Lev Tolstoj non è solo l’autore di Guerra e Pace o Anna Karenina. Era un uomo che osservava la vita con occhio attento e pungente, capace di scavare nell’animo umano come pochi. Tra le tante riflessioni, una delle più interessanti riguarda la solitudine. Non quella che fa paura o ti fa sentire abbandonato, ma quella che può insegnarti a conoscerti meglio e a vivere pienamente, anche quando sei da solo.

Lev Tolstoj, l’uomo che amava pensare da solo
Lev Tolstoj era un tipo che amava stare con se stesso. Nei suoi diari e nelle lettere confida spesso quanto la solitudine fosse fondamentale per riflettere, capire i propri pensieri e mettere ordine nella propria vita. Per lui, stare solo non significava isolamento o tristezza, ma occasione di crescita. Scriveva:
“La solitudine è tanto utile all’uomo che vive in società, quanto la società all’uomo che non vive in essa.”
In altre parole: solo se conosci te stesso puoi davvero vivere bene anche con gli altri.
La solitudine come lente d’ingrandimento
Una delle frasi più celebri di Tolstoj sulla solitudine è:
“La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.”
In poche parole, quando sei da solo, tutto ciò che provi viene amplificato. Se sei sereno e in pace, la solitudine diventa un piacere: puoi leggere, pensare, creare, ridere dei tuoi pensieri più buffi. Ma se sei arrabbiato, triste o insicuro, la solitudine diventa un piccolo inferno personale. Tolstoj ci avverte quindi: la chiave non è evitare la solitudine, ma imparare a starci bene.
Perché ci aiuta anche con chi amiamo
Questa frase non è utile solo a noi, ma anche alle persone che ci stanno accanto. Spesso amiamo qualcuno e temiamo che stia male quando noi non ci siamo. Lev Tolstoj ci insegna che il vero amore significa anche aiutare gli altri a stare bene da soli. Se impariamo a godere della nostra compagnia, possiamo insegnare a chi amiamo a fare lo stesso. In questo modo, nessuno dipende dall’altro per sentirsi felice: tutti respirano più tranquilli, e anche noi possiamo rilassarci senza sensi di colpa.
Star bene da soli è libertà
Lev Tolstoj non era solo un genio della letteratura, era un maestro di vita. La sua visione della solitudine ci ricorda che stare bene da soli non è egoismo, ma libertà. E se impariamo a farlo, possiamo anche insegnare agli altri a farlo, creando legami più sereni e meno soffocanti. Perché alla fine, come diceva Tolstoj, chi sa stare bene con se stesso, sa stare bene anche con chi ama.
12 frasi di Lev Tolstoj sulla solitudine
- “La solitudine è tanto utile all’uomo che vive in società, quanto la società all’uomo che non vive in essa. Separa l’uomo dalla società, fallo entrare in se stesso, e non appena si tolgono alla sua ragione le lenti che gli mostrano ogni cosa rovesciata, non appena si schiarisce il suo sguardo sulle cose, gli sarà persino incomprensibile come prima non vedesse tutto questo.”
- “Malgrado la solitudine, o in conseguenza della solitudine, la sua vita era molto piena.”
- “Qui sono completamente solo, nessuno m’importuna, qui non ho servi, nessuno mi aiuta: di conseguenza nessun estraneo ha influenza sulla ragione e sulla memoria, e la mia attività deve di necessità svilupparsi.”
- “In solitudine l’uomo è piuttosto sensibile alla prima voce, in compagnia, al contrario, alla seconda.”
- “Un dolore puro e completo è impossibile come una pura solitudine.”
- “La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi.”
- “La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.”
- “Con tutte le persone che vivono su questo pianeta, e se ognuno di noi cerca qualcosa nell’altro, perché alla fine dobbiamo essere così soli? A che scopo? Forse il pianeta continua a ruotare nutrendosi della solitudine delle persone?“
- “La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno.”
- “La solitudine: un mare mai raggiunto da nessuna riva, un ponte da nessuna strada, un colore da nessuna luce.”
- “Quest’orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l’uomo lo chiama nobilmente bisogno d’amare.”
- “Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova. Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi, si tratta fondamentalmente della paura di essere soli. Invece a me fa paura la folla.”
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