Frasi di Gabriella Tupini sull’emotività, ti aiuteranno ad accettare il pianto dei tuoi figli e non ti darà più fastidio

Gabriella Tupini è una di quelle persone che parlano di emozioni senza paura di sembrare “troppo”. Psicoterapeuta e scrittrice, è diventata un punto di riferimento per chi vuole riconnettersi con la propria parte più autentica, quella che la società spesso ci insegna a mettere a tacere. Nelle sue parole c’è sempre un invito gentile, ma deciso, a smettere di trattenere ciò che sentiamo.

Perché una persona non dovrebbe piangere? Se le viene da piangere, lasciateglielo fare!”, dice con la naturalezza di chi ha capito che la libertà emotiva è una forma di salute.

Eppure, viviamo in un mondo in cui il pianto è quasi una vergogna. Se qualcuno si commuove, parte immediatamente la reazione automatica: “Dai, non piangere”. Un gesto che sembra empatico, ma che in realtà spesso serve più a tranquillizzare noi che l’altro.

Frasi di Gabriella Tupini sull’emotività

“Non vogliamo vedere piangere le persone perché abbiamo paura…”

Una delle frasi più potenti di Gabriella Tupini è questa:

Non vogliamo vedere piangere le persone perché abbiamo paura di risvegliare dentro di noi certe emozioni, attraverso l’altro, per cui spesso le persone emotive non vengono sopportate.”

Una frase che taglia come un bisturi, ma guarisce come una carezza.
Perché è vero: chi piange ci mette a disagio non tanto per ciò che esprime, ma per ciò che risveglia in noi. Il dolore dell’altro è uno specchio che ci mostra quello che preferiremmo non vedere: la nostra stessa vulnerabilità.

Così, per difenderci, cerchiamo di zittire le emozioni altrui. Ma come sottolinea Gabriella Tupini, questo è solo un modo di rimuovere il nostro “patrimonio emotivo”, come lo chiama lei: quel tesoro interiore che fin da piccoli abbiamo imparato a sacrificare “a favore della mente condizionata, perché sappiamo che è quello che vogliono i nostri genitori”. In altre parole, abbiamo imparato che essere emotivi è “sbagliato”, e ora, da adulti, continuiamo a trasmettere lo stesso messaggio.

Piangere non è un errore: è un linguaggio

Gabriella Tupini ci ricorda che piangere non è un segno di debolezza, ma un modo naturale di esprimere ciò che non riusciamo a dire con le parole. È un linguaggio antico, istintivo, che non andrebbe mai censurato. Eppure lo facciamo in continuazione, anche con i nostri bambini.

Quando un bambino piange, il genitore medio (cioè tutti noi) si sente agitato. C’è chi corre a prenderlo in braccio, chi dice “non piangere, non è niente”, chi si sente un fallimento. Ma, come spiega Tupini:

Quando un genitore dice al bambino di non piangere, si sente più tranquillo, ma in questo modo condiziona la sua mente.”

In pratica, quel “non piangere” serve più a calmare il genitore che il figlio. È una sorta di anestesia familiare: invece di imparare ad accogliere l’emozione, la chiudiamo in un armadio insieme a tutte le altre scomode.

Come le parole di Gabriella Tupini ci aiutano a cambiare sguardo sui bambini (e su noi stessi)

Provate a pensarci: quante volte da piccoli ci hanno detto di “non piangere per cose stupide”? E quante volte oggi diciamo la stessa cosa ai nostri figli?
Eppure, come ci ricorda Gabriella Tupini, ogni lacrima è un messaggio del cuore. Cercare di farla smettere “ad ogni costo” significa interrompere un processo naturale di liberazione.

Accettare il pianto di un bambino – o di un adulto – non significa lasciarlo nel dolore, ma riconoscere che sta sentendo qualcosa di vero. E se impariamo a farlo, forse smetteremo di avere paura anche delle nostre emozioni.

Un po’ di verità per chi dice “non piangere”

Ammettiamolo: dire a qualcuno “non piangere” è come dire a un vulcano “non eruttare”. Funziona poco, e fa anche male al paesaggio. Gabriella Tupini ci invita invece a fare una cosa controintuitiva: restare lì. Ascoltare. Lasciare che l’emozione scorra, anche se fa rumore, anche se ci mette a disagio. Perché, come direbbe lei, le lacrime non sono un guasto del sistema: sono il sistema che funziona.

Imparare a piangere (e a lasciar piangere)

L’emotività, per Gabriella Tupini, è la nostra parte più vera, quella che ci rende vivi e capaci di connessione. Reprimerla significa disimparare ad essere umani. E allora, la prossima volta che un bambino piange, o che un amico si commuove davanti a noi, proviamo a non scappare. Magari non serve dire nulla. Basta esserci. Perché, come ci insegna Gabriella Tupini, accettare le lacrime degli altri è anche un modo per fare pace con le nostre.

Frasi di Gabriella Tupini sull’emotività

  1. Noi abbiamo molte remore per chi si lascia andare alle emozioni. Se una persona piange, immediatamente le chiediamo di non farlo.”
  2. Perché una persona non dovrebbe piangere? Se le viene da piangere, lasciateglielo fare!
  3. Non vogliamo vedere piangere le persone perché abbiamo paura di risvegliare dentro di noi certe emozioni, attraverso l’altro, per cui spesso le persone emotive non vengono sopportate.”
  4. Tutti noi fin da piccoli, cominciamo a rimuovere il nostro patrimonio emotivo, a favore della mente condizionata, perché sappiamo che è quello che vogliono i nostri genitori.”
  5. Quando un genitore dice al bambino di non piangere, si sente più tranquillo, ma in questo modo condiziona la sua mente.”

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