Il 26 maggio si ricorda la scomparsa di Martin Heidegger, filosofo tedesco tra i più discussi e influenti del Novecento. Non solo per il suo pensiero rivoluzionario, ma anche per quel suo modo tutto particolare di parlare del tempo, che faceva sembrare l’orologio da polso uno strumento quasi sacro. Per lui, il tempo non era solo quello che scandisce il pranzo della domenica o l’ora della sveglia: era l’essenza stessa dell’essere umano. E sì, secondo Heidegger, perdere tempo è un crimine esistenziale.

Martin Heidegger: tra pensiero profondo e silenzi rumorosi
Heidegger non era uno da frasi ad effetto o selfie filosofici. Era un uomo burbero, chiuso nella sua baita nella Foresta Nera, amante del silenzio e delle camminate nei boschi. Lì, in mezzo ai pini e lontano dal chiacchiericcio del mondo, scriveva opere che ancora oggi fanno tremare i banchi degli studenti di filosofia.
La sua opera più famosa, Essere e tempo (1927), è un mattone, sì, ma un mattone pieno di dinamite concettuale. In quel libro, Heidegger ci lancia una domanda tanto semplice quanto spiazzante: che vuol dire “essere”? E la risposta, sorprendentemente, passa proprio dal tempo.
Il tempo secondo Heidegger: non quello dell’orologio
Per Heidegger, il tempo non è quello che misuriamo con il cellulare o che perdiamo scrollando TikTok. È qualcosa di molto più personale e profondo. Lo chiama “tempo esistenziale”, cioè il modo in cui viviamo il nostro tempo, nel senso di essere nel mondo.
Secondo lui, viviamo male il tempo quando ci lasciamo vivere, quando seguiamo la folla, le mode, le scadenze imposte da altri. In quei momenti, non siamo veramente noi: siamo il “si dice”, il “si fa”, il “si deve”. È solo quando ci rendiamo conto che la nostra vita ha un termine — la morte — che cominciamo a prenderla sul serio. Heidegger lo chiama essere-per-la-morte, e no, non è una visione deprimente, ma liberatoria: se il tempo è limitato, allora va vissuto in modo autentico.
Non sprecare il tuo tempo: il messaggio più tagliente di Heidegger
Ecco il punto centrale del suo pensiero: la consapevolezza della morte ci sveglia. Come una secchiata d’acqua gelata che ci fa dire: “Ehi, sto davvero vivendo la vita che voglio?”
Per Heidegger, sprecare il tempo è come buttare via se stessi. Significa vivere nell’inerzia, nel rumore di fondo della quotidianità, invece che agire in modo autentico, prendendo decisioni vere, nostre.
Non è un caso che il filosofo fosse un grande amante della solitudine:
“Quando siamo soli, il tempo ci parla.”
Una frase che oggi potrebbe suonare come una didascalia Instagram sotto una foto in bianco e nero, ma che per lui era una verità profonda.
L’eredità di un uomo che voleva svegliarci
Heidegger non è stato un pensatore facile né sempre simpatico (le sue ambiguità politiche restano un’ombra sul suo profilo), ma è stato uno che ci ha messo davanti allo specchio. Il suo messaggio? Smettila di perdere tempo, perché il tempo è ciò che sei.
Nel giorno in cui lo ricordiamo, forse potremmo prenderci cinque minuti – cinque autentici, silenziosi, veri – per chiederci: sto vivendo una vita mia, o quella che qualcun altro ha deciso per me?
E magari, potremmo iniziare a cambiare qualcosa.
20 frasi di Heidegger sul tempo
- “Il tempo è l’orizzonte di ogni comprensione dell’essere.”
- “L’esserci è il suo passato nel modo del suo essere che, detto grossolanamente, ‘accade’ sempre a partire dal suo futuro.”
- “Il futuro è il senso primario dell’esistenzialità.”
- “La temporalità si temporalizza come un avvenire che va nel presente passando attraverso l’esser-stato.”
- “L’esserci è quel determinato ente che si comprende a partire dal suo futuro.”
- “La temporalità è la condizione di possibilità della storicità.”
- “La temporalità è l’originario ‘fuori di sé’ in sé e per sé.”
- “La temporalità dell’Esserci sviluppa il calcolo del tempo.”
- “Non diciamo: ‘Il tempo passa’, ma ‘il tempo si temporalizza’.”
- “Il tempo è l’autentico principio dell’individuazione.”
- “L’esserci non è nel tempo, ma è il tempo stesso.”
- “Il tempo è l’orizzonte trascendentale della domanda sull’essere.”
- “La temporalità estatica è la condizione originaria della trascendenza dell’esserci.”
- “L’ora è il mero attimo, non il presente autentico.”
- “La nostra analisi dell’esserci segue il filo conduttore dell’essere-nel-mondo, e questo implica che noi interpretiamo il fenomeno del tempo in vista del mondo.”
- “La temporalità è l’unità originaria dell’unità delle estasi del tempo.”
- “Il tempo non è qualcosa che si trova là fuori nel mondo, ma è ciò che rende possibile l’essere-nel-mondo.”
- “La temporalità rivela se stessa come il senso della cura autentica.”
- “Il presente autentico è l’attimo della decisione.”
- “La temporalità è la radura dell’essere stesso.”
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