Psicologo clinico, scrittore prolifico e padre spirituale di tanti genitori disorientati, Osvaldo Poli è uno di quelli che non le manda a dire. Se cerchi qualcuno che ti accarezzi il senso di colpa genitoriale, cambia autore. Ma se invece vuoi qualcuno che ti aiuti davvero a diventare un buon padre o una buona madre (e soprattutto a non impazzire nel tentativo), allora Osvaldo Poli fa per te. Classe 1950, una lunga carriera alle spalle tra libri, conferenze e consulenze psicologiche, Poli ha fatto della genitorialità il suo campo di battaglia. Ma non con toni da santone: con ironia, schiettezza e quella sottile arte di metterti davanti allo specchio senza pietà, ma sempre per il tuo bene.
I genitori secondo Osvaldo Poli: eroi imperfetti
Per Osvaldo Poli, i genitori non sono supereroi. Ma nemmeno poveri cristi travolti da figli ingestibili e una società che li vuole perfetti. Sono persone con un’enorme responsabilità: educare. Ma educare davvero, che non significa “compiacere” o “accontentare”, bensì guidare.
Ne ha parlato in tanti libri, tra cui Bambini autoregolati, Autorità genitoriale e Genitori forti, figli forti. In questi testi, Osvaldo Poli insiste su un punto chiave: il genitore deve avere un desiderio educativo chiaro, un orientamento interno forte, un’idea di ciò che vuole trasmettere. Non può improvvisare.
E attenzione: non sta parlando di imposizioni rigide da regime nordcoreano. Ma nemmeno della scuola di pensiero del “lascialo libero, crescerà da solo”. Perché, come lui dice spesso, “chi non sa guidare, finisce col seguire”, e nel caso dei figli, questo può essere pericoloso.
Desiderio del genitore Vs progetto di vita del figlio
Osvaldo Poli dice:
“Educare significa far incontrare il desiderio del genitore con il progetto di vita del figlio.”
Questa è una delle sue frasi più famose (e spiazzanti). Ma cosa vuol dire, esattamente? Semplice (si fa per dire):
- il desiderio del genitore è ciò che lui o lei sogna per il figlio: che sia onesto, autonomo, coraggioso, felice…;
- il progetto di vita del figlio è ciò che lui o lei costruisce strada facendo: passioni, aspirazioni, personalità, errori inclusi.
Per Osvaldo Poli, il ruolo del genitore è mettere in dialogo questi due mondi. Né imporsi (“tu farai il medico come tuo nonno”), né tirarsi indietro (“fa’ come vuoi, l’importante è che tu sia felice”). L’educazione, dice, è un incontro, non una battaglia.
E quando questo incontro riesce, succede la magia: il figlio si sente visto, guidato e libero allo stesso tempo. Ecco perché questa frase può cambiare il modo di essere genitori: non si tratta di plasmare un figlio a propria immagine, ma nemmeno di sparire in nome della libertà assoluta. Si tratta di esserci, con forza e amore. E anche con qualche no detto bene.
La libertà non è fare ciò che si vuole, ma sapere chi si è
Osvaldo Poli insiste: un figlio libero non è quello che fa ciò che vuole, ma quello che sa chi è. E questo lo può imparare solo da genitori presenti, coerenti, capaci di dire “mi dispiace, ma questa cosa non va bene”.
Ecco perché i suoi consigli sono spesso controcorrente. Mentre il mondo urla “non traumatizzate i figli!”, Poli ti guarda e dice: “non abbiate paura di traumatizzarli un po’, a fin di bene”. Ovviamente con amore, ma senza diventare ostaggi dei sensi di colpa.
Perché, diciamocelo, oggi molti genitori sono più spaventati dei figli. Hanno paura di essere autoritari, di sbagliare, di essere “troppo” o “troppo poco”. E in questo caos emotivo, Poli arriva come uno schiaffo educativo (che ci voleva).
Perché Osvaldo Poli fa bene, anche quando ci irrita
Leggere Osvaldo Poli è un po’ come andare in palestra dopo mesi sul divano: fa male, ma poi stai meglio. Ti fa mettere in discussione, ti toglie alibi, ma ti regala anche strumenti veri, concreti. Non promesse di genitorialità perfetta, ma una bussola per non perdere la rotta.
In un’epoca in cui i figli sono spesso lasciati soli con smartphone e libertà illimitate, Poli ci ricorda una cosa scomoda ma vera: educare è un atto di coraggio.
E allora, se vuoi figli felici, liberi, consapevoli… inizia da te. Come dice lui:
“Un genitore forte rende un figlio forte. E un figlio forte saprà essere libero senza perdersi.”
Frasi di Osvaldo Poli sui genitori
- “Accettare i limiti dei propri figli è accettare la loro umanità.”
- “I figli vanno educati al coraggio, non alla perfezione.”
- “I figli sono il luogo in cui il passato incontra il futuro, e da questo incontro nasce la vita.”
- “Educare un figlio significa accompagnarlo a scoprire chi è, non a costruire ciò che vorremmo noi.”
- “L’ascolto attivo dei figli è la base di un rapporto sano e di una comunicazione efficace.”
- “I figli non sono proprietà, ma persone da rispettare e guidare con amore e fermezza.”
- “La vera crescita dei figli passa attraverso la libertà di sbagliare e il coraggio di rialzarsi.”
- “Il ruolo del genitore è quello di specchio e guida, non di giudice.”
- “Il dialogo autentico con i figli costruisce ponti di fiducia che durano per tutta la vita.”
- “L’amore educativo non è permissività, ma presenza attenta e costante.”
- “Solo chi ha la pazienza di ascoltare può capire veramente i bisogni dei figli.”
- “I figli hanno bisogno di regole chiare per sentirsi sicuri e amati.”
- “Non bisogna temere di mostrare le proprie fragilità ai figli; anche questo insegna a crescere.”
- “Educare significa far incontrare il desiderio del genitore con il progetto di vita del figlio.”
- “La relazione genitore-figlio è un viaggio continuo di scoperta e cambiamento.”
- “L’adolescenza è una sfida che richiede coraggio, empatia e tanta pazienza.”
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