Massimo Gramellini è uno di quegli autori che riesce a infilarsi nei pensieri più scomodi delle persone e tirarli fuori con eleganza, ironia e un pizzico di ferocia. Giornalista, scrittore e volto televisivo, si è costruito una carriera raccontando storie che parlano a tutti. La sua cifra stilistica è chiara: riesce a toccare corde intime senza mai cadere nel banale, affrontando temi come l’amore, la solitudine, la speranza… e, ovviamente, i genitori.
Genitori: la sua ossessione tenera e dolorosa
Per Massimo Gramellini i genitori non sono solo una figura affettiva, ma un punto di partenza esistenziale. Chi ha letto Fai bei sogni sa che il rapporto con la madre è stata la ferita e al tempo stesso la scintilla che lo ha spinto a scrivere. Non a caso, quando parla di genitori, lo fa con quella miscela di nostalgia e lucidità che solo chi ha amato e sofferto può permettersi.
Li descrive come fari, presenze che ti guidano anche quando non ci sono più. Ma allo stesso tempo non li idealizza: li guarda per quello che sono, uomini e donne che sbagliano, che arrancano e che spesso si chiedono se stiano facendo la cosa giusta.
Genitori: guida, non amici
“Non siamo gli amici dei figli, ma dobbiamo essere una guida.”
Questa frase di Massimo Gramellini è una delle più condivise, perché va dritta al punto: un genitore non è il compagno di bevute del figlio, né il compare che fa finta di non vedere. Un genitore deve essere una guida, qualcuno che indica una direzione anche quando il figlio sbuffa e ti dice il classico “Non capisci niente!”.
Perché è utile questa frase? Perché libera tanti genitori dall’ansia di essere simpatici. L’amicizia è un legame paritario, la genitorialità no. Se i figli avessero bisogno di amici, se li troverebbero da soli in cortile o su WhatsApp. Hanno invece bisogno di qualcuno che li contenga, che sappia dire un “no” motivato, che insegni la differenza tra libertà e capriccio.
Il falso mito del “papà-amico” e della “mamma-complice”
Viviamo in un’epoca in cui molti genitori pensano di dover essere i migliori amici dei propri figli. Una specie di like umano da conquistare ogni giorno. Ma Gramellini ci ricorda che il compito di un genitore non è quello di vincere il premio di popolarità. Anzi, il vero successo è accettare di essere a volte odiati da un figlio per una regola scomoda, salvo poi scoprire che quella regola ha messo le basi per la sua sicurezza.
Essere guida significa avere il coraggio di non piacere subito, di non cercare approvazione immediata. È un atto di lungimiranza, quasi eroico: si semina oggi per raccogliere domani.
Come trasformare un conflitto in un’occasione
Molti conflitti tra genitori e figli nascono proprio da questo equivoco: i genitori cercano di farsi percepire come amici, i figli invece vogliono vedere in loro una guida, anche se non lo ammettono. Questo crea una confusione di ruoli che porta solo incomprensioni.
Se un padre o una madre accetta di non essere l’amico, ma la guida, la relazione cambia. Il figlio potrà arrabbiarsi, potrà protestare, ma nel tempo riconoscerà quel ruolo come un punto fermo. E, soprattutto, i conflitti si ridimensionano, perché ognuno sa cosa aspettarsi dall’altro.
Gramellini, la voce che consola e punzecchia
Il bello di Massimo Gramellini è che riesce a parlare di genitori senza mettersi su un piedistallo. Non fa il guru, non dà lezioni dall’alto. È uno che ha conosciuto mancanze e paure, che ha sofferto e che sa quanto sia fragile il mestiere di crescere qualcuno. Proprio per questo, quando scrive che i genitori non devono essere amici ma guide, non suona come un diktat, ma come un consiglio pratico, quasi liberatorio.
In fondo, crescere un figlio non significa farsi volere bene sempre e comunque. Significa essere quella voce che rimane dentro, anche quando non c’è più.
Frasi di Massimo Gramellini sui genitori
- “Conosco tanti orfani di genitori vivi: figli non amati, incompresi.”
- “Un padre non può salvare suo figlio. Può solo amarlo senza capirlo. L’amore più potente e straziante che esista.”
- “Essere genitori al giorno d’oggi è molto ma molto più complicato che nel ‘nostalgico passato’.”
- “Non siamo gli amici dei figli, ma dobbiamo essere una guida.”
- “Quando attraversa una stanza al buio, grida il mio nome, forse perché per lui ‘papà’ è un suono di luce che lo rassicura e gli rischiara il cammino.”
- “A me basterebbe che i genitori facessero i genitori con tutte le rotture del caso, annessi e connessi.”
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