Gianni Rodari non è stato solo uno scrittore per bambini. È stato un pensatore per l’infanzia, un poeta del quotidiano capace di trasformare un errore in una scoperta e una lacrima in una lezione di vita. Nato nel 1920 a Omegna, sul Lago d’Orta, Rodari fu maestro, giornalista, partigiano, e soprattutto un rivoluzionario del linguaggio: uno che credeva che la fantasia fosse un diritto, non un passatempo. Nei suoi libri, i bambini non sono mai figure passive da educare, ma protagonisti attivi, liberi di sbagliare, ridere, e inventare parole nuove.

Gianni Rodari: l’uomo che prese sul serio la fantasia
Gianni Rodari non sopportava i toni moralisti né le lezioni “da grandi”. Sapeva che il modo migliore per parlare ai bambini è prenderli sul serio e farlo con leggerezza. In Grammatica della fantasia, il suo “manuale di creatività”, scriveva:
“Vale la pena che un bambino impari ridendo quello che può imparare ridendo.”
Un manifesto, più che una frase. Per lui, il gioco e l’immaginazione sono strumenti di libertà. Ogni racconto, ogni filastrocca, è un invito a pensare in modo diverso, a non avere paura di sbagliare, a dare valore all’errore come parte del percorso. E anche quando parlava di temi difficili – la povertà, la fame, la guerra – riusciva a farlo con delicatezza, usando parole che entrano dritte nel cuore (e spesso ci restano).
“Quanto pesa una lacrima?”: una lezione di empatia
Tra le tante frasi rimaste celebri, una colpisce per la sua potenza:
“La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.”
È una di quelle frasi che ti restano in testa, come una melodia malinconica. Gianni Rodari, con la semplicità di un maestro di scuola, ci spiega la differenza tra il dolore e il capriccio, tra il bisogno vero e la voglia passeggera.
Non è una frase “contro” i bambini, tutt’altro. È un invito agli adulti a capire da dove vengono le lacrime. Perché dietro ogni pianto, anche quello più irritante, c’è sempre un messaggio: un bisogno di attenzione, di affetto, di confine. Ma allo stesso tempo Rodari ci invita a guardare oltre la nostra cucina in disordine e il gelato caduto per terra: ci ricorda che nel mondo ci sono lacrime ben più pesanti, quelle di chi non ha pane, né giochi, né carezze.
Come fermare il capriccio di un bambino senza perdere la pazienza
Applicare Rodari nella vita quotidiana è più semplice di quanto sembri. Quando tuo figlio si butta a terra perché non vuoi comprargli la settima macchinina blu, puoi provare con un piccolo “gioco rodariano”: invece di sgridarlo o cedere, raccontagli una storia. Magari proprio quella di una lacrima che pesava meno del vento, e che un giorno incontrò un’altra lacrima, molto più pesante, e decise di imparare da lei come diventare utile.
È un modo poetico – e sorprendentemente efficace – per insegnare ai bambini la differenza tra “volere tutto” e “avere abbastanza”. Rodari ci direbbe che la fantasia è la scorciatoia più gentile verso la saggezza: se vuoi insegnare un valore, non fare la predica, racconta una storia.
Gianni Rodari oggi: un classico sempre attuale
A più di cinquant’anni da Favole al telefono, Gianni Rodari resta attualissimo. In un’epoca in cui tutto corre, lui ci invita a fermarci, a guardare un bambino e a pensare: “Chissà che cosa sta immaginando adesso?”. Ci insegna che educare non significa “riempire un secchio”, ma “accendere un fuoco”. E che quel fuoco – la curiosità, la creatività, la compassione – può nascere solo se noi adulti smettiamo di spegnerlo con la fretta e l’abitudine.
Gianni Rodari ci ha lasciato un’eredità semplice ma rivoluzionaria: prendere sul serio la leggerezza, e insegnare ai bambini (e a noi stessi) che ogni lacrima ha un peso diverso. La prossima volta che tuo figlio piange per un biscotto rotto, prova a pensarci: quella lacrima pesa meno del vento, sì. Ma se la ascolti con il cuore, può insegnarti a riconoscere – e a rispettare – quelle che pesano più di tutta la terra.
Frasi di Gianni Rodari sui bambini
- “Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa.”
- “Non si può essere mai sicuri di quello che un bambino impara guardando la televisione. E non si deve mai sottovalutare la sua capacità di reagire creativamente al visibile.”
- “Un ‘libbro’ con due b sarà soltanto un libro più pesante degli altri, o un libro sbagliato, o un libro specialissimo?”
- “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”
- “Quanto pesa una lacrima? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.”
- “Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.”
- “La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.”
- “Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente.”
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