Frasi di Margaret Mazzantini sulla tristezza, utili per spiegare a chi non ti capisce perché ti senti triste pur se ridi

Margaret Mazzantini non è solo una scrittrice di successo: è una donna che ha il coraggio di guardare dentro le pieghe più scomode dell’animo umano, quelle dove la maggior parte di noi preferisce non mettere il naso. Attrice, autrice, moglie di Sergio Castellitto, madre e mente lucidissima, la Mazzantini scrive come si respira: con naturalezza, ma anche con la consapevolezza che l’aria, a volte, può far male. La tristezza, nei suoi romanzi, non è mai una sconfitta. È piuttosto una compagna silenziosa, scomoda, ma indispensabile per capire chi siamo davvero.

Frasi di Margaret Mazzantini sulla tristezza
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La tristezza secondo Margaret Mazzantini

Per Margaret Mazzantini, la tristezza non è qualcosa da evitare, ma da ascoltare. È un sentimento che ci mette di fronte a noi stessi, senza maschere, senza sconti. In Non ti muovere, Venuto al mondo o Splendore, la malinconia si infila nelle storie dei suoi personaggi come una presenza costante, quasi un’ombra fedele.

Non c’è mai il dolore fine a se stesso, quello da melodramma. C’è invece una tristezza “umana”, autentica, che nasce dalle piccole mancanze, dagli amori finiti, dai rimpianti non confessati. È quella tristezza che non urla ma scava, che non distrugge ma forma. E che, paradossalmente, ci tiene in vita.

Nascondiamo con tristezza il peso del nostro destino

Una delle frasi più potenti di Margaret Mazzantini è questa:

Spiate da dietro, le persone portano il peso del loro destino, come se nella parte che non possono vedere di se stesse si addensassero tutte le sofferenze.”

È un’immagine straordinaria, quasi cinematografica. La Mazzantini ci invita a osservare gli altri – e noi stessi – da un punto di vista diverso. Quando guardiamo una persona di spalle, non vediamo il suo volto, non vediamo il sorriso che indossa per il mondo. Vediamo solo il corpo che avanza, curvo o diritto, e in quella postura si nasconde tutto: la fatica, la paura, la tristezza che non vuole farsi vedere.

È come se ci dicesse: non giudicare chi sorride troppo, perché forse dietro quel sorriso c’è un peso invisibile. Una lezione di empatia, ma anche di umanità. Tutti abbiamo un “dietro” dove si accumulano le nostre stanchezze e i nostri dolori. Non si tratta di debolezza, ma di vita.

Sorridere non è negare la tristezza

Viviamo in un mondo che ci vuole sempre allegri, motivati, performanti. Se sei triste, sembri rotto; se non sorridi, sei “negativo”. Margaret Mazzantini invece ci ricorda che si può essere tristi anche mentre si sorride, e che non c’è nulla di sbagliato in questo.
Dietro un sorriso può esserci il coraggio di non mollare, di andare avanti anche quando dentro tutto grida “basta”.

La tristezza, ci dice la Mazzantini, non va curata ma capita. È una bussola, una pausa necessaria, un promemoria che ci riporta all’essenziale. E, paradossalmente, proprio chi la conosce bene impara ad apprezzare davvero la felicità, non quella dei post motivazionali, ma quella piccola, fragile, che arriva in punta di piedi.

Un consiglio utile

Margaret Mazzantini non scrive manuali di autoaiuto, eppure i suoi libri aiutano. Il suo “consiglio” implicito è semplice: smettiamo di nascondere la tristezza come fosse un difetto. Accettiamola, ascoltiamola, lasciamola respirare. Perché la tristezza non ci definisce, ma ci completa. E se qualcuno ci chiede “Come mai sei giù?”, possiamo pure rispondere con ironia: “Niente, sto solo portando il peso del mio destino. Ma tranquillo, da davanti non si vede.”

Frasi di Margaret Mazzantini sulla tristezza

  1. Ma tu come fai a essere sempre così felice?” “Semplice, mi fa schifo la tristezza.”
  2. Ero triste e non avrei saputo dire perché. Ormai sapevo di appartenere a quel tipo di persone che scivolano facilmente oltre la forza gravitazionale e nulla e nessuno riesce a trattenerle. Staccano la spina e basta.”
  3. Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste.”
  4. Spiate da dietro le persone portano il peso del loro destino, come se nella parte che non possono vedere di se stesse si addensassero tutte le sofferenze.”
  5. Non si guarisce mai da ciò che ci manca, ci si adatta, ci si racconta altre verità. Si convive con se stessi, con la nostalgia della vita, come i vecchi.”
  6. Perché la gioia ha un suo odore, e anche la tristezza. Italia mi ha insegnato ad azzittirmi e a percepire. Lei mi ha insegnato ad annusare. A fermarmi, a chiudere gli occhi per respirare un odore. Uno solo, scomposto tra milioni di altri.”
  7. Ogni tristezza sfanculò, ogni bellezza aggallò. In quella settimana che rimase la più bella della nostra vita.”

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