Frasi di Mia Martini sulla tristezza dalle sue canzoni: ti verrà voglia di piangere, ma sarà liberatorio e ripartirai

C’è chi canta per amore, chi per rabbia, chi per vanità. Mia Martini cantava per sopravvivere. Ogni sua nota era un grido gentile, ogni sua parola una ferita aperta. Il 12 maggio del 1995 ci lasciava Mimì, e ancora oggi la sua voce ci spacca in due: metà emozione, metà dolore. Ma dietro quella voce struggente, c’era una donna che ha fatto i conti con la vita più che con le classifiche. E spesso ha perso.

frasi di Mia Martini sulla tristezza

Una voce che veniva da dentro

Mia Martini non era solo una cantante. Era una bomba emotiva travestita da artista. Nata Domenica Bertè, sorella della più chiassosa Loredana, aveva un talento che faceva tremare i muri. La sua voce era sabbia e miele, urlo e carezza. Quando cantava Almeno tu nell’universo sembrava che lo facesse solo per te, e solo in quel momento.

Ma se la musica era il suo rifugio, la vita reale era un campo minato. Mimì aveva quella strana qualità di attrarre sia l’adorazione che la cattiveria. Una combo letale, soprattutto in un mondo – quello della musica italiana – che sa essere più crudele del gossip tra comari.

Le sue canzoni? Lacrime con la colonna sonora

Chi ascolta Mia Martini sa già cosa aspettarsi: un pugno allo stomaco con melodia inclusa. Non era una da “tormentoni estivi”. Le sue canzoni erano drammi esistenziali impacchettati in tre minuti: Minuetto, E non finisce mica il cielo, Gli uomini non cambiano. Tutti titoli che sembrano messaggi lasciati su un cuscino dopo una notte insonne.

Il dolore nei suoi testi non era un espediente da palco. Era verità. Lei era quel dolore. Non lo interpretava: lo viveva. Per questo, forse, ci emoziona ancora. Perché il suo canto non era un mestiere. Era un’urgenza.

Una tristezza cucita addosso

Mimì era triste. Non “ogni tanto”, non “quando piove”. Sempre. E non lo nascondeva, anche se il mondo le avrebbe preferito un bel sorriso finto e un motivetto allegro. La sua tristezza non era soltanto un sentimento, era un’etichetta. Una condanna.

Le male lingue (e nel mondo dello spettacolo abbondano più dei critici musicali) arrivarono a dire che “portava sfortuna”. Sì, nel 2025 sembra una barzelletta, ma in quegli anni era una voce velenosa che le ha chiuso le porte in faccia. Concerti saltati, dischi non pubblicati, collaborazioni bloccate. Perché? Perché una donna talentuosa, introversa e ferita fa paura.

La fine: silenzio e solitudine

Il 12 maggio 1995, in un appartamento di Cardano al Campo, Mia Martini viene trovata morta. Una morte silenziosa, come la sua fine nel mondo della musica, avvenuta molto prima del suo ultimo respiro. Le cause? Un mix di farmaci e solitudine. Un cuore troppo stanco, forse. Troppo rotto.

Non è stata solo una morte. È stato il finale amaro di una lunga ingiustizia. Perché Mimì è stata dimenticata mentre era ancora viva. Poi, come spesso accade, la gloria postuma: premi, tributi, lagne e pentimenti collettivi. Ma quando ne aveva bisogno davvero, lei era sola.

Mimì, oggi ci manchi ancora

Oggi la ricordiamo con rispetto, affetto e – ammettiamolo – un po’ di senso di colpa collettivo. Perché l’Italia, il pubblico e il mondo della musica l’hanno lasciata affondare. Ma la sua voce resta. E quando la risentiamo, ci fa ancora male. Ma è un male che guarisce.

Perché Mia Martini non è mai stata solo una cantante. Era un’anima che cantava, una ferita che faceva musica. E, alla fine, una verità che fa rumore anche nel silenzio.

Frasi di Mia Martini sulla tristezza dalle sue canzoni

  1. E non finisce mica il cielo anche se manchi tu.” (E non finisce mica il cielo)
  2. Gli uomini non cambiano, prima parlano d’amore e poi ti lasciano da sola.” (Gli uomini non cambiano)
  3. Sai, la gente è sola e come può lei si consola.” (Almeno tu nell’universo)
  4. Ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita.” (Gli uomini non cambiano)
  5. È un’incognita ogni sera mia, un’attesa pari a un’agonia (Minuetto)
  6. Che giorno triste è questo mio, se oggi tu ti liberi di me (Piccolo uomo)
  7. E può essere lieve la malinconia, è come la pioggia che cade in questa via, lo sai” (Notturno)
  8. Ti ricordi una volta? Si sentiva soltanto il rumore del fiume la sera (La nevicata del ’56)
  9. Non ci sarà chi rida di me se cercherò qualcuno per ritornare in me.” (E non finisce mica il cielo)
  10. Ho lottato per cambiarlo, ci vorrebbe un’altra vita.” (Gli uomini non cambiano)
  11. E tu piangi mille notti di perché.” (Gli uomini non cambiano)
  12. Piansi anch’io la prima volta, stretta a un angolo e sconfitta.” (Gli uomini non cambiano)
  13. Donna come un mazzo di fiori, quando è sola ti fanno fuori (Donna)
  14. Che vuoi che sia se t’ho aspettato tanto, che vuoi che sia non saprai mai se ho pianto (Che vuoi che sia… se t’ho aspettato tanto)

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