Paolo Villaggio è stato un genio dell’umorismo e un osservatore implacabile della società. Dietro la faccia del Ragionier Fantozzi – icona tragicomica dell’italiano medio – c’era un uomo che sapeva ridere dei vizi del nostro tempo, ma anche regalare consigli di un sorprendente buon senso. Uno su tutti? La felicità non è un obiettivo da rincorrere col fiatone, né qualcosa che si compra a rate col mutuo o con la carta di credito dei genitori.
L’uomo dietro Fantozzi
Paolo Villaggio ha dato vita a un personaggio – Fantozzi – che ha incarnato frustrazioni, sogni mancati e piccole miserie quotidiane. Ma Paolo, l’uomo, aveva una filosofia tutt’altro che mediocre: diffidava della corsa al successo e al consumo, e parlava spesso di felicità con una lucidità che oggi sembra quasi rivoluzionaria.
“Per essere felici, la cosa fondamentale è accettarsi così come si è”, diceva. E già questa, detta da uno che ha campato inventandosi un poveraccio maltrattato dalla vita, suona come una lezione di saggezza.
Non correre dietro alla felicità (e alle rate)
La sua frase più famosa sul tema è cristallina:
“Nella vita, la cosa più importante da ricercare è la felicità, ma non fatelo mai affannosamente, non mettetevi mai degli obiettivi.”
Tradotto: se insegui la felicità come un topo in gabbia che corre dietro alla ruota, ti sfinisci senza mai acchiapparla. Non è un traguardo da segnare con la bandierina, ma una condizione che arriva quando smetti di correre e cominci a respirare.
E qui la lezione diventa utile anche per i genitori: i figli spesso pensano che la felicità si compri. Con i soldi di mamma e papà, possibilmente. La nuova felpa, l’ultimo smartphone, le scarpe “che ce l’hanno tutti”. Ma Paolo Villaggio ci dice che no, l’effimero non basta. La vera gioia nasce dall’accettarsi, dal vivere senza la smania di confrontarsi sempre con gli altri.
Contro la religione consumistica
Paolo Villaggio non usava mezze misure:
“Bisogna recuperare un po’ di tranquillità, non credere molto nei valori di questa maledetta religione consumistica: essere alle prime alla Scala, portare l’orologio come un avvocato.”
La sua ironia sapeva graffiare. Dietro c’è un messaggio chiaro: se la felicità diventa uno status symbol – un posto in platea o un Rolex al polso – stiamo messi male. Meglio un po’ di serenità vera, che non la smania di sembrare qualcuno.
L’educazione senza prediche
Paolo Villaggio era anche padre, e parlava chiaro sull’educazione dei figli:
“Accettatevi. Siate tolleranti, soprattutto. E chi ha dei figli, non cercate di educarli con delle prediche, ma solo con il buon esempio.”
Un consiglio che oggi dovrebbe essere appeso sui frigoriferi di casa. Perché i ragazzi imparano più guardando che ascoltando, e se vedono genitori stressati a rincorrere status e oggetti, difficilmente cresceranno sereni.
E ancora:
“Siate soprattutto onesti voi e avrete dei figli onesti. Se siete disonesti e praticate l’onestà, avrete dei figli disonesti che predicano l’onestà.”
Una stilettata dritta al cuore dell’ipocrisia: il famoso “fate quello che dico, non quello che faccio” non ha mai funzionato.
Una felicità semplice (ma non banale)
La lezione di Paolo Villaggio è questa: la felicità non sta nel possedere, ma nel vivere con consapevolezza, ridendo anche delle proprie disgrazie. È il contrario della ricerca spasmodica, della mania di “arrivare” o di “avere sempre di più”.
E forse, per spiegare ai nostri figli che non serve chiederci ogni settimana i soldi per l’ennesimo capriccio, dovremmo proprio partire dalle sue parole. Non perché siano facili da applicare, ma perché hanno il peso di chi ha guardato in faccia l’assurdità della vita… e ha deciso di riderne.
Frasi di Paolo Villaggio sulla felicità
- “Nella vita, la cosa più importante da ricercare è la felicità, ma non fatelo mai affannosamente, non mettetevi mai degli obiettivi.”
- “Per essere felici, la cosa fondamentale è accettarsi così come si è.”
- “Bisogna recuperare un po’ di tranquillità, non credere molto nei valori di questa maledetta religione consumistica: essere alle prima alla Scala, portare l’orologio come un avvocato.”
- “ Siate tolleranti, soprattutto. E chi ha dei figli, non cercate di educarli con delle prediche, ma solo con il buon esempio.”
- “Siate soprattutto onesti voi e avrete dei figli onesti. Se siete disonesti e praticate l’onestà, avrete dei figli disonesti che predicano l’onestà.”
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