Friedrich Nietzsche è uno di quei personaggi che fanno scattare due reazioni opposte: c’è chi lo adora e chi scappa a gambe levate. Eppure, basta leggerlo per capire che il suo vero obiettivo non era confonderci, ma svegliarci. A modo suo, certo: con aforismi che sembrano scritti dopo un caffè troppo forte o una notte insonne, ma sempre con un’unica missione, quella di liberarci. Liberarci da cosa? Un po’ da tutto: dalle convenzioni, dalla mediocrità, dalle abitudini automatiche e, soprattutto, da quella forma di schiavitù quotidiana che chiamiamo “vita moderna”. Nietzsche non era un rivoluzionario a metà: era uno che, se vedeva una gabbia, ci saliva sopra solo per dirti che le porte erano aperte. Il problema, semmai, era convincerti a uscire.

Chi era Nietzsche
L’uomo Friedrich Nietzsche era fragile, solitario, pieno di malanni. Il personaggio Nietzsche, invece, era un gladiatore del pensiero: tagliente, sarcastico, convinto che la filosofia dovesse scuotere e non accarezzare. Mentre il corpo cedeva, la sua mente correva a una velocità pericolosa.
Parlava della libertà come di una responsabilità personale, non come di un regalo che qualcuno ti fa. Per lui la libertà non era un palloncino colorato, ma un atto di volontà. E lo scrisse chiaramente:
“La libertà è la volontà di essere responsabili di noi stessi.”
Non proprio lo slogan che metteresti su una tazza da regalo, ma efficace. Nietzsche non credeva nelle scuse, nelle mezze misure, nei “vorrei ma non posso”. Credeva in ciò che sei disposto a fare per essere davvero te stesso, senza padroni, senza mandriani e senza “tribù” che ti schiaccia. E infatti ricordava:
“L’individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù.”
Se ti sembra attuale, tranquillo: lo è.
La libertà secondo Nietzsche
Per Nietzsche la libertà non è uno stato, ma un wrestling quotidiano: contro le aspettative, le abitudini e persino contro i tuoi stessi automatismi. Non è “faccio ciò che voglio”, ma “so cosa voglio e so pagare il prezzo per ottenerlo”.
E quando parla di spirito libero, lo fa sempre con un tono tra il romantico e il brutale.
“Cuore incatenato, spirito libero…” scriveva, ricordandoci che a volte per pensare liberamente bisogna incatenare un po’ le emozioni, altrimenti ti portano dove vogliono loro. È un approccio poco poetico? Sì. È tremendamente vero? Sì anche questo.
La frase degli “schiavi e liberi”
E poi c’è lei, la frase che se l’avessimo tutti tatuata sul braccio vivremmo meglio:
“Tutti gli uomini, di tutte le epoche, si dividono in schiavi e liberi; chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo.”
Nietzsche qui non sta parlando di catene fisiche, ma di tempo. Per lui la vera ricchezza non era il conto in banca: era avere ore che puoi vivere, non solo sopportare. Il tempo non controllato è servitù, punto. E non gli interessava se sei un operaio, un impiegato o un filosofo. Se il tuo tempo è in mano ad altri, tu non sei libero.
Questa frase oggi è ancora più esplosiva. Perché viviamo in un’epoca in cui puoi avere mille libertà apparenti – Netflix, smartphone, consegne a domicilio – ma zero libertà reali. Perché? Perché il tuo tempo non è tuo. E Nietzsche ce lo direbbe senza mezzi termini: se passi la tua giornata a fare quello che vuole qualcun altro, stai lavorando sì, ma per la tua stessa gabbia.
Lasciare il lavoro che ti schiavizza: il consiglio nietzschiano che non ti aspettavi
Questa frase di Nietzsche non è un invito all’anarchia, ma all’autoresponsabilità. È come se ti dicesse: “Amico, se vuoi essere libero, devi prendertela tu questa libertà. Nessuno verrà a liberarti.” E allora sì, può diventare un buon motivo per capire se il tuo lavoro ti nutre o ti consuma. Se ti lascia vivere o solo riposare quel tanto che basta per presentarti di nuovo all’ingresso il giorno dopo. Se ti permette di essere umano o solo utile.
Nietzsche, senza tanti giri di parole, ti suggerirebbe forse questo: se il tuo lavoro ti prende più di due terzi della giornata e in cambio non ti dà un senso, una crescita, un minimo di dignità o di respiro, allora stai indossando una catena dorata. Puoi chiamarla “posto fisso”, “sicurezza”, “stabilità”, ma lui la chiamerebbe comunque schiavitù. E da buon provocatore, aggiungerebbe qualcosa del tipo: “La porta è aperta. Il problema, semmai, è trovare il coraggio di uscire.”
Il tempo è la nostra moneta più preziosa
Nietzsche non è un autore comodo. È un autore vero. Parla di libertà in un modo che può infastidire, ma solo perché capisce perfettamente dove fa male. Ci ricorda che il tempo è la nostra moneta più preziosa e che sprecarlo in qualcosa che ci spegne è una forma di auto-annientamento. E alla fine il suo messaggio resta sempre lo stesso:
non sarai mai libero se non impari a esserlo anche contro ciò che ti trattiene. E se questo significa cambiare lavoro, vita, ritmi, abitudini… lui non avrebbe mai detto di no. Anzi. Ti avrebbe fatto notare che, per iniziare a volare, devi prima imparare a camminare, correre, arrampicarti e – sì – anche danzare.
Frasi di Nietzsche sulla libertà
- “La libertà è la volontà di essere responsabili di noi stessi. È mantenere la distanza che ci separa dagli altri uomini. È diventare sempre più indifferenti alle difficoltà, alla severità, alla privazione e perfino alla vita stessa.”
- “Volere ti rende libero: questa è la vera dottrina della volontà e della libertà, così ti insegna Zarathustra.”
- “Per ‘libertà dello spirito’ intendo qualcosa di molto preciso: la volontà incondizionata di dire No, là dove è pericoloso dire No.”
- “Probabilità ma non verità, facilità ma non libertà; è grazie a questi due frutti che l’albero della conoscenza non può essere confuso con l’albero della vita.”
- “Tutti gli uomini, di tutte le epoche, si dividono in schiavi e liberi; chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo.”
- “Cuore incatenato, spirito libero. Se si lega duramente il proprio cuore e lo si tiene prigioniero, si possono concedere molte libertà allo spirito.”
- “Ancora per le grandi anime la vita è libera. In verità, chi possiede poco è meno posseduto: sia lodata la piccola povertà!”
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