L’abbandono non è solo una parola altisonante da libro di psicologia. Per Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista italiano, è un’esperienza profonda, quasi viscerale, che tocca ognuno di noi prima o poi. E lui ne parla con quella precisione che mescola cultura, emozione e una punta di ironia che ci aiuta a non piangere da soli sul divano.

Chi è Massimo Recalcati
Massimo Recalcati non è solo uno che scrive libri e fa conferenze: è un osservatore attento delle relazioni umane. Professore di psicoanalisi e autore di testi come L’uomo senza inconscio o La notte è mia madre, Recalcati sa scavare nelle emozioni più nascoste, parlando di amore, desiderio, paternità e abbandono.
La sua forza sta nel rendere comprensibile ciò che spesso ignoriamo: i nostri sentimenti più dolorosi non sono segreti da nascondere, ma strumenti per capire noi stessi e gli altri.
L’abbandono secondo Recalcati: non è solo solitudine
Per Massimo Recalcati, l’abbandono non è semplicemente stare soli. È “sentire che non c’è più al mondo qualcuno che ti aspetta”. In parole povere: non basta che qualcuno sia lontano fisicamente, è l’assenza di attesa che ferisce.
“Essere abbandonati significa pensare che non c’è più al mondo qualcuno che mi aspetta.”
Questa frase racchiude un concetto semplice, ma potente. Se sappiamo che qualcuno ci aspetta, anche da lontano, il mondo appare più sicuro, più amabile. L’abbandono, invece, ci fa sentire invisibili: nessuno ci guarda, nessuno ci attende, e persino le piccole cose della vita sembrano perdere colore. Recalcati lo spiega anche così:
“Quando si perde un amore, non si perde solo una persona con cui si condividono esperienze, si perde questo sentimento di essere attesi.”
In altre parole, l’amore non è fatto solo di carezze e parole dolci: è fatto di sguardi, di attese, di piccoli segnali che dicono “sei importante, ti sto aspettando”.
Perché questa frase può aiutarci nella vita reale
Pensare alle parole di Massimo Recalcati ci permette anche di capire qualcosa di pratico: dire a chi amiamo “mi sento abbandonato” non è una scenata da soap opera, è comunicare un bisogno profondo. Per esempio: se il partner viaggia spesso, sentire una chiamata, un messaggio, un piccolo segnale di attesa può ridurre quel senso di vuoto che chiamiamo abbandono.
È un modo semplice per far sapere: “Hey, ci sono. Ti aspetto. Non sei solo.” E fidati, funziona. La psicologia di Recalcati ci dice che anche un piccolo gesto può riaccendere il senso di essere amati.
L’abbandono visto negli occhi dell’altro
Massimo Recalcati sottolinea un’altra cosa importante: l’abbandono si legge nello sguardo:
“La caduta dell’amore nell’indifferenza comporta la perdita dello sguardo dell’altro. Non sono più niente per te: vuol dire che tu non mi attendi più e non mi guardi più.”
Quando ci sentiamo ignorati, non è solo la distanza fisica a far male: è il vuoto che percepiamo nello sguardo di chi amiamo. Per lui, l’inizio e la fine di un amore sono segnati dallo sguardo: prima attrae, alla fine si annulla. Capire questo ci aiuta a essere più chiari con chi ci sta accanto: se ci sentiamo trascurati o poco attesi, possiamo parlare apertamente senza sentirci egoisti.
Insomma, Massimo Recalcati ci insegna che l’abbandono non è solo sofferenza: è uno specchio della nostra capacità di amare e di essere amati. E, a volte, basta un semplice messaggio per trasformare la paura della solitudine in la certezza che, là fuori, qualcuno ci aspetta.
Frasi di Massimo Recalcati sull’abbandono
- “Essere abbandonati significa vivere profondamente l’esperienza dell’assenza irreversibile dell’altro.”
- “Essere abbandonati significa pensare che non c’è più al mondo qualcuno che mi aspetta.”
- “Ci sentiamo amati quando facciamo l’esperienza di qualcuno che ci aspetta. L’attesa è una grande figura dell’amore. Pensare che ci sia almeno una persona al mondo che ci aspetta, ci fa sentire amati.”
- “Quando si perde un amore, non si perde solo una persona con cui si condividono esperienze, si perde questo sentimento di essere attesi.”
- “Quando si perde un amore, si capisce che la nostra vita è diventata indifferente per l’altra persona, e quindi ci sentiamo abbandonati, non attesi.”
- “L’abbandono fa sentire le persone senza sguardo… ecco perché nell’ultima fase dell’agonia dell’amore, chi sta per essere abbandonato dice: ‘tu non mi guardi più’.”
- “L’inizio e la fine di un amore sono sempre legati a uno sguardo: prima attrae, alla fine si annulla.”
- “La caduta dell’amore nell’indifferenza comporta la perdita dello sguardo dell’altro. Non sono più niente per te: vuol dire che tu non mi attendi più e non mi guardi più.”
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