Gabriella Tupini non è solo una voce fuori dal coro, è il megafono acceso durante la recita natalizia: quella voce che ti scuote, ti fa pensare e, se sei un genitore, ti fa anche un po’ sudare freddo. Con la sua schiettezza, la sua ironia mai banale e una sensibilità tagliente come una lama affilata, ci costringe a riflettere su cosa voglia dire davvero essere “buoni genitori”. Non quelli perfetti da copertina, ma quelli capaci di fare una cosa difficilissima: insegnare ai figli ad amarsi. Già, perché – come dice Tupini – “Quando tratti male un bambino lui non smette di amare te. Smette di amare se stesso.” E questa, fidati, non è solo una frase a effetto: è un pugno nello stomaco travestito da carezza.
Non serve essere supereroi, basta essere umani
Secondo Gabriella Tupini, i genitori non devono fare magie. Non servono le merendine bio, le attività extrascolastiche in tibetano o il baby yoga. Basta essere presenti, autentici e, soprattutto, affettuosi. Educare, per lei, è un verbo che si coniuga con “ascoltare”, “accogliere” e “rispettare”. Il resto? È rumore di sottofondo.
Il punto centrale è che un bambino, per imparare ad amarsi, ha bisogno di uno sguardo che lo veda davvero. Non solo quando prende dieci, ma anche quando sbaglia. Non solo quando è sorridente, ma anche quando fa i capricci al supermercato come se fosse posseduto da un demone delle offerte.
L’amore incondizionato… mica tanto scontato
Tupini mette il dito in una piaga diffusa ma spesso nascosta sotto il tappeto: quella dei genitori che “amano, ma solo se”. Solo se il bambino è obbediente, solo se è bravo, solo se non dà fastidio. Ma, come dice lei, l’amore non può essere un premio a punti tipo la raccolta del supermercato.
Un figlio che si sente accettato solo a certe condizioni, prima o poi, inizierà a pensare di valere poco. E il problema è che questo pensiero si incolla dentro e resta lì per anni. A volte, per sempre.
Perciò no, non è vero che i bambini “dimenticano tutto”. Non dimenticano. Incassano, interiorizzano e – purtroppo – imparano a farsi piccoli pur di non perdere l’amore di mamma e papà. E da adulti, magari, si portano dietro ferite invisibili, ma profondissime.
Perché un figlio che si ama… ti ama davvero
C’è una verità semplice ma geniale nelle parole di Tupini: quando un bambino si sente amato in modo sano, impara ad amare anche se stesso. E quando ama se stesso, indovina un po’? Ama anche te, genitore, in modo libero, autentico, senza paure né ricatti emotivi.
Non sarà un amore basato sul bisogno disperato di approvazione, ma sulla gratitudine. Non sarà un “ti amo perché ho paura di perderti”, ma un “ti amo perché so che anche senza di te valgo qualcosa”.
E questo – diciamocelo – è il più bel regalo che un genitore possa ricevere. Altro che lavoretti con la pasta secca per la festa della mamma.
Una relazione che si costruisce giorno dopo giorno
Gabriella Tupini non ci giudica, ma ci accende la luce in una stanza che spesso preferiamo lasciare al buio. Ci ricorda che essere genitori non è un titolo, è una relazione che si costruisce ogni giorno, con pazienza, umiltà e tanto amore.
Perché alla fine, educare un figlio non vuol dire riempirlo di regole, ma di amore. Quello vero, che non punisce ma accompagna, che non umilia ma incoraggia.
Quello che gli fa dire, crescendo: “Io valgo. E i miei genitori sono stati la mia prima conferma.”
E se ti stai chiedendo da dove iniziare, Gabriella risponderebbe: smetti di urlare. E abbraccialo.
Frasi di Gabriella Tupini sui genitori
- “I genitori che amano i figli sono pochi.”
- “Un vero genitore riesce a capire il figlio senza giudicarlo.”
- “Sacrificare il bambino vuol dire sacrificare se stessi.”
- “Sei incompreso da tuo figlio? Impara ad ascoltarlo.”
- “Chi non fa figli non è né al di sopra né al di sotto di chi fa figli. Siamo tutti nella stessa barca…”
- “Amare un figlio vuol dire accettare che il figlio è diverso da noi.”
- “Se i figli non hanno voglia di studiare è perché stanno male.”
- “Quando tratti male un bambino lui non smette di amare te. Smette di amare se stesso.”
- “I genitori chiedono ai figli ‘Come è andata oggi la scuola?’ e invece dovrebbero chiedere ‘Sei stato bene oggi?’”
- “Per amare occorre essere liberi, per essere liberi occorre essere stati amati…”
- “Se tuo figlio si chiude in camera e non ha voglia di uscire, non è svogliato. È un grido d’aiuto. Ma puoi ancora raggiungerlo, se impari ad ascoltarlo.”
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