Il 14 giugno è una data che porta con sé il ricordo di Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, premio Nobel per la Letteratura. Ma Quasimodo non è stato solo un uomo di parole, è stato un pensatore del tempo. No, non il tempo che corre come un treno senza fermate, ma quel tempo che spesso ci sfugge tra le dita. Per lui, infatti, “Non è il tempo che manca all’uomo, ma la capacità di viverlo.” Sembra una frase semplice, eppure nasconde una verità tagliente come una lama.
Chi era Salvatore Quasimodo: L’uomo dietro il poeta
Nato nel 1901 a Modica, in Sicilia, Quasimodo ha vissuto un’Italia in tumulto, tra guerre e cambiamenti sociali profondi. Ma più di tutto, era un uomo capace di guardare oltre il presente, scavando dentro la vita e il tempo con la sensibilità di chi conosce il peso di ogni attimo. Non un filosofo barbuto e astratto, ma uno che sapeva mettere la realtà nella poesia, con un linguaggio diretto, senza fronzoli, capace di farti sentire il cuore battere al ritmo di quelle parole.
Il Tempo secondo Quasimodo: una sfida quotidiana
Per Quasimodo, il tempo non è mai stato un nemico da inseguire o un ladro da accusare. Non era quel fastidioso cronometro che ci ricorda “Sbrigati!” o “Sei in ritardo!”. No, il tempo era qualcosa di più profondo, un compagno di viaggio difficile, certo, ma con cui doveva imparare a convivere. Nei suoi versi, soprattutto in raccolte come Ed è subito sera, il tempo appare come un confine che avvicina l’uomo alla fine, ma anche come un’occasione da non sprecare. Non si tratta di averne tanto, ma di riuscire a viverlo intensamente.
“Non è il tempo che manca, ma la capacità di viverlo”: la verità dietro la frase
Questa frase di Quasimodo è un po’ come un pugno nello stomaco. Tutti ci lamentiamo di non avere abbastanza ore, minuti, secondi. “Se solo il giorno avesse 30 ore!” diciamo spesso. Ma Quasimodo ci dice: il problema non è il tempo, è il modo in cui lo usiamo. In altre parole, possiamo avere tutta la vita davanti, ma se la passiamo a rimandare, a distrarci, a farci prendere dallo stress o dalla noia, stiamo semplicemente lasciando scorrere il tempo senza viverlo davvero.
Un insegnamento senza tempo
Il 14 giugno, ricordando Salvatore Quasimodo, non celebriamo solo un grande poeta, ma un maestro del tempo, qualcuno che con poche parole ci ha insegnato una grande verità: non è colpa del tempo se ci sembra di non avere mai abbastanza, ma della nostra incapacità di fermarci e viverlo davvero. E se c’è una cosa che Quasimodo ci lascia, è proprio questa sfida quotidiana, semplice ma non facile: saper vivere ogni secondo, con consapevolezza, senza fretta, ma senza perdere un attimo.
E tu, ci stai provando?
Frasi di Salvatore Quasimodo sul tempo
- “Impercettibile il tempo”
- “Ancora un anno è bruciato, / senza un lamento, senza un grido / levato a vincere d’improvviso un giorno.”
- “Già la pioggia è con noi / scuote l’aria silenziosa.”
- “Uomo del mio tempo, non sei poi così diverso dal passato…”
- “Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte…”
- “E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all’altro fratello…”
- “Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue / … le loro tombe affondano nella cenere.”
- “Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera.”
- “Il cuore domanda … che i suoi piaceri siano accresciuti o che i suoi dolori siano compianti; domanda di agitarsi e di agitare perché sente che il moto è nella vita e la tranquillità nella morte.”
- “Ma come è sempre tardi per amare.”
- “Il passato viene evocato tramite gesti ripetuti della memoria … ‘Ti rivedo’; ‘Mi richiama talvolta la tua voce’…”
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