Paolo Crepet è uno di quei personaggi che o ami o ti infastidisce profondamente. Psichiatra, sociologo, scrittore e grande provocatore, ha il raro talento di dire cose semplici con parole scomode. Non ha paura di toccare nervi scoperti, soprattutto quando si parla di educazione, giovani e – tema a lui molto caro – solitudine. Ma attenzione: per Crepet la solitudine non è un mostro da combattere. Anzi, è un passaggio necessario per crescere, riflettere e tornare a sé. Peccato che, come lui stesso denuncia, oggi siamo capaci di sentirci tremendamente soli… anche con mille follower.
Chi è Paolo Crepet e perché fa sempre discutere
Classe 1951, barba e baffi d’ordinanza e tono pacato ma affilato come un bisturi, Paolo Crepet ha studiato medicina, si è specializzato in psichiatria, ha viaggiato molto (anche in India) e ha scritto decine di libri. Ma non aspettarti il solito accademico chiuso nel suo studio: Crepet parla in tv, scrive articoli, partecipa ai festival e riempie i teatri come una rockstar del pensiero critico.
Il suo tratto distintivo? Dire ciò che pensa. E nel farlo non risparmia nessuno: né i genitori “amici” dei figli, né i ragazzi “malati di cellulare”, né tantomeno chi pensa che la solitudine sia sempre un male.
La solitudine secondo Crepet: un lusso per chi sa usarla
Per Paolo Crepet la solitudine è uno strumento prezioso, quasi un lusso. Nei suoi libri – da Libertà a Lezioni di sogni – invita a viverla come un tempo per tornare in contatto con sé stessi. Scrive che è proprio nella solitudine che si sviluppano la creatività, la riflessione e il coraggio di affrontare i propri demoni.
Ma attenzione: la solitudine di cui parla Crepet non è isolamento, né malinconia. È piuttosto un atto di libertà. Come dire: imparare a stare bene da soli è il primo passo per scegliere davvero con chi stare.
I social: amici della connessione, nemici dell’intimità
Ed eccoci al punto dolente: i social network, secondo Crepet, non ci rendono più connessi, ma più soli. “Abbiamo migliaia di contatti, ma zero relazioni vere”, afferma spesso con tono disilluso. E non gli si può dare torto: quante volte controlliamo il cellulare per vedere se qualcuno ci ha scritto, mentre a cena con amici siamo troppo impegnati a scorrere Instagram?
Secondo Crepet, l’illusione di essere sempre in compagnia sta cancellando il valore della solitudine autentica. E qui arriva la sua stilettata:
“Oggi un adolescente può morire di solitudine con il telefono in mano. E non se ne accorge nessuno”
Boom.
Meno selfie, più sé
Paolo Crepet non è un nostalgico del passato, ma uno che guarda il presente con occhi ben aperti. La sua proposta è semplice (ma non facile): riscoprire il valore della solitudine vera, lontano dalle notifiche e dai like, per imparare ad ascoltarsi e a costruire relazioni più autentiche. Meno selfie, più sé.
E se qualcuno dice che è fuori moda? Beh, come direbbe lui: “Non mi interessa essere alla moda. Mi interessa essere vero”.
15 frasi di Paolo Crepet sulla solitudine
- “La solitudine non è stare soli, è stare vuoti.”
- “La vera solitudine non è l’assenza degli altri, ma la mancanza di significato.”
- “Nell’era dei social network siamo più connessi e più soli che mai.”
- “La solitudine è una condizione necessaria per conoscere se stessi.”
- “I ragazzi di oggi hanno paura della solitudine perché hanno paura di incontrare se stessi.”
- “La tecnologia ci ha dato l’illusione di non essere mai soli, ma ci ha tolto la capacità di stare in solitudine.”
- “La solitudine è come un giardino che va coltivato per far crescere i propri pensieri.”
- “Non c’è crescita personale senza momenti di solitudine consapevole.”
- “La vera epidemia del nostro tempo è la solitudine digitale.”
- “I genitori devono insegnare ai figli anche il valore della solitudine, non solo quello della condivisione.”
- “La capacità di stare soli è indice di maturità emotiva.”
- “Chi scappa dalla solitudine, scappa da se stesso.”
- “La solitudine può essere un’opportunità o una condanna, dipende da come la viviamo.”
- “Nella solitudine si trova il silenzio necessario per ascoltare la propria voce interiore.”
- “La solitudine non è un problema da risolvere, ma una condizione da comprendere.”
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