C’è chi pensa che il destino sia scritto, e chi – come Massimo Gramellini – preferisce scriverselo da solo, magari con una penna stilografica e una tazza di malinconia a portata di mano. Perché Gramellini non è solo un giornalista o uno scrittore di best-seller da leggere in treno fingendo disinvoltura mentre ci commuoviamo: è uno che ha fatto del dubbio un’arte e della parola un modo per accarezzare (o schiaffeggiare) le coscienze.
Gramellini, tra giornalismo e anima in cerca
Massimo Gramellini è noto al grande pubblico per le sue rubriche sui giornali – dal Caffè sul La Stampa alla più recente Il Buongiorno sul Corriere della Sera – e per libri che hanno venduto milioni di copie come Fai bei sogni e L’ultima riga delle favole. Ma dietro il volto rassicurante da zio colto e ironico della TV, c’è un uomo che ha fatto della riflessione interiore una missione. Uno che con le parole ti culla, ti provoca, ti consola… e ti dice, senza troppi giri di parole, che se aspetti che la vita ti venga a prendere, rischi di morire sull’uscio.
Il destino secondo Gramellini: né oroscopi né predestinazioni
Gramellini non crede nel destino come qualcosa di già scritto, tipo i messaggi nei baci Perugina. Per lui, il destino non è una condanna o un premio, ma una scelta. Anzi, una serie di scelte. E questo lo dice chiaramente nel suo romanzo più “filosofico”, L’ultima riga delle favole, dove afferma:
“Puoi essere la storia di un vile o di un eroe. Scegli tu il destino che preferisci. Ma smetti di cercarlo fuori di te.”
È una frase che spacca. Perché, diciamolo, quanti di noi si nascondono dietro la scusa del destino per non cambiare lavoro, per non chiudere una relazione tossica, per non provarci, per non cadere? Gramellini ci guarda, con quell’aria un po’ da prof di italiano del liceo che sa tutto ma non te lo dice subito, e ci sussurra: “Guarda che non sei una comparsa nel film della tua vita. Sei il regista.”
Tradotto per i più pigri: datti una mossa
Nel mondo di Massimo Gramellini, non esiste la fatalità che ti tiene fermo. Esiste il coraggio che ti fa andare avanti. Il destino, secondo lui, non è là fuori, sotto un sasso a Bali o scritto nei tarocchi: è dentro di te, sepolto da paure, giustificazioni e vecchie credenze ereditate da nonne fataliste e prof di matematica.
Ecco perché la sua frase è così potente: “Scegli tu il destino che preferisci.” Lo dice con la gentilezza di chi ha sofferto, ma anche con la fermezza di chi ha capito che lamentarsi serve a poco, se non hai nemmeno provato a cambiare la trama del tuo copione.
Non tutto è sotto controllo, ma qualcosina sì
Gramellini non è un motivatore da palestra né uno da “se vuoi, puoi”. Sa bene che la vita a volte è stronza. Ma ciò non toglie che una parte del destino la scriviamo noi: come reagiamo, cosa scegliamo, cosa ci ostiniamo ad aspettare. E soprattutto: quando smettiamo di cercare al di fuori quello che possiamo solo trovare dentro.
Se vuoi un consiglio alla Gramellini, eccolo: smettila di aspettare che qualcuno ti salvi, che le circostanze cambino, che il destino ti venga a bussare con in mano un biglietto d’oro. Comincia da te. Dal primo passo. Dal primo “sì” detto con convinzione, anche se tremi.
Il destino è un’opera in corso, e tu ne sei il muratore
Il messaggio di Gramellini è chiaro, e anche un po’ tagliente, come le verità che fanno bene: non siamo spettatori del nostro destino, ma autori, con tutte le revisioni, le cancellature e i colpi di scena del caso.
Frasi di Massimo Gramellini sul destino
- “Puoi essere la storia di un vile o di un eroe … Scegli tu il destino che preferisci. Ma smetti di cercarlo fuori di te.”
- “Tu ancora non puoi sapere dove approderai. Ma chi incomincia a cercare ciò che ama finirà sempre per amare ciò che trova.”
- “Se credi al destino, passerai il resto della tua vita a disprezzarti per ciò che avresti potuto essere e non sei stato.”
- “La felicità non è figlia del mondo. Dipende solo da noi.”
- “Quando un sogno ti resta incollato addosso per molto tempo significa che non è più un’illusione, ma un segnale che ti sta indicando la tua missione.”
- “Il caso non esiste. È solo il nome che diamo a ciò di cui non comprendiamo il senso.”
- “Prima di iniziare a combattere, un guerriero deve sapere per cosa lotterà.”
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