Luigi Pirandello, premio Nobel e maestro assoluto della letteratura italiana, non è stato solo un grande scrittore ma anche un indagatore spietato dell’animo umano. Amava smontare le certezze, ridere delle maschere che indossiamo e mettere il dito nella piaga delle nostre fragilità. Tra i temi che più gli stavano a cuore c’è quello delle illusioni: non come favolette consolatorie, ma come strumenti indispensabili per affrontare l’assurdità della vita. Insomma, senza illusioni, saremmo tutti più tristi di un ombrello rotto in un giorno di pioggia.
Chi era Luigi Pirandello
Luigi Pirandello era un tipo ironico, pungente, spesso malinconico. La sua vita non fu affatto semplice: problemi economici, un matrimonio complicato, difficoltà quotidiane che avrebbero fatto crollare chiunque. Eppure, lui riuscì a trasformare queste esperienze in storie, personaggi e riflessioni universali. La sua grandezza sta nell’aver guardato la realtà dritta in faccia, ma sempre con un sorrisetto beffardo, come a dire: “Va bene, la vita è dura, ma vediamo un po’ chi ride per ultimo”.
Illusioni: condanna o salvezza?
Per Luigi Pirandello, le illusioni non erano bugie da smascherare, ma veri e propri “cerotti dell’anima”. Le definiva necessarie, perché senza di esse la vita sarebbe insopportabile. Nei suoi romanzi e nelle sue opere teatrali – da Il fu Mattia Pascal a Uno, nessuno e centomila – ci mostra personaggi che si illudono, si smascherano, si reinventano. È come se ci dicesse:
“Non c’è una verità unica, ci sono mille versioni della realtà e tutte passano attraverso le illusioni che ci costruiamo addosso.”
“Bisogna vivere, cioè illudersi…”
E poi c’è quella frase che sembra scritta per noi, quando le cose vanno storte:
“Bisogna vivere, cioè illudersi; lasciar giocare in noi il demoniaccio beffardo, finché non si sarà stancato; e pensare che tutto questo passerà… passerà…”
Cosa intendeva Pirandello? Che la vita, con i suoi drammi e le sue fregature, va attraversata con leggerezza. Illudersi non significa essere ingenui o stupidi, ma avere la forza di crearsi una via di fuga temporanea, una pausa, una parentesi in attesa che la tempesta si calmi. È un modo per dire: “Ok, adesso fa schifo, ma non durerà per sempre”.
Perché questa frase ci serve ancora oggi
Viviamo in un’epoca dove “essere realisti” è quasi una religione: se ti illudi, sei automaticamente catalogato come un “sfigato”. Pirandello ci offre un ribaltamento: illudersi è, al contrario, un atto di resistenza. È avere la forza di reagire, di non lasciarsi schiacciare dalle circostanze.
La prossima volta che un amico ti prende in giro perché speri che il tuo capo smetta di stressarti o che la tua squadra del cuore torni a vincere lo scudetto, puoi rispondergli alla Pirandello: “Non sono un illuso, mi sto solo difendendo. Passerà, e io nel frattempo non mi faccio distruggere”.
Illusioni come superpoteri quotidiani
E allora, più che condannarci per le nostre illusioni, impariamo a usarle come scudo. Pirandello ci insegna che la vera debolezza non è illudersi, ma arrendersi. Illudersi è credere che ci sia un domani diverso dall’oggi. È saper dire “passerà” con un sorriso ironico, magari davanti a un bicchiere di vino o a un amico fidato.
Non abbiate paura di illudervi
Luigi Pirandello, con la sua intelligenza tagliente, ci ha lasciato una lezione semplice ma potentissima: non abbiate paura di illudervi. Le illusioni non vi rendono più fragili, ma più forti. Vi permettono di galleggiare mentre la vita vi rema contro. E, in fondo, è proprio grazie a esse che possiamo resistere fino al prossimo giro di giostra.
Frasi di Luigi Pirandello sulle illusioni
- “La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi è destinata a scoprire l’illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.”
- “Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.”
- “Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.”
- “Siamo molto superficiali, io e voi. Non andiamo ben addentro allo scherzo, che è più profondo e radicale, cari miei. E consiste in questo: che l’essere agisce necessariamente per forme, che sono le apparenze che esso si crea, e a cui noi diamo valore di realtà. Un valore che cangia, naturalmente, secondo l’essere in quella forma e in quell’atto ci appare…“
- “Per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene, non ci riusciamo. Per fortuna, l’uomo si distrae facilmente.”
- “Bisogna vivere, cioè illudersi; lasciar giocare in noi il demoniaccio beffardo, finché non si sarà stancato; e pensare che tutto questo passerà… passerà…”
- “Nel calore della passione ogni cosa par che si sollevi con chi la porta in sé. Illusioni: bolle di sapone, che possono a un tratto diventar palle di piombo.”
- “Era proprio la mia quell’immagine intravista in un lampo? Sono proprio così io, di fuori, quando vivendo, non mi penso? Dunque per gli altri sono quell’estraneo sospeso nello specchio: quello, e non già quale io mi conosco: quell’uno lì che io stesso prima, scorgendolo, non ho riconosciuto. Sono quell’estraneo che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no.”
Leggi altre frasi celebri di Luigi Pirandello e le frasi celebri sulle illusioni