Frasi di Giovanni Allevi sulla felicità, i tuoi figli capiranno cosa li rende davvero appagati e felici, e ti rilasserai

Quando pensi a Giovanni Allevi, ti vengono subito in mente due cose: il pianoforte e quei ricci ribelli che sembrano avere vita propria. Ma ridurre Allevi a un semplice musicista sarebbe come dire che la pizza è solo pane con sopra del pomodoro: un’ingiustizia colossale. Giovanni Allevi è un filosofo con le mani sulle note, un uomo che ha trasformato la sofferenza in forza e che parla di felicità con la stessa naturalezza con cui altri parlano del meteo. E in un mondo dove tutti vogliono dirti come devi vivere – dai guru su Instagram alle zie che commentano le tue scelte a Natale – lui ci regala una frase che è quasi un pugno nello stomaco, ma di quelli buoni:

Il mondo può pensarla come vuole, ma solo io posso sapere cosa mi rende felice o meno.”

Frasi di Giovanni Allevi sulla felicità

La felicità secondo Allevi: né manuali, né ricette

Per Giovanni Allevi la felicità non è un corso motivazionale da 499 euro o una lista di “10 cose da fare prima dei 40”. È qualcosa di molto più semplice e allo stesso tempo più rivoluzionario: capire cosa ci fa stare bene, anche se agli altri sembra assurdo.

Ne ha scritto in I nove doni. Sulla via della felicità, un libro nato dal suo percorso di malattia e rinascita. Un testo che non ti dice come diventare felice in tre mosse, ma che ti mostra come persino il dolore possa diventare un maestro, se lo ascolti. Per lui la felicità è personale, intima, non fotocopiabile.

Perché questa frase ci riguarda da vicino

La frase di Allevi – “solo io posso sapere cosa mi rende felice” – suona come un invito a piantarla di cercare approvazione costante. Quanti di noi si sono infilati in lavori, relazioni o abitudini solo per accontentare qualcun altro? E quanti continuano a farlo?

Lui ci dice: basta. Se ti rende felice collezionare francobolli con i dinosauri, fregatene se il resto del mondo pensa che sei strano. Alla fine, l’unico criterio che conta è come ti senti tu.

E i figli? Non sono mica spartiti da suonare a memoria

Qui arriva la parte che ci interessa come genitori: se questa regola vale per noi, vale doppio per i nostri figli. Noi li guardiamo e pensiamo di sapere già cosa li farà felici: la scuola “giusta”, lo sport “che dà disciplina”, l’amico “perbene”. Ma in realtà non possiamo infilargli in tasca la felicità come fosse una merendina.

Il rischio è di trasformarci in direttori d’orchestra che urlano agli ottoni quando entra il momento dei violini. Ma i nostri figli non sono strumenti da controllare: sono piccoli compositori che devono scrivere la loro musica.

E se lasciamo che scoprano da soli cosa li rende felici, noi ci guadagniamo due volte: loro imparano ad ascoltarsi, e noi smettiamo di impazzire cercando di aggiustare ogni nota della loro vita.

Un beneficio collaterale non da poco

Immagina: tuo figlio scopre che la felicità per lui è dipingere muri di graffiti o diventare apicoltore. Tu magari all’inizio impallidisci: pensavi a un avvocato o a un ingegnere. Ma poi lo vedi sorridere, sereno, a suo agio nel mondo. E ti accorgi che, in fondo, è molto più rilassante avere un figlio felice che un figlio “perfetto”.

Perché se la felicità è personale, allora il nostro compito di genitori non è scrivere la partitura, ma solo fare in modo che abbiano gli strumenti accordati.

La felicità è un atto di libertà personale

Giovanni Allevi ci ricorda che la felicità non è un obbligo, né un modello da seguire. È un atto di libertà personale, un dono che ciascuno deve scartare a modo suo.

E forse il vero gesto d’amore verso i nostri figli è proprio questo: smettere di voler sapere noi cosa li renderà felici e lasciarli liberi di scoprirlo. Noi, intanto, possiamo goderci lo spettacolo. Magari con un po’ di buona musica di sottofondo.

Frasi di Giovanni Allevi sulla felicità

  1. “Il mondo può pensarla come vuole, ma solo io posso sapere cosa mi rende felice o meno.”
  2. “Kitai, dicono i giapponesi, e noi traduciamo con attesa. Ciò che di bello arriva subito, subito se ne va. Ciò che è davvero bello e importante si fa attendere.”
  3. “La mia fragilità è la mia forza.”
  4. “Il segreto della felicità risiede nel comprendere che siamo tutti esseri umani, e in quanto tali commettiamo sempre errori.”
  5. “La storia torna sui propri passi ma a ogni giro della spirale si arricchisce di altri elementi. Per questo ci sarà sempre una musica nuova, generata non da drastiche rivoluzioni, ma da morbide evoluzioni a partire da ciò che è stato e ciò che è intorno.”
  6. “Ogni cosa può iniziare, perché soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un’idea sorretta dall’emozione.”
  7. “Se non vogliamo condannarci all’infelicità, dobbiamo tenere la mente sgombra e sforzarci di trovare un contatto con il mistero e il vuoto che è dentro di noi.”

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