Raffaele Morelli è uno di quei medici che non si limitano a prescrivere pillole, ma fanno anche pensare. Psichiatra, psicoterapeuta, scrittore prolifico e voce familiare in TV e radio, è noto per il suo modo diretto e a volte spiazzante di parlare della psiche umana. Classe 1948, Morelli non è solo un medico, ma una specie di “filosofo da bar” con laurea e camice, che riesce a infilare riflessioni profonde in frasi che sembrano battute da social… ma che poi ti restano in testa per giorni. Ama parlare di tutto: amore, stress, ansia, sesso, felicità. Ma c’è un tema che gli sta particolarmente a cuore: la solitudine. E non, non quella da film romantico con Bridget Jones che piange sul divano mangiando gelato. La solitudine vera. Quella che, secondo lui, dovremmo smettere di temere.
La solitudine non è una condanna. È una stanza segreta
Per Morelli, la solitudine non è un male da curare, ma uno spazio sacro, una sorta di palestra dell’anima. Lo dice chiaro e tondo in molte interviste, libri e video (La solitudine fa bene, Il coraggio di essere se stessi, La nuova medicina della mente): stare soli non significa essere sbagliati o sfortunati. Significa entrare in contatto con una parte autentica di noi stessi.
“È nella solitudine che trovi la tua voce più profonda”
Il problema, secondo lui, è che la società ci ha convinti che essere soli equivale a essere tristi, perdenti o un po’ matti. Ma è una bugia colossale, dice Morelli. Il vero disastro non è la solitudine, ma non saperci stare.
Solitudine: quella palestra scomoda dove si allena la creatività
Morelli spiega che nella solitudine può emergere la creatività più pura, quella che non ha bisogno di approvazioni o like. Quando siamo soli – senza telefonini, notifiche e parenti che ci chiedono “quando ti sistemi?” – succedono cose. Idee. Intuizioni. Sogni dimenticati che tornano a bussare.
La solitudine è quell’angolo di silenzio dove può finalmente parlare la nostra parte più vera. Non quella che va a mille all’ora per piacere agli altri, ma quella che sa stare ferma. Che osserva. Che crea.
E se tutto questo ti sembra una roba da guru indiano in pensione, ricordati che lo dice uno psichiatra. Che ha passato una vita ad ascoltare persone in crisi… e che spesso ha scoperto che il vero antidoto non era un farmaco, ma imparare a restare soli senza panico.
E se provassimo a non averne paura?
Alla fine, il messaggio di Morelli è tanto semplice quanto rivoluzionario: la solitudine non va riempita, va vissuta. Non serve tappezzarla di rumore, appuntamenti o scroll compulsivi. Serve ascoltarla. Respirarla. Magari pure godersela.
Certo, all’inizio può spaventare. Soprattutto in un mondo dove sei considerato “strano” se vai al cinema da solo o bevi un caffè senza compagnia. Ma come dice Morelli, “la vera follia è non saper stare con se stessi”. E su questo, c’è poco da ribattere.
Da oggi, facciamo pace con la solitudine
Morelli non ci dice che dobbiamo diventare eremiti o meditare otto ore al giorno sotto un pino. Ci dice qualcosa di più umano e, in fondo, più liberatorio: impariamo a stare soli. Per davvero. Senza paura. Senza colpe.
Perché, alla fine, come ha scritto in uno dei suoi libri più amati:
“È nella solitudine che ci si ricompone. È lì che l’anima torna a casa.”
E se lo dice uno psichiatra col sorriso sornione e l’aria da amico di vecchia data, forse vale la pena credergli.
18 frasi di Raffaele Morelli sulla solitudine
- “La solitudine è spesso vista come un problema, ma in realtà è uno spazio di creatività e totalità.”
- “La solitudine creativa ci permette di esplorare mondi interiori…”
- “La solitudine non è una prigione, ma un’esperienza.”
- “Stare soli è un dono.”
- “La solitudine consente di portare alla luce doti inimmaginabili.”
- “La solitudine è il modo migliore di incontrare se stessi.”
- “Se si accoglie il vuoto che gli abbandoni ci portano… Sì, bisogna toccare il fondo per ritornare a vivere.”
- “Il buio, il vuoto, il nulla: sono metafore di una dimensione ancestrale in cui la vita si ri‑partorisce.”
- “Quando gli opposti s’incontrano, l’anima è in sintonia con tutto ciò che la circonda…”
- “Non dobbiamo risolvere i problemi, ma affidarli al silenzio e al vuoto.”
- “Chiudi gli occhi e non pensare. Per superare i disagi smetti di ragionarci sopra.”
- “Si soffre quando ci ostiniamo a cercare l’amore ideale… negli schemi in cui ci siamo identificati.”
- “La mente che rimpiange è una zavorra per l’anima… Ancor di più lo è l’eccesso di pensieri.”
- “Tutelare la mente da un invecchiamento precoce significa lasciar spazio alla creatività e non chiudere i conti con la vita.”
- “Ognuno di noi è un fiore diverso e quello che va bene adesso vale solo adesso.”
- “Ci sono momenti in cui intimamente vorremmo stare da soli… l’inconscio sa di cosa ha bisogno.”
- “A volte intimamente vorremmo stare da soli, almeno in certi periodi.”
- “Per ritornare a considerare la vecchiaia come l’età dell’oro, è opportuno smettere di chiedere al cervello prestazioni efficientistiche.”
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