Frasi di Massimo Picozzi sulla paura, affronterai con coraggio le tue paure perché capirai che non farlo è peggio

Massimo Picozzi non è uno che si spaventa facilmente. Almeno, così sembra. Psichiatra, criminologo e volto ormai familiare della TV e della radio, è diventato famoso per una strana specializzazione: quella di entrare nella testa degli altri. Spesso teste pericolose, disturbate o semplicemente… interessanti. E la paura? Invece di evitarla, la prende a braccetto, la studia, la analizza e la racconta. Ma attenzione: non aspettarti un discorso da manuale universitario. Picozzi è uno che ti parla della paura come se stesse raccontandoti una barzelletta noir. E tu ridi. Ma intanto stai imparando qualcosa che non dimenticherai più.

Frasi di Massimo Picozzi sulla paura

Chi è Massimo Picozzi

Massimo Picozzi è uno di quei tipi che fanno un mestiere serio, ma con una leggerezza che disarma. Non nel senso che scherza sulle tragedie, ma nel senso che sa renderle umane. Ha collaborato con le forze dell’ordine, ha studiato serial killer e scritto libri che parlano di mente e crimine con uno stile narrativo che potresti trovare in un romanzo di Stephen King (ma con più rigore scientifico). Lo trovi su Radio24 con CSI Milano, ma anche in libreria con titoli che sembrano thriller. Solo che sono veri.

La paura secondo Picozzi

Per Picozzi, la paura non è solo una reazione. È una bussola, un segnale, un meccanismo evolutivo che ci ha permesso di arrivare fin qui e, ogni tanto, di non finire troppo male. Ma attenzione: la paura, se non gestita, può diventare una trappola. E qui arriva il punto centrale della sua riflessione:

Il terrore porta al ritiro, alla chiusura in sé stessi, alla fuga all’interno del proprio corpo.”

Che significa? Significa che quando la paura supera una certa soglia e diventa panico, non stiamo più cercando soluzioni. Ci ritiriamo, ci chiudiamo a riccio, smettiamo di ragionare. È come se il cervello decidesse di togliersi dalle scatole e lasciare campo libero all’istinto più primitivo: sparire. Non affrontare. Fuggire. Magari solo dentro di noi.

Paura come strumento, non come condanna

Il segreto di Picozzi è trattare la paura come un’alleata scomoda. Un po’ come uno di quei parenti che non sopporti, ma che ogni tanto ha ragione. Se riesci ad ascoltarla senza esserne travolto, può perfino salvarti la pelle. Se invece la ignori o la lasci prendere il controllo, sei fregato. Non a caso, nei suoi libri e nelle sue apparizioni pubbliche, Picozzi invita a nominare le paure, guardarle in faccia, ridurle in scala umana. Perché nulla è più pericoloso di una paura che resta senza nome.

Paura sì, panico no

Massimo Picozzi non ci insegna a non avere paura. Sarebbe assurdo. Ci insegna, piuttosto, a non farci fregare dalla paura. A tenerla al guinzaglio, a usarla come spinta, non come prigione. E se ogni tanto ci capita di voler scappare dentro noi stessi, forse è il caso di fermarci e chiederci: sto fuggendo dal pericolo… o dalla mia voglia di affrontarlo?

Frasi di Massimo Picozzi sulla paura

  1. La paura condiziona il bisogno di allontanarsi da un pericolo, reale o immaginario che sia. Il livello successivo è quello del panico, dove il bisogno di fuggire è così forte da sottrarre ogni scelta al confronto con la ragione.”
  2. La paura è un’emozione, e come tale è fatta di tante parti: la risposta fisiologica, con l’accelerazione o il rallentamento del battito cardiaco, il pallore o il rossore, la sudorazione e il tremore.”
  3. In qualunque situazione di confronto, il sistema emotivo ricalibra costantemente il nostro atteggiamento in rapporto al flusso di dati in arrivo, e insieme regola il corpo preparandoci all’azione.”
  4. La paura è la reazione emotiva che proviamo di fronte a un pericolo esterno, un attacco o una minaccia alla nostra integrità.”
  5. A differenza dell’ansia e delle fobie, la paura è un fenomeno normale che spinge all’evitamento o alla fuga e il cui scopo è la sopravvivenza.”
  6. Le paure innate, sono sempre legate ad almeno una di queste cause scatenanti: la manifestazione di stimoli fisici intensi, l’esposizione a situazioni, oggetti e persone totalmente sconosciuti, le situazioni di pericolo che mettono a rischio la sopravvivenza della specie.”
  7. Al primo livello c’è il timore. L’ansia è invece generata da una situazione di incertezza. Il livello successivo è quello del panico.”
  8. Sia per il panico sia per gli stadi successivi è tuttavia possibile che la reazione non porti alla fuga ma alla immobilità e alla paralisi. Il terrore invece porta al ritiro.”
  9. Quando nella testa scatta un campanello d’allarme, le esperienze vissute vengono inconsciamente legate insieme per formare uno schema.”
  10. Il terrore porta al ritiro, alla chiusura in sé stessi, alla fuga all’interno del proprio corpo.”

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