Nicola Gratteri non è uno che le manda a dire. Calabrese verace, magistrato in trincea da trent’anni contro la ‘ndrangheta, è abituato a parlare chiaro, diretto, senza fronzoli. Non cerca il consenso, cerca la verità. E quando parla di giovani, lo fa con la stessa passione con cui firma gli atti d’accusa contro i boss. Solo che, stavolta, il messaggio è più leggero ma altrettanto potente: “I giovani non sono il problema, ma la soluzione. Dobbiamo ascoltarli e coinvolgerli.” Una frase semplice? Forse. Ma detta da uno come Gratteri, che di giovani ne ha incontrati a migliaia nelle scuole di tutta Italia, assume un peso ben diverso. Non è uno slogan, è una sveglia.
“I giovani sono la soluzione”
Quando Nicola Gratteri pronuncia quella frase, non lo fa per farci sentire tutti più buoni. Lo fa perché ci crede davvero. Per lui, i giovani non sono teste calde da sopportare fino ai 18 anni, ma risorse da valorizzare, da ascoltare, da prendere sul serio. Nei suoi libri, nelle interviste, nelle conferenze nelle scuole, Gratteri torna sempre lì: alla fiducia che dobbiamo dare alle nuove generazioni.
Ne ha parlato in libri come Non chiamateli ero” (scritto con Antonio Nicaso), dove racconta storie di giovani che si sono ribellati alla mafia. Ma anche in La mafia fa schifo, destinato proprio ai ragazzi, in cui cerca di spiegare il crimine organizzato con parole semplici, ma dirette come un pugno. E non è un caso che molti studenti, dopo averlo ascoltato, escano dalle aule con gli occhi accesi e la voglia di cambiare il mondo. O almeno, di provarci.
Genitori, aprite le orecchie
Diciamolo: quando un genitore sente frasi come “dobbiamo ascoltare i giovani”, spesso alza gli occhi al cielo. “Sì, ma se non studia, sta sempre al cellulare e risponde male?” Vero. Ma forse, proprio perché non ci sentono, è ora che iniziamo a sentirli noi.
Gratteri lo spiega bene: ascoltare i giovani non significa dire sempre di sì, ma nemmeno trattarli come dei piccoli deficienti che devono solo obbedire. Significa fare domande, cercare di capire cosa pensano davvero, anche quando le loro parole sembrano uscite da TikTok. Significa creare un dialogo. E sì, a volte ci vuole pazienza. Tanta.
Ma la vera rivoluzione è lì: non nell’educarli “a comando”, ma nel costruire con loro qualcosa che abbia senso per entrambi. Come dice Gratteri, se li coinvolgiamo, se gli diamo fiducia, se smettiamo di trattarli come eterni “immaturi”, allora ci sorprenderanno.
I ragazzi non sono il problema
La verità è che spesso i giovani sono migliori degli adulti. Hanno fame di giustizia, di verità, di cambiamento. Ma trovano davanti a sé un muro di adulti stanchi, cinici o semplicemente disillusi. Gratteri lo sa: molti ragazzi che incontra hanno il coraggio che agli adulti manca. E spesso sognano un futuro più pulito, più giusto, più bello. Il problema è che nessuno li ascolta.
E allora ecco il senso profondo della frase: non aspettarti che tuo figlio diventi “bravo” se lo tratti come un problema. Trattalo come una persona, anche quando ti fa uscire di testa. Ascoltalo. Coinvolgilo. Dagli fiducia. Proprio come farebbe Gratteri. Solo che tu puoi farlo senza scorta.
La soluzione è già in casa tua, anche se sbatte la porta
I giovani non sono alieni, anche se a volte sembrano parlare un’altra lingua. Sono la nostra occasione per rimettere le cose a posto, per cambiare ciò che noi adulti abbiamo rotto. Gratteri, uno che combatte ogni giorno contro il peggio dell’Italia, crede nei giovani più di quanto creda in molti adulti.
E se lui lo dice, forse vale la pena credergli. Magari tuo figlio non sarà un eroe, ma potrebbe sorprenderti. Basta solo ascoltarlo un po’ di più. Anche quando sbatte la porta. Soprattutto allora.
Frasi di Nicola Gratteri sui giovani
- “I giovani sono il futuro, ma se non li indirizziamo per bene rischiano di finire nelle mani della criminalità organizzata.”
- “La vera sfida è educare i giovani alla legalità, insegnare che c’è un’alternativa alla violenza e alla criminalità.”
- “Un ragazzo senza prospettive è un ragazzo fragile, più facile da condizionare.”
- “I giovani devono diventare il motore del cambiamento sociale, l’unico modo per sconfiggere le mafie.”
- “La cultura della legalità deve entrare nelle scuole, per non lasciare spazio all’illegalità.”
- “La ’ndrangheta sfrutta la disperazione dei giovani per arruolarli.”
- “Solo con lavoro, cultura e dignità possiamo dare ai giovani un’alternativa concreta alla criminalità.”
- “I giovani non sono il problema, ma la soluzione. Dobbiamo ascoltarli e coinvolgerli.”
- “Il nostro compito è creare contesti in cui i giovani possano crescere liberi dalla paura e dalla rassegnazione.”
- “La legalità deve diventare un valore trasmesso dalle famiglie e dalle comunità, non solo dalle istituzioni.”
- “Spesso i giovani entrano nel mondo della mafia per mancanza di esempi positivi intorno a loro.”
- “Dobbiamo investire sui giovani con progetti di inclusione sociale e formazione.”
- “Il rischio più grande è che i giovani si abituino alla rassegnazione e pensino che il sistema sia immutabile.”
- “Le mafie si combattono anche offrendo ai giovani bellezza e cultura, non solo repressione.”
- “I giovani devono sentirsi protagonisti e cittadini attivi, non vittime o spettatori passivi.”
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