Julio Velasco non è solo un allenatore leggendario, è un filosofo dello sport con l’accento argentino e l’ironia di chi ha capito che la vita, come la pallavolo, si gioca soprattutto nella testa. È stato il condottiero della “Generazione dei Fenomeni”, l’uomo che ha portato l’Italia del volley ai vertici del mondo, ma è anche un pensatore lucido che ha fatto del concetto di miglioramento una vera e propria missione esistenziale. Velasco non parla di crescita come di un continuo progresso “alla grafico di Excel”. Per lui non esiste una linea che sale dritta e costante. No, per lui migliorare significa prepararsi a un salto di qualità, e per farlo bisogna accettare che prima si attraversano pianure noiose, giorni uguali, ripetizioni infinite.
“Il cervello non impara in quel modo”
Una delle sue frasi più celebri racchiude tutta la sua filosofia:
“Tutti i miglioramenti sono per salto di qualità. Non si tratta di una linea che va in su in diagonale e tutti i giorni migliora un po’. Il cervello non impara in quel modo.”
Tradotto dal “velaschese” al linguaggio comune: il cervello non funziona come una scala mobile che sale lentamente, ma come un’auto che ingrana la marcia solo dopo mille tentativi. Ti alleni, ripeti, ti sembra di non andare da nessuna parte e poi, all’improvviso, zac! qualcosa scatta.
Quello è il salto. Il momento in cui passi dall’acqua al vapore, come spiega lo stesso Velasco:
“È acqua fredda, più tiepida, più calda… ma sempre acqua. A 100 gradi, però, c’è un cambio di qualità: è vapore, si è trasformata in un’altra cosa.”
Ecco, il miglioramento non è il risultato di piccoli passi visibili, ma di una lunga preparazione invisibile che, a un certo punto, esplode in una trasformazione vera.
Gli “scalini” invisibili
Julio Velasco ci dice anche che imparare è un atto di fede nella ripetizione:
“Si impara e si migliora praticando una cosa o studiando una cosa e sembra che non ci sono miglioramenti, però insisto e quell’insistenza è come se fosse la parte dello scalino dove io appoggio il piede.”
Gli “scalini” di cui parla non si vedono, ma si sentono sotto i piedi quando si insiste. Sono fatti di ore di studio, di tentativi, di errori, di allenamenti che sembrano inutili. Fino a che, un giorno, la scala si trasforma in trampolino. È lì che avviene il salto di qualità, quello vero. Non quando tutto è facile, ma quando sei sul punto di mollare.
Il salto di qualità nella vita di tutti i giorni
Il bello è che questo concetto vale per tutti, non solo per chi schiaccia palloni. Vale per chi studia, per chi lavora, per chi cerca di cambiare vita o semplicemente di migliorare se stesso.
Spesso pretendiamo di “vedere” i risultati ogni giorno, come se bastasse piantare un seme e il giorno dopo avere un albero. Velasco ci ricorda che la crescita è noiosa, ripetitiva e apparentemente ferma… ma è proprio lì che accade la magia.
Quando finalmente arriva il salto, tutto cambia forma. Non sei più la stessa “acqua” di prima: sei vapore, sei energia, sei qualcosa di nuovo.
Perché ci serve ricordarlo
Viviamo in un’epoca che vuole risultati immediati, progressi quotidiani, gratificazioni istantanee. E quando non vediamo miglioramenti, ci sentiamo falliti. Velasco invece ci insegna che non stiamo sbagliando: stiamo solo riscaldando l’acqua.
Il cervello, la vita, l’apprendimento: tutto funziona a scatti, non in diagonale. E il segreto è non smettere proprio quando sembra che non succeda nulla.
Il miglioramento è un cambio si stato
Julio Velasco ci lascia una lezione semplice e potente: il miglioramento non si misura in centimetri, ma in trasformazioni. È un cambio di stato, come l’acqua che diventa vapore. E forse la prossima volta che ti senti fermo, frustrato, o pensi che “non stai migliorando”, ricorda che sei solo a 90 gradi. Il salto sta arrivando.
Frasi di Julio Velasco sui miglioramenti
- “Si impara e si migliora praticando una cosa o studiando una cosa e sembra che non ci sono miglioramenti, però insisto e quell’insistenza è come se fosse la parte dello scalino dove io appoggio il piede.”
- “Gli scalini dove appoggio il piede sono la quantità della ripetizione, la quantità di studio, delle volte che provo un accordo con la chitarra.”
- “Dopo tante volte, a un certo punto va scala va in alto e c’è un miglioramento chiaro, c’è un salto di qualità.”
- “Il salto di qualità, così come immagine, è come se io metto acqua a riscaldare: è acqua fredda, più tiepida, più calda, ancora più calda, settanta gradi, 80 gradi, 90 gradi… sempre più alta, ma sempre acqua… a 100 gradi c’è un cambio di qualità: è vapore, non è più acqua, si è trasformato in un’altra cosa.”
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