruno non è solo un criminologo. È un uomo che sa leggere dietro ai titoli di giornale, scavare dentro i comportamenti umani e tradurre la cronaca in psiche. Da decenni studia il crimine, la violenza, le deviazioni, ma soprattutto, osserva i giovani. E lo fa con un misto di empatia e durezza, come chi sa che la verità, a volte, deve pizzicare un po’ per essere capita. In una delle sue riflessioni più forti ha detto:

Molti giovani sfidano la morte per dimostrare a se stessi e agli altri che sono invincibili e per sentirsi più forti.”

Una frase che non lascia indifferenti. Ma cosa c’è dietro? E cosa propone per evitare che questa “sfida alla morte” diventi una normalità?

Frasi di Francesco Bruno sui giovani

Francesco Bruno: l’uomo dietro il criminologo

Sguardo serio, barba incolta, parole affilate come bisturi: Francesco Bruno non è il classico professore da salotto televisivo. È stato docente di Criminologia all’Università La Sapienza di Roma, consulente per importanti inchieste giudiziarie, esperto di devianza minorile e psichiatria forense. Ma dietro l’aria burbera da Sherlock Holmes in pensione, c’è una mente brillante che ama capire più che giudicare.

E i giovani? Non li ha mai guardati con paternalismo. Al contrario, li studia con attenzione e rispetto, anche quando li critica. Perché sa che dietro certi comportamenti estremi non c’è solo noia o incoscienza, ma un grido, una richiesta di senso, una sfida lanciata al mondo adulto.

Giovani che flirtano con la morte: perché?

Bruno non usa giri di parole. Per lui, molti adolescenti e giovani adulti vivono in una continua sfida con il pericolo. Non solo attraverso droghe o eccessi, ma anche con comportamenti assurdi: corse folli in motorino, selfie sui binari del treno, sfide social pericolose.

Lo fanno per sentirsi forti, invincibili. È un modo per dire al mondo: ‘Io esisto, guardami, non ho paura di niente’.

Secondo Bruno, questi atteggiamenti sono il sintomo di una fragilità profonda, un vuoto interiore che si cerca di riempire con l’adrenalina. È un cortocircuito tra il bisogno di identità e l’assenza di punti di riferimento solidi. Una generazione bombardata da stimoli ma povera di significati veri.

Il ruolo dei genitori: no, non basta dire “stai attento”

Bruno è piuttosto diretto anche con gli adulti. Secondo lui, troppi genitori si accontentano di controllare e vietare, ma pochi si prendono il tempo di costruire un vero dialogo.

Dire a tuo figlio ‘non fare cavolate’ non basta. Devi sapere cosa prova, cosa cerca, di cosa ha paura.

E soprattutto, devi esserci. Non solo con la presenza fisica, ma con quella emotiva.

Per Bruno, la vera prevenzione comincia in famiglia, con ascolto, fiducia e limiti chiari. Ma non rigidi come un muro: flessibili come un ponte.

La società? Spesso è più assente dei genitori

Non se la cava meglio la società, nella visione di Bruno. Per lui, siamo in un’epoca in cui gli adulti hanno smesso di fare gli adulti, e i giovani non trovano modelli a cui guardare. La scuola è spesso distante, i media esaltano l’effimero, e le istituzioni sembrano più interessate ai bonus fiscali che alle crisi esistenziali dei ventenni.

Serve, secondo lui, una responsabilità collettiva: educatori, politici, giornalisti, influencer. Tutti dovrebbero chiedersi che messaggio stanno passando ai giovani. E magari, ogni tanto, smettere di inseguire like e iniziare a seminare valori.

Francesco Bruno e i giovani: tra affetto e schiaffi verbali

Chi si aspetta che Bruno coccoli i ragazzi, resterà deluso. Ma chi sa ascoltarlo, capirà che le sue parole dure sono spesso una forma di amore scomodo. Un tentativo di svegliare le coscienze, non di spegnerle. Nei suoi interventi pubblici, nelle interviste e nei suoi libri, Bruno lancia segnali d’allarme, ma anche piccole luci. Perché, in fondo, crede nei giovani, anche quando loro sembrano aver smesso di credere in sé stessi.

Tra disagio e rinascita, il compito degli adulti

Se un ragazzo sfida la morte per sentirsi vivo, qualcosa – o qualcuno – ha fallito prima. Francesco Bruno ci ricorda che non possiamo lasciare i giovani soli con le loro paure, e che educare non vuol dire solo insegnare, ma esserci. Con fermezza, con ascolto, con esempio. E magari, ogni tanto, con il coraggio di farsi dire: “Hai ragione, ma io ti voglio bene lo stesso”.

Perché, come insegna il criminologo, la vera forza non sta nel sentirsi invincibili. Ma nel sapere di non esserlo, e vivere comunque con dignità.

Frasi di Francesco Bruno sui giovani

  1. Internet anonimizza. Ci si rappresenta sulla rete spesso con degli “Avatar”. E questo a livello psicologico è molto importante soprattutto nelle giovani generazioni.”
  2. Nelle giovani generazioni si crea sempre di più quel fenomeno di massa che io chiamo ‘identità collettiva’.”
  3. Molti giovani sfidano la morte per dimostrare a se stessi e agli altri che sono invincibili e per “sentirsi più forti.”
  4. Il suicidio è associato a un disagio. Alcuni fattori che vi contribuiscono maggiormente quali sono? Depressione, l’esposizione al comportamento suicida di amici, familiari, il sentirsi totalmente inadeguati
  5. La società influenza molto perché crea false illusioni nei giovani e la maggior parte delle volte di loro non si tiene neanche conto.”
  6. Fra gli italiani il fenomeno [del suicidio fra i giovani] è minore. Nella fase dell’adolescenza il ragazzo combatte contro l’angoscia della morte, e vive con questa costante angoscia.”
  7. I familiari dovrebbero capire perché è chiuso in se stesso, questo potrebbe essere sintomo di una patologia e la patologia si può curare.”
  8. I problemi e le conseguenze legate all’uso e all’abuso di sostanze negli adolescenti

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