Gabriella Tupini è una voce fuori dal coro. Non una coach, non una guru, non una psicologa da copertina, ma una pensatrice scomoda e profondamente lucida, che parla di consapevolezza come nessuno ha il coraggio di fare: senza dogmi, senza pretese di verità, e soprattutto senza paura di essere messa in discussione. Per lei, la consapevolezza non è un concetto da imparare sui libri, non è un corso di formazione né un video motivazionale da condividere su Instagram con musica epica in sottofondo. È un atto radicale di ribellione personale, un percorso che parte da dentro e che ha un solo, vero obiettivo: smettere di credere a tutto quello che ci hanno raccontato.
La frase-chiave di Gabriella Tupini sulla consapevolezza
“La consapevolezza è liberarsi dei credo che ci hanno dato gli altri, è poter dubitare di tutto.”
Questa frase è una bomba. Ma non una bomba che distrugge: è una bomba che sveglia.
Per Gabriella Tupini, la consapevolezza comincia nel momento in cui smettiamo di ingoiare tutto ciò che ci è stato servito – dai genitori, dalla scuola, dalla religione, dai social, dai telegiornali – come se fosse verità assoluta. Il suo messaggio? Dubitare non è peccato. È salvezza.
Perché, diciamocelo: quante convinzioni ci portiamo dietro solo perché “ce l’ha detto mamma”?
Tipo:
- “I figli si educano con le botte (ma per il loro bene)”
- “Non piangere, sei forte!”
- “Se non studi, nella vita non farai nulla”
Ecco, Tupini invita a mettere tutto questo sotto il microscopio del dubbio. Non per distruggere i genitori, ma per vedere finalmente noi stessi.
I dogmi non cadono da soli: bisogna prenderli a calci
Una delle idee più potenti di Gabriella Tupini è che la consapevolezza è un processo di “de-condizionamento”. Non ci arrivi accumulando conoscenze, ma lasciando andare certezze. E qui arriva un altro paradosso divertente:
“Un ignorante può avere consapevolezza. Un colto può essere completamente cieco.”
Sbam. Perché? Perché sapere le cose non vuol dire capirle davvero.
Tupini dice che capiamo davvero solo quando sentiamo, quando sperimentiamo, quando ci ascoltiamo senza filtri.
Ecco perché la consapevolezza non ha bisogno di prove esterne: non si fonda su dati, ma su intuizioni profonde, che arrivano quando cominci a vedere il mondo senza gli occhiali della mente condizionata.
Meno fede negli altri, più ascolto di sé
Un altro colpo di genio (e di grazia) arriva quando afferma:
“La consapevolezza è la capacità di togliere tutto ciò che ci hanno raccontato gli altri e di far leva su quello che sperimentiamo noi, senza pensare che quello che abbiamo sperimentato è la verità assoluta.”
È come dire: credi solo a ciò che senti davvero, ma non crederci troppo.
Geniale, no?
Perché se la trappola delle credenze altrui è pericolosa, lo è anche l’ego spirituale che si monta la testa appena ha “capito qualcosa”. Tupini ci ricorda che anche le nostre esperienze vanno trattate con leggerezza, con dubbio, con umiltà. E che la verità non è una proprietà privata, ma un sentiero personale che cambia continuamente.
Consapevolezza in famiglia: quando i genitori hanno torto
E qui veniamo al punto caldo. Tupini ha le idee chiarissime:
“Se io alzo la mano su un figlio, non lo faccio per il suo bene. Lo faccio perché sono nevrotico.”
Altro che “educazione severa ma giusta”. Secondo lei, la consapevolezza passa anche da un’onesta ammissione dei propri limiti, delle proprie ferite, delle proprie frustrazioni.
Il genitore consapevole non è quello che “sa cosa è giusto per il figlio”. È quello che si chiede:
- Perché sto reagendo così?
- Sto davvero aiutando mio figlio o sto solo sfogando il mio malessere?
- Questa regola viene dal cuore o da mio padre del 1964?
La consapevolezza è anche guardare in faccia il passato, i genitori, le abitudini, le ferite, e dire: “Ok, grazie. Ma adesso scelgo io.”
Dubitare di tutto. Anche di Gabriella Tupini
E qui sta la grandezza del suo pensiero. Non vuole adepti, non vuole discepoli, non vuole “seguaci”. Anzi, dice chiaro e tondo:
“Se dubitate anche di me, benissimo. Ci mancherebbe.”
Perché la consapevolezza, quella vera, non si appoggia su nessuno, nemmeno su chi la insegna. Si costruisce da sé, con curiosità, esperienza e tanto sano dubbio.
Gabriella Tupini come una voce che ci invita al risveglio
Gabriella Tupini non ci vuole “più intelligenti”, ci vuole più svegli. Ci invita a smettere di credere, e cominciare a sentire. A fare pulizia dentro, a liberarci dalle etichette e dai dogmi, a non aver paura di mettere in discussione anche ciò che ci hanno insegnato per amore.
Perché la consapevolezza, come dice lei,
“È saper vedere, saper leggere, saper capire… senza basarsi su quello che dicono gli altri.”
E allora facciamolo. Cominciamo a dubitare, con gusto. E se qualcuno ci dice che sbagliamo, possiamo sempre rispondere con ironia: “Sarà, ma almeno è un errore mio.”
Frasi di Gabriella Tupini sulla consapevolezza
- “La consapevolezza è quella cosa che si sente senza bisogno di prove all’esterno. Naturalmente è importante non essere creduli, perché la maggior parte dell’umanità lo è.”
- “Riconoscere in modo decondizionato indica un processo in cui alcuni dogmi della mente cadono, cioè si comincia a mettere in dubbio tutto quello che ci hanno raccontato, e questo fa cadere dei dogmi.”
- “Man mano che cade la mente condizionata, noi cominciamo a vedere con occhi diversi il mondo.”
- “Il capire profondamente, veramente le cose, non dipende dalla cultura, anche se ad alcune persone la cultura serve ad aprire un pochino la coscienza.”
- “La consapevolezza è liberarsi dei credo che ci hanno dato gli altri e poter dubitare di tutto.”
- “La consapevolezza è togliere le rimozioni.”
- “La consapevolezza non è un insieme di nozioni, è la capacità di accettare solo ciò che sperimentiamo, è la capacità di non appoggiarsi a delle figure simboliche, è la capacità di appoggiarsi al centro che abbiamo qui.”
- “La consapevolezza è saper vedere, saper leggere, saper capire, non basarsi su quello che dicono gli altri.”
- “La consapevolezza è la capacità di togliere tutto ciò che ci hanno raccontato gli altri e di far leva su quello che sperimentiamo noi, senza pensare che quello che abbiamo sperimentato è la verità assoluta.”
- “La gente dice che se noi dubitiamo di tutto, allora dubitiamo anche di lei la verità è che dovete sentire se vi corrisponde dentro.”
- “La consapevolezza vuol dire io so che sono consapevole di una cosa perché l’ho sperimentata fuori o dentro di me, possibilmente dentro di me.”
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