Stephen King non è solo lo scrittore che ci ha fatto temere palloncini rossi, hotel infestati e cani impazziti. È anche un uomo con una visione lucidissima della paura. Nato nel 1947 nel Maine, King ha scritto più di sessanta romanzi e centinaia di racconti. Eppure, dietro il “Re dell’horror” c’è una persona comune, con paure comuni: il buio, l’ignoto, l’inizio di qualcosa di nuovo. Sì, proprio così: persino lui, che ha costruito imperi di terrore su carta, ammette di avere paura ogni volta che deve cominciare una nuova storia.

La paura secondo Stephen King
Per Stephen King, la paura non è solo un mostro che salta fuori da un armadio: è una parte essenziale della vita. Ha scritto:
“I mostri sono reali, e anche i fantasmi lo sono. Vivono dentro di noi, e a volte vincono.”
La paura, per lui, è come un muscolo invisibile: più cerchiamo di ignorarla, più diventa forte. Ma se la affrontiamo, se la guardiamo dritta negli occhi, allora possiamo usarla a nostro vantaggio, persino per creare arte.
Ne parla spesso nei suoi saggi, in particolare in On Writing – Autobiografia di un mestiere, dove ammette:
“Il momento più spaventoso è sempre quello prima di iniziare.”
Non si riferisce solo alla scrittura, ma a qualsiasi cosa nella vita: un progetto, un amore, una decisione importante. La paura, dice, ci paralizza prima ancora di sapere se ce la possiamo fare. Poi, una volta che cominciamo, la paura si dissolve come nebbia al sole.
Perché il momento più spaventoso è quello prima di iniziare
Pensaci: quante volte ti sei fatto bloccare dal pensiero di non essere pronto? Dal timore di fallire, o peggio, di non essere all’altezza? Stephen King ci dice che è proprio lì che nasce la paura: nel vuoto tra il pensiero e l’azione. Una volta che inizi, che ti butti, la paura perde potere. È come quando accendi la luce e ti rendi conto che il mostro sotto il letto era solo un mucchio di vestiti.
Ecco il trucco di Stephen King: la paura non va evitata, va attraversata. È benzina per la creatività, per la crescita, per la vita.
Come trasformare la paura in arte (e in divertimento)
Stephen King non scrive solo per spaventare; scrive per farci capire perché abbiamo paura. Nei suoi romanzi, la paura è sempre una lente attraverso cui osservare noi stessi: le nostre debolezze, le nostre colpe, i nostri segreti. Che sia un clown assassino in It o una scrittrice ossessiva in Misery, i veri mostri non vengono mai da Marte: vivono dentro la mente umana.
Eppure, Stephen King ci insegna anche a prenderla con ironia. Lo dice chiaramente: se non riesci a terrorizzare, prova a inquietare; se non ci riesci nemmeno così, vai di “disgusto”. Non è un perfezionista dell’orrore, ma un artigiano dell’emozione.
Halloween secondo Stephen King
Ora, prendi quella sua frase – “Il momento più spaventoso è sempre quello prima di iniziare” – e pensa a Halloween. È la sera in cui si spengono le luci, qualcuno bussa alla porta, e per un secondo senti il cuore battere più forte. È quel secondo prima che inizi la storia, prima che l’urlo arrivi, prima che la torcia illumini il viso truccato del tuo amico travestito da zombie. Quel momento, dice Stephen King, è la paura pura.
E se vuoi davvero spaventare i tuoi amici, impara da lui: non serve sangue o urla. Basta il silenzio che precede il primo passo nel buio.
La lezione finale del Re
Stephen King non ci dice di fuggire dalla paura, ma di usarla. Di farci amicizia. Perché solo conoscendola possiamo dominarla e magari riderci sopra, davanti a una zucca illuminata. Alla fine, la paura è come la scrittura, o come la vita stessa: il momento più difficile è sempre quello prima di cominciare. Dopo… diventa solo un’altra storia da raccontare. 🎃
Frasi di Stephen King sulla paura
- “Se una paura non può essere espressa a parole, non può essere vinta. E le paure rinchiuse in piccole menti sono troppo grandi per passare attraverso l’orifizio della bocca.”
- “Il terrore: quando torni a casa e ti accorgi che tutto ciò che possiedi è stato portato via e sostituito da un duplicato esatto.”
- “Riconosco il terrore come la più nobile delle emozioni, e quindi cercherò di terrorizzare il lettore. Ma se scopro di non riuscirci, proverò a spaventarlo. E se non riesco nemmeno in questo, punterò sul disgusto. Non ne vado fiero.”
- “Paura significa: affronta tutto e guarisci.”
- “La paura è l’emozione che ci rende ciechi.”
- “Sono convinto che la paura sia alla radice della maggior parte della cattiva scrittura. Se si scrive per il proprio piacere… quella paura può essere lieve: timidezza è la parola che uso io.”
- “I mostri sono reali, e anche i fantasmi lo sono. Vivono dentro di noi, e a volte vincono.”
- “Aveva sempre, consapevolmente o inconsapevolmente, trasformato la paura in una semplice equazione: paura = ignoto… quindi: ignoto = scricchiolio (o qualsiasi altra cosa), scricchiolio = nulla di cui aver paura.”
- “Il momento più spaventoso è sempre quello prima di iniziare.”
- “Non c’è terrore più grande della paura dell’ignoto.”
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