Henry Miller non è stato solo uno scrittore. È stato un terremoto con la macchina da scrivere, un filosofo con la faccia da ubriacone allegro e il cuore di un poeta indecente. Nato a New York nel 1891 e morto il 7 giugno 1980, Miller ha passato buona parte della sua esistenza a sfidare la morale, la noia e le mezze misure. Non gli interessava piacere: voleva vivere. E vivere davvero, per lui, significava mandare all’aria convenzioni, orari d’ufficio, relazioni ipocrite e ogni forma di prudenza.

“Un lungo rinvio”: la condanna di chi aspetta il momento giusto
Secondo Miller, il mondo è pieno di gente che aspetta. Aspetta il lavoro giusto. L’amore giusto. Il momento giusto. La pensione. E poi, quando (forse) arriva, è troppo tardi. In libri come Tropico del Cancro o Tropico del Capricorno, Miller racconta la sua fuga da questa trappola: la routine, l’apparenza, la sicurezza che soffoca.
Per lui, il problema non era tanto la morte, ma la non-vita. Quella che si consuma nell’attesa. “Un lungo rinvio” è la vita di chi si autocensura, di chi si trattiene, di chi cammina sul filo del “meglio di no” invece che buttarsi nel “ma sì, dai!”. Miller non era così. Miller si buttava. Anche senza paracadute. E magari si schiantava, ma almeno lo faceva a petto nudo e con una risata.
Scrivere per (soprav)vivere: Henry Miller e il suo inno all’eccesso
La scrittura era il suo modo di vivere intensamente. Non di raccontare la vita: di farla accadere. Nei suoi romanzi non ci sono trame eleganti o frasi da cioccolatino. Ci sono urla, sesso, sogni, malinconia, filosofia ubriaca e una risata che sa di libertà. E c’è sempre la sensazione che ogni riga sia stata scritta come se fosse l’ultima.
Non a caso, fu censurato per anni. I suoi libri erano troppo osceni, nel senso più vero del termine: mettevano in scena quello che tutti vedevano ma nessuno voleva nominare. E dietro quell’oscenità, c’era la verità. Una verità cruda, impudica e viva.
Vivere come Henry Miller
Vivere come lui? Difficile, ma non impossibile. Non serve trasferirsi a Parigi con due dollari in tasca o scrivere lettere infuocate ad Anaïs Nin. Basta iniziare a non rimandare. Basta smettere di vivere “dopo”. Dopo il weekend, dopo la laurea, dopo che i figli crescono, dopo la prossima dieta. Per Miller, ogni “dopo” era una bugia ben vestita. Un alibi con il vestito della domenica.
La sua filosofia era semplice e brutale: la vita o la si vive ora, o è già andata. E se nel frattempo puoi scrivere qualcosa di onesto, di sporco e di meravigliosamente inutile, ancora meglio.
Henry Miller oggi: più attuale che mai
Oggi che viviamo tra notifiche, ansie da prestazione e una fame cronica di approvazione, le parole di Miller suonano come uno schiaffo liberatorio. Ci ricordano che si può – si deve – scegliere la vita vera. Quella imperfetta, rumorosa, scomoda. Quella che non si può postare su Instagram senza che qualcuno ti segnali.
Il 7 giugno non celebriamo solo la morte di un autore. Celebriamo la vita di un uomo che non ha mai smesso di affermare, con ostinazione e ironia, che vivere davvero è l’unica forma possibile di rivoluzione.
“La vita, com’è chiamata, è per molti di noi un lungo rinvio. Un rimandare continuo, fino a quando non ci accorgiamo che non c’è più tempo.”
Frasi di Henry Miller sulla vita
- “La vita ha come scopo il vivere, e vivere significa essere consci, gioiosamente, ebbramente, serenamente, divinamente consci.”
- “Occorre dare un senso alla vita per il semplice fatto che essa non ha senso.”
- “La vita, com’è chiamata, è per molti di noi un lungo rinvio.”
- “Per me la serenità vale più della felicità. Felicità è una parola molto sopravvalutata. È la gioia che conta, o la beatitudine.”
- “Sviluppa interesse nella vita mentre la osservi; nelle persone, cose, letteratura, musica – il mondo è così ricco, semplicemente fremente di ricchi tesori, belle anime e persone interessanti. Dimentica te stesso.”
- “Il mondo non deve essere messo in ordine, il mondo è l’ordine incarnato. Sta a noi trovare la maniera di inserirci armoniosamente in esso.”
- “Se Dio non è amore, non vale la pena che esista.”
- “L’arte non insegna nulla se non il significato della vita.”
- “Ogni uomo con la pancia piena di classici è un nemico della razza umana.”
- “Essere completamente fiduciosi, creduloni fino all’idiozia, arrendersi senza riserve, è una delle gioie supreme della vita.”
- “Nessuno metterebbe una sola parola sulla carta se avesse il coraggio di vivere ciò in cui crede.”
- “Il mondo è lo specchio di me morente.”
- “La musica è l’apriscatole dell’anima.”
- “Non ho né soldi, né risorse, né speranze. Sono l’uomo più felice del mondo.”
- “In un giorno come oggi capisco quel che vi ho già ripetuto cento volte: che non c’è niente di sbagliato al mondo. Quel che è sbagliato è il nostro modo di guardarlo.”
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