Hai presente quelle cene in famiglia dove, tra un boccone di lasagna e un brindisi forzato, arriva la fatidica domanda: “Ma allora, ce lo troviamo o no un fidanzato/a?”
Se anche tu hai sorriso con un filo di nervosismo leggendo questa frase, sappi che Maria Rita Parsi è la voce che può salvarti dall’assedio parentale. Psicoterapeuta, scrittrice, intellettuale appassionata e donna schietta, Parsi non solo ha parlato più volte del tema della solitudine, ma l’ha anche riabilitata, trasformandola da mostro da evitare a spazio interiore di libertà. E no, non stiamo parlando di una moda passeggera, ma di una filosofia di vita che può diventare la tua migliore difesa contro zii impiccioni e nonne invadenti.
Maria Rita Parsi: una donna, mille battaglie
Classe 1947, Maria Rita Parsi è psicoterapeuta, scrittrice, ex membro del Comitato ONU per i Diritti dell’Infanzia, docente e instancabile comunicatrice. Ha scritto libri che hanno fatto riflettere, commosso, ma anche fatto discutere. Una donna che dice le cose come stanno, ma sempre con un misto di ironia e profondità.
Tra i suoi cavalli di battaglia: il benessere psicologico, l’autonomia personale, l’educazione affettiva… e sì, la solitudine. Quella vera, quella che fa male, ma anche quella che può fare bene, se impariamo ad ascoltarla.
Solitudine: nemica o alleata?
Secondo Maria Rita Parsi, la solitudine non è sempre un buco nero da cui fuggire a gambe levate. Anzi, può diventare un momento fertile, uno spazio di crescita, un’occasione per stare davvero con sé stessi.
In un’intervista rilasciata a Vita da Single, ha detto una frase diventata virale tra i cuori solitari… per scelta:
“La singletudine non è sinonimo di solitudine, ma può essere vissuta come una situazione interiore di grande autonomia.”
Boom. Altro che Bridget Jones con il gatto e la bottiglia di vino: qui si parla di una persona single come individuo realizzato, capace di amarsi senza bisogno di un altro per sentirsi completo.
Singletudine vs. Solitudine: c’è differenza, eccome
La singletudine di cui parla Parsi è ben diversa dalla solitudine malinconica da film drammatico.
- Non è isolamento.
- Non è sfiga.
- Non è “non ho trovato nessuno”.
È, piuttosto, una scelta consapevole, una forma di libertà affettiva in cui non si cerca l’altro per colmare un vuoto, ma solo se e quando si è pronti a condividere. È l’arte dello stare bene da soli, senza sentirsi soli. Come dire: “Mi basto, ma se arrivi tu, meglio. Altrimenti sto una favola lo stesso.”
Quando lo spieghi a mamma e papà
Torniamo al tavolo di Natale, o Pasqua, o alla domenica col pollo arrosto. Quel momento in cui i genitori (con sguardo da missionari) ti chiedono: “Ma non ti senti solo/a?”
Ecco, qui entra in gioco la filosofia della Parsi. Potresti rispondere con: “Mamma, papà, essere single non vuol dire essere soli. È una scelta. E come dice Maria Rita Parsi, la singletudine è una forma di autonomia interiore. Capito? AUTONOMIA. Non tristezza.”
Certo, magari tua madre continuerà a infilarti nella borsa il numero della figlia della signora Maria del terzo piano, ma almeno tu saprai di non dover giustificare la tua felicità.
Una visione nuova della solitudine
Maria Rita Parsi ci ha regalato una visione nuova (e molto più sana) della solitudine. Non più stigma, ma risorsa. Non più fallimento, ma scelta.
E soprattutto, ci ha dato un’arma potente per rispondere con classe e fermezza a chi, in buona fede, pensa che l’unica felicità possibile sia in coppia.
Frasi di Maria Rita Parsi sulla solitudine
- “La singletudine, non è sinonimo di solitudine ma può essere vissuta come una situazione interiore di grande autonomia.”
- “Si può vivere da soli senza sentirsi soli.”
- “Una persona, in una stagione della propria vicenda umana, può affrontare una condizione esistenziale in cui è sola pur non sentendosi sola.”
- “Per stare bene con gli altri bisogna innanzitutto stare bene con se stessi.”
- “La solitudine causa più morti e lascia adulti e bambini segnati dalla violenza; ‘zombi’ assetati di linfa vitale.”
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