Frasi di Haruki Murakami sulla solitudine, aiutano a superare il dolore per la perdita di una persona cara: sono potenti

Haruki Murakami è uno di quegli autori che, anche se non hai mai letto, ti sembra di conoscere. Forse perché la sua solitudine somiglia un po’ alla nostra. Nelle sue pagine c’è sempre qualcuno che cammina da solo, prepara spaghetti di mezzanotte e ascolta vinili di jazz mentre il mondo intorno si sgretola. È un modo tutto suo per raccontare la vita: malinconica, bizzarra, ma anche tremendamente vera.

Frasi di Haruki Murakami sulla solitudine
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Chi è Haruki Murakami

Haruki Murakami è un tipo riservato, quasi schivo. Corre ogni mattina, traduce romanzi americani e ama così tanto il silenzio che a volte sembra parlare proprio con quello. Non è uno scrittore “di pancia”, ma uno che costruisce le parole come un artigiano, pezzo dopo pezzo, mentre la solitudine gli siede accanto come una vecchia amica.

Per lui la solitudine non è un difetto, né una malattia da curare. È una condizione dell’anima. In L’arte di correre dice che la solitudine è “una lama a doppio taglio”: ti protegge dal mondo, ma a volte ti taglia dentro. È la stessa idea che ritorna in Norwegian Wood, dove scrive che “nessuno ama davvero essere solo, ma a volte è meglio della delusione”.

La solitudine secondo Murakami

Per Murakami, la solitudine non è un castigo, ma un modo per conoscersi. I suoi personaggi – da Toru Watanabe di Norwegian Wood a Tengo di 1Q84 – vivono momenti di isolamento profondo, eppure in quel vuoto imparano a respirare. È come se Murakami ci dicesse: “Non scappare dal silenzio. Siediti dentro di lui e ascolta cosa ha da dirti.”

Ecco perché la sua solitudine non è mai davvero vuota: dentro ci sono sogni, paure, gatti parlanti, pozzi misteriosi e canzoni jazz. È un universo in cui anche il dolore trova una forma poetica, quasi rassicurante.

“Continuare a vivere da soli in un luogo da cui qualcuno se n’è andato…”

Tra le tante frasi di Haruki Murakami, ce n’è una che colpisce come un pugno allo stomaco (ma anche un po’ ti consola):

Mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile continuare a vivere da soli in un luogo da cui qualcuno se n’è andato, ma non esiste nulla di così crudele in questo mondo come la desolazione di non avere più nulla in cui sperare.”

Questa frase, tratta da L’uccello che girava le viti del mondo, parla del dolore più grande: la perdita. Quando qualcuno se ne va – una persona amata, un amore finito, o anche solo un pezzo di vita – ci sentiamo intrappolati in un luogo che non ci appartiene più. Eppure Murakami non ci lascia lì. Ci dice, con la sua voce tranquilla e tagliente, che la vera crudeltà non è la solitudine, ma la mancanza di speranza.

In altre parole: il dolore può convivere con la speranza, ma la disperazione no. Possiamo essere soli, ma finché abbiamo un motivo per alzarci dal letto, per fare una corsa o per cucinare due uova al sugo (come fanno i suoi personaggi), non siamo mai del tutto perduti.

Quando la solitudine diventa una cura

Murakami non dà mai consigli diretti – non è il tipo da “10 regole per essere felici” – ma tra le righe ci dice che la solitudine può essere un luogo di guarigione. Non devi riempirla a tutti i costi. A volte basta ascoltarla. È lì che riscopri chi sei, cosa ti manca e, soprattutto, che puoi ancora ricominciare.

Per lui, il dolore non è qualcosa da cancellare, ma da attraversare, come una lunga corsa sotto la pioggia. Alla fine non sei più lo stesso: sei un po’ più forte, un po’ più leggero e forse anche un po’ più libero.

La solitudine è un paesaggio interiore

Haruki Murakami ci insegna che la solitudine non è un buco nero, ma un paesaggio interiore. Ci cammini dentro, inciampi nei ricordi, ascolti il rumore del tuo cuore e – se hai pazienza – scopri che anche il silenzio ha un suono.

E forse è proprio questo il suo segreto: farci capire che non serve riempire ogni vuoto. A volte basta restarci dentro, con una tazza di tè e una canzone di Miles Davis, aspettando che, da qualche parte, torni la speranza.

Frasi di Haruki Murakami sulla solitudine

  1. In certi aspetti della mia vita cerco attivamente la solitudine. Soprattutto per chi fa il mio mestiere, la solitudine è, più o meno, una circostanza inevitabile. Tuttavia, a volte, questa sensazione di isolamento, come un acido che fuoriesce da una bottiglia, può inconsciamente corrodere il cuore di una persona e dissolverlo. È anche una specie di arma a doppio taglio: mi protegge, ma allo stesso tempo mi consuma lentamente dall’interno.”
  2. Come una terra arida che accoglie la pioggia, lasciò che la solitudine, il silenzio e l’isolamento lo inondassero.”
  3. Quando ripenso a me stesso a vent’anni, ciò che ricordo di più è la solitudine. Non avevo una ragazza che riscaldasse il mio corpo o la mia anima, né amici con cui aprirmi. Non avevo idea di cosa fare ogni giorno, né una visione del futuro. Per lo più rimanevo nascosto dentro me stesso. A volte passavo una settimana intera senza parlare con nessuno.”
  4. Mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile continuare a vivere da soli in un luogo da cui qualcuno se n’è andato, ma non esiste nulla di così crudele in questo mondo come la desolazione di non avere più nulla in cui sperare.”
  5. A nessuno piace essere solo così tanto. Non è che eviti di proposito di fare amicizia, è solo che alla fine porta sempre a una delusione.”
  6. Una solitudine pura e una pace profonda. Le cose migliori che la luna potesse offrire agli uomini.”

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