Osvaldo Poli non è un guru con la barba bianca e la sfera di cristallo. È uno psicologo, psicoterapeuta, autore di bestseller sull’educazione e, soprattutto, uno che parla chiaro. Di quelli che ti smontano le convinzioni a colpi di buon senso e ti ricostruiscono come genitore – o come nonna invadente – con poche, essenziali verità. Poli non scrive manuali per genitori perfetti. Scrive per genitori veri, pieni di dubbi, stanchi, pieni di amore e di sensi di colpa, che vogliono fare del loro meglio… e magari ogni tanto non ce la fanno.
I bambini secondo Osvaldo Poli: non piccoli adulti, ma grandi misteri da accendere
Per Osvaldo Poli, i bambini non sono adulti in miniatura da indottrinare con lezioni di vita, regali costosi o agende fitte di stimoli.
Sono esseri pieni di emozioni, intuizioni, desideri, fragilità. Sono fuochi da accendere.
È questa l’immagine che Poli ci regala in una delle sue frasi più famose:
“I bambini non sono contenitori da riempire, ma fuochi da accendere.”
Non un semplice aforisma da postare su Facebook, ma una filosofia educativa. Il bambino, secondo lui, non è un vaso vuoto in cui infilare nozioni, regali, esperienze, corsi di inglese, chitarra, tai chi e scacchi.
È una fiamma che ha bisogno di ossigeno: di tempo, di attenzioni vere, di presenza, di amore autentico. Non di plastica colorata e luci lampeggianti
“Non sono contenitori”: come spiegare la frase anche alla nonna dispensatrice di regali
Parliamoci chiaro: la frase di Osvaldo Poli andrebbe incisa su una targa e appesa nell’ingresso, sopra il portaombrelli, dove le suocere possano leggerla prima di lanciarsi in una distribuzione compulsiva di doni inutili.
Perché sì, riempire un bambino di regali non lo rende felice, lo distrae. Lo sovraccarica. Lo abitua ad associare l’amore a un oggetto. Ma il bambino ha bisogno di altro: uno sguardo, una storia letta insieme, una domanda vera, non un camion telecomandato che dopo 20 minuti è già senza pile (e senza entusiasmo).
Quindi, la prossima volta che tua suocera si presenta con l’ennesimo pacchetto, sorridi e dille: “Grazie, ma oggi accendiamo il fuoco. I contenitori sono già pieni.”
(Magari non capirà subito. Ma il seme è piantato.)
Accendere un bambino è un lavoro d’amore
Osvaldo Poli ci ricorda che l’infanzia non è un progetto da completare, ma un mistero da accompagnare. Ci spinge a spegnere i neon del consumismo e accendere la candela della presenza. E soprattutto ci invita a fare pace con la verità più semplice (e scomoda): i bambini non vogliono tutto. Vogliono noi.
E allora, cari genitori, cari nonni, care suocere col cuore grande e la carta regalo sempre pronta: lasciate stare i contenitori. Prendete un fiammifero (figurato, eh) e accendete quel fuoco. È lì che inizia la vera magia dell’essere bambini. E genitori.
Frasi di Osvaldo Poli sui bambini
- “Il bambino è il centro del mondo, e da lui dipende la bellezza della società futura.”
- “Ogni bambino porta con sé un dono unico che solo l’adulto attento può riconoscere e valorizzare.”
- “I bambini non sono contenitori da riempire, ma fuochi da accendere.”
- “La vera educazione nasce dall’amore e dalla pazienza verso il bambino.”
- “In ogni bambino c’è un seme di speranza per il domani.”
- “L’infanzia è il tempo in cui si costruiscono le fondamenta della personalità.”
- “Ascoltare il bambino significa aprirsi a un mondo di meraviglie.”
- “Il gioco è il linguaggio con cui il bambino esprime la sua anima.”
- “Non c’è educazione senza relazione: il bambino ha bisogno di sentirsi amato.”
- “Ogni bambino ha il diritto di essere protagonista della propria crescita.”
- “L’infanzia è il laboratorio dove si sperimenta la vita.”
- “Il bambino insegna all’adulto la meraviglia di scoprire il mondo ogni giorno.”
- “La pazienza con i bambini è la chiave che apre il cuore.”
- “Un bambino felice è il primo mattone per una società migliore.”
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