Frasi di Maria Rita Parsi sulla rabbia, ti faranno trovare il modo di sottrarti alla rabbia del partner: sono potenti

Maria Rita Parsi non ha mai avuto paura di mettere le mani dentro le emozioni più scomode. Psicoterapeuta, scrittrice, intellettuale, voce tagliente eppure profondamente umana, ha parlato spesso della rabbia. Non quella teatrale che serve a fare scena, ma quella che ci scoppia dentro e ci lascia spiazzati, pentiti, o peggio ancora distruttivi. Per lei la rabbia è un segnale, un campanello che suona per dirci: “Ehi, qui sotto c’è un trauma, guardalo in faccia”. E questa chiave di lettura, oltre a farci capire meglio noi stessi, è anche un’arma potentissima per non farci travolgere dalla furia degli altri.

Frasi di Maria Rita Parsi sulla rabbia

La rabbia secondo Maria Rita Parsi: né demone né nemica

Maria Rita Parsi non demonizza la rabbia: la considera un’emozione naturale, utile, perfino preziosa. Ma solo se sappiamo riconoscerla, contenerla e soprattutto decifrarla. Dice:

Quando senti salire la rabbia, devi prendere coscienza che sei fortemente arrabbiato.”

Già qui sembra banale, ma prova a pensarci: quante volte sei in mezzo a una discussione e ti accorgi della tua rabbia solo quando ormai hai detto l’irreparabile?

Il punto centrale è che la rabbia non va repressa (se la imbottigli rischia di esplodere peggio di prima), ma nemmeno lasciata libera di distruggere tutto intorno. Bisogna fermarsi, fare un check-in emotivo e chiedersi: “Perché sto reagendo così?”

La frase chiave: la rabbia come traccia di un trauma

Maria Rita Parsi lo dice chiaramente:

Se noi, regolarmente, ci arrabbiamo per qualcosa di specifico, allora dobbiamo andare a capire quale trauma c’è dietro.”

Tradotto: se ogni volta che qualcuno ti dice una certa frase ti trasformi in Hulk, non è perché quella frase sia davvero così terribile, ma perché ti riapre una ferita vecchia, un dolore irrisolto, magari dell’infanzia. La rabbia è il dito che indica la cicatrice, non la colpa dell’altro.

Ed è qui che scatta il trucco per la vita di coppia (o per la sopravvivenza in ufficio). Se il tuo partner si infuria per qualcosa che sembra sproporzionato, invece di fartene carico o sentirti in colpa, puoi dirgli con calma: “Guarda che io non c’entro, quella rabbia è tua, viene da un’altra parte. Forse da un trauma che ancora ti fa male.” Non è cattiveria, è liberazione: lo inviti a cercare dentro di sé, non a puntare il dito contro di te.

Consigli pratici: cosa fare quando la rabbia ci prende alla gola

Maria Rita Parsi non è tipo da fermarsi alla teoria, dà anche strumenti concreti. Eccone alcuni, in versione “manuale di sopravvivenza”:

  • Mettere un fermo. Non significa stare zitti come una statua, ma rallentare e capire le ragioni della propria rabbia, magari parlandone con qualcuno di fiducia.
  • Osservare i danni. Se hai spaccato un piatto o detto una frase che brucia come l’acido, analizza l’effetto che ha avuto, invece di far finta di nulla.
  • Disegni, parole, persino una corsa: meglio sfogare così che distruggere relazioni o mobili.
  • La vera vittoria è scegliere e decidere in modo che quella situazione non ti faccia più arrabbiare allo stesso modo.

La lezione da portarsi a casa

Maria Rita Parsi ci regala un pensiero che è insieme scomodo e liberatorio: la rabbia non è il problema, è la spia. Ci dice dove scavare, dove guarire. Se impariamo a riconoscerla in noi stessi, possiamo smettere di distruggerci. Se impariamo a riconoscerla negli altri, possiamo sottrarci al ruolo di bersaglio e rimandare la palla al mittente: “Questa non è roba mia, è roba tua, guardaci dentro.”

E forse, dopo anni passati a urlare o a subire urla, ci accorgiamo che dietro ogni esplosione non c’è un nemico da combattere, ma una ferita da curare.

Frasi di Maria Rita Parsi sulla rabbia

  1. Quando senti salire la rabbia, quando senti che vorresti fare qualcosa contro qualcuno, devi prendere coscienza che sei fortemente arrabbiato.”
  2. Se ascolti soltanto la tua rabbia, è probabile che tu senta o faccia cose delle quali poi potresti pentirtene.”
  3. Per evitare di dire o fare cose di cui potresti pentirti, quando sei arrabbiato, devi mettere un piccolo fermo, che non vuol dire star fermo e non dire o non fare nulla: tracci le ragioni per cui sei arrabbiato, ricerchi queste ragioni, ne parli con qualcuno con cui ti fidi.”
  4. Se non sei riuscito a trattenere la rabbia, devi analizzare in che modo l’hai espressa: stracciando le cose, utilizzando cose che possono far male a te fisicamente o ad altri, se la rabbia è diventata un disegno, una spesa non contenuta, se è diventata una dichiarazione molto dura sulla quale è poi difficile tornare per chiedere scusa.”
  5. Bisogna saper vedere bene gli effetti che ha fatto la rabbia.”
  6. Elaborare la rabbia significa prendere delle decisioni e fare delle scelte che ti permettono di non tornare ad essere arrabbiato per quella situazione.”
  7. Se noi, regolarmente, ci arrabbiamo per qualcosa di specifico, allora dobbiamo andare a capire quale trauma c’è dietro.”
  8. Se ogni volta che sentiamo quella parola, attraversiamo quella strada, ci dicono una cosa da fare o che non dobbiamo fare e noi abbiamo una risposta piena di rabbia, significa che è lì che dobbiamo analizzare e insistere.”

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