Pablo Neruda, al secolo Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto (già solo scrivere il nome per intero ti occupa metà mattinata), è stato un poeta cileno che ha fatto dell’amore, della lotta, della natura e delle piccole cose il centro del suo universo poetico. Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, amico (e nemico) di presidenti e rivoluzioni, è passato alla storia come un uomo dalle passioni esplosive, ma dalla penna incredibilmente delicata. Dietro il personaggio pubblico – il diplomatico, il senatore comunista, il contestatore e, a tratti, il seduttore seriale di versi – si nascondeva un uomo profondamente sensibile, innamorato della semplicità. Uno che, pur avendo visto il mondo da palazzi e salotti importanti, continuava a commuoversi davanti a un carciofo o a un vecchio paio di scarpe. No, non è un modo di dire: Neruda ha davvero scritto odi a tutto questo.

Felicità? Una questione di briciole, non di banche
Per Pablo Neruda, la felicità non era un’auto sportiva, un grattacielo a Manhattan o la fama eterna. Era qualcosa di più semplice, quasi banale. O, come diceva lui stesso:
“La felicità è una cosa semplice e fragile, che si nasconde nei dettagli.”
Ed è proprio lì che si vede la differenza tra chi scrive per apparire e chi scrive per sentire. Neruda non cercava la felicità nei grandi eventi, ma nel rumore del mare, in una forchettata di risotto, nell’odore delle cipolle o nel sorriso di una donna che non ha bisogno di tacchi per essere regina. Se avesse avuto Instagram, probabilmente avrebbe postato foto di sassolini, tazze sbeccate e cani che dormono al sole.
La felicità secondo Neruda: poesia o stile di vita?
In molte delle sue poesie – e soprattutto nelle Odi elementari – Neruda dimostra che la felicità può trovarsi nella materia più ordinaria. Prende oggetti semplici e li trasforma in simboli di bellezza quotidiana: un pomodoro diventa poesia, una cipolla si carica di significato, un limone racchiude l’universo.
In queste poesie, più che altrove, l’idea è chiara: la felicità non ha bisogno di palco, ma di attenzione. E qui sta il genio: Neruda non si limita a scriverne, la felicità la pratica. È come uno che predica l’amore ma intanto cucina per chi ama, lava i piatti e ti scrive un verso con il sapone ancora sulle mani.
La semplicità come rivoluzione
Dire che la felicità è nei dettagli può sembrare un cliché da tazza da colazione, ma se lo dice Neruda, assume tutta un’altra potenza. Perché lui ci credeva davvero, e lo dimostrava ogni volta che sceglieva la parola giusta e non la più sofisticata, ogni volta che celebrava l’umanità invece della gloria.
In un mondo dove la corsa è verso il di più, il meglio, il più appariscente, lui andava contromano: cercava la quiete, il profumo, la carezza invisibile. Per lui la felicità non era un’esplosione, ma un sussurro che ti passa accanto quando non stai guardando.
Un’idea semplice e fragile: perché?
Neruda sapeva bene che la felicità è fragile proprio perché è semplice. Si spezza se la calpesti con le scarpe grosse dell’ambizione, si dissolve se cerchi di chiuderla in una scatola, si perde se la ignori troppo a lungo.
È per questo che la paragonava a un’idea che si nasconde nei dettagli. Perché è lì che si trova: in un abbraccio inaspettato, in un verso che ti fa sorridere, in una passeggiata senza meta. E soprattutto, è qualcosa che si può perdere senza neanche accorgersene; basta un po’ di fretta, un pizzico di distrazione, e puff: sparita.
Impariamo da Neruda a guardare meglio
Se c’è una lezione che possiamo imparare da Pablo Neruda è che non bisogna essere filosofi per essere felici, ma osservatori attenti. Che la felicità, spesso, è lì, timida e un po’ stropicciata, che ci aspetta dentro una mattina di sole o in una tazza di caffè fatta con amore.
E che, forse, come lui stesso avrebbe detto, la poesia più bella è quella che si scrive vivendo. Con gli occhi aperti e il cuore un po’ vulnerabile. Perché sì, la felicità è fragile, ma se la tratti bene, resta.
Frasi di Pablo Neruda sulla felicità
- “Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi.”
- “La felicità è così breve, e l’amore così lungo.”
- “Potrei scrivere i versi più tristi stanotte. Scrivere, per esempio: ‘La notte è stellata, e tremano, azzurre, le stelle, in lontananza.’”
- “Ti amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima.”
- “Mi piace quando taci perché sei come assente, e mi ascolti da lontano, e la mia voce non ti tocca.”
- “La mia anima non si accontenta di questa felicità incompleta.”
- “La felicità è un’idea semplice e fragile che si nasconde nei dettagli.”
- “Con te imparai la felicità e il dolore.”
- “La felicità è stare insieme, costruire sogni, ed essere forti davanti al mondo.”
- “Perché ci vuole coraggio per essere felici in un mondo così amaro.”
- “La felicità è nascosta nel presente, come il fiore nel seme.”
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