Oriana Fallaci non era una che le mandava a dire. Giornalista, scrittrice, cronista di guerra, donna di mondo e di grande tempra, ha scritto pagine indimenticabili perché sempre vere, crude, profonde. Parlare di felicità con lei non è come leggere una pubblicità di cioccolatini: è come guardarsi allo specchio dopo un caffè doppio a stomaco vuoto. Ti sveglia, ti stordisce, ti costringe a pensare. In questo articolo ti porto dentro il modo di pensare della Fallaci sulla felicità: cosa la felicità significava per lei, dove ne ha scritto o parlato, e perché una sua frase celebri può esserci utile, anche quando ci confrontiamo con chi “tiene il broncio” come fosse un hobby.

Chi era Oriana Fallaci
Oriana Fallaci è stata prima di tutto una donna con i piedi per terra e la testa nei pensieri profondi. Nata in un’Italia ancora segnata dalla guerra, diventata una delle voci più forti del giornalismo mondiale, ha intervistato i potenti e vissuto nei teatri di guerra come se fosse normale accompagnarsi al rumore dei proiettili. Erano altri tempi? Forse. Ma la sua modernità sta proprio nel modo in cui ha messo al centro l’essere umano, con tutte le sue paure, le contraddizioni, le speranze. Non ha mai scritto di felicità come una cosa morbida e zuccherosa, bensì come un’esperienza intensa, a volte dura da digerire.
Non era una coach di benessere motivazionale. Era una donna che aveva visto il lato brutale e meraviglioso della vita e che aveva capito che la felicità non è “avere tutto”, ma piuttosto sentire tutto. Le sue parole non ti accarezzano: ti scuotono.
La felicità secondo Oriana Fallaci
Per Oriana Fallaci la felicità non era un sorriso permanente o una playlist perfetta. La felicità era un modo di stare nella vita, con tutti i suoi colori, anche quelli più dolorosi. Quando dice:
“La felicità è fatta di una cosa grande: apprezzare la vita sapendo che dopo viene la morte”
non sta facendo filosofia da cattedra: sta dicendo una verità semplice e, per certi versi, radicale. La felicità non è staccare dalla vita. La felicità è entrare nella vita con gli occhi aperti, sapendo che tutto è transitorio.
Immagina di andare a teatro: lo spettacolo sarebbe bello se sapessi che non va avanti all’infinito? Certo che sì! Quel senso di “adesso, qui, ora” è ciò che rende ogni attimo prezioso. La morte, o semplicemente il pensiero della fine, non è qualcosa da cui scappare: è ciò che ci fa apprezzare davvero le cose. Senza la consapevolezza della fine, potremmo dare per scontato ogni gesto, ogni parola, ogni risata.
Oriana Fallaci ci dice un’altra cosa importante: non c’è felicità senza consapevolezza. Per lei, apprezzare la vita significa guardare le cose con gli occhi aperti, non anestetizzati. Significa ridere e piangere, amare e rischiare, riconoscere che siamo esseri umani in un tempo limitato.
Perché questa frase ci può aiutare con chi tiene sempre il broncio
Ora, prendi questa frase e applicala a quella persona nella tua vita che sembra essere sempre un po’ “di traverso”. Quella persona che ha il broncio come se fosse un cappotto di inverno, che trasmette pesantezza e che ti consuma l’energia. Cosa farebbe Oriana Fallaci? Probabilmente ti direbbe di non perdere tempo a discutere con il broncio, ma di invitare quella persona a guardare la vita con occhi “veri”, non da spettatore annoiato.
Perché? Perché quel broncio spesso nasce da una mancata capacità di apprezzare il momento presente. È come se quella persona stesse vivendo la vita con un interruttore spento. Oriana Fallaci ci insegna che la felicità viene da accendere quell’interruttore e guardare ogni esperienza come qualcosa da vivere con pienezza, non da sopportare. Certo, non possiamo pretendere che tutti adottino la sua filosofia in un nanosecondo, ma possiamo ispirarli a guardare oltre il broncio.
La Fallaci direbbe che la felicità non è un obbligo, non è una punizione né un dovere. È una scelta coraggiosa: scegliere di guardare la vita con gratitudine, anche quando è difficile. E questo è un consiglio utile per tutti, non solo per chi tiene il broncio: vivere sapendo che la morte esiste – non per spaventarci, ma per ricordarci che il tempo è un bene prezioso – ci sprona a non sprecare energie nelle lamentele.
La felicità come atto di coraggio
Se stai leggendo questo articolo e pensi che la felicità sia qualcosa di lontano o impossibile, ricorda Oriana Fallaci. Per lei non serve una bacchetta magica: serve consapevolezza. Serve respirare la vita a pieni polmoni, con tutte le sue contraddizioni. La felicità non è una condizione stabile, un punto di arrivo, un like su un post social. È la capacità di apprezzare ogni momento, anche quelli difficili, sapendo che sono parte di un viaggio che vale la pena vivere.
Oriana Fallaci non scriveva per compiacere. Scriveva per svegliare. E a noi resta il compito di uscire dal broncio, non perché sia facile, ma perché è la cosa più vera che possiamo fare.
Frasi di Oriana Fallaci sulla felicità
- “La felicità… è fatta di una cosa grande: apprezzare la vita sapendo che dopo viene la morte.”
- “La felicità è un oblio che dura una settimana.”
- “La gente è così presa dalla frenesia di libertà ed io la capisco: ma i frenetici della libertà finiscono spesso per non dare più nulla, o per dare con avarizia, e l’avarizia non ha mai dato la felicità.”
- “Per vivere ci vuole passione.”
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