Susanna Tamaro non è solo l’autrice che ha fatto piangere milioni di lettori con Va’ dove ti porta il cuore. È una donna che ha fatto dei ricordi la sua materia prima: li raccoglie, li osserva, li accarezza e, quando serve, li lascia esplodere sulla pagina. Per lei il ricordo non è un passatempo da nostalgici cronici, ma un strumento di sopravvivenza: una sorta di scatola nera della nostra vita che, anche quando non ci siamo più, continua a parlare per noi.

Susanna Tamaro, tra donna e scrittrice
Susanna Tamaro è sempre stata un personaggio fuori dalle mode. Riservata, lontana dai riflettori, non si è mai fatta sedurre dalle lusinghe della “scrittrice star”. Lei preferisce i libri, i silenzi e le cose concrete, quelle che fanno rumore dentro senza bisogno di telecamere. Nei suoi romanzi i ricordi sono quasi dei personaggi secondari, silenziosi ma potentissimi: ci guidano, ci tormentano, ci consolano.
I ricordi secondo Susanna Tamaro
Per Susanna Tamaro i ricordi non sono un album fotografico da tirare fuori a Natale, ma radici. Non sempre comode, perché a volte graffiano e fanno male, ma senza radici non cresci. E questo lo ha ripetuto in più occasioni, spiegando che anche i ricordi dolorosi hanno il loro senso: ci ricordano chi siamo stati e, soprattutto, ci insegnano chi non vogliamo più essere.
Quando scrive:
“Non piangere… quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l’orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme”
non sta solo parlando di morte o di assenza. Sta parlando della memoria come forma di eternità. In fondo, nessuno di noi resta davvero, nonostante creme antirughe e tentativi di immortalità digitale. Quello che rimane, invece, sono i gesti, le parole, le immagini che abbiamo saputo imprimere nel cuore di chi amiamo.
Gli alberi, l’orto, il giardino: simboli di vita quotidiana, non di grandi imprese eroiche. È questo il suo segreto: i ricordi che contano non sono i viaggi esotici o le feste in pompa magna, ma le cose semplici. Una passeggiata, un abbraccio, una torta cucinata insieme.
Un consiglio per noi (e per i nostri figli)
Il messaggio è chiaro: coltiviamo bei ricordi da lasciare in eredità. Non parlo del “ricordo” del mutuo da pagare o delle litigate furibonde per chi deve buttare la spazzatura. Parlo dei ricordi buoni, quelli che, quando i figli li ripenseranno, li faranno sorridere invece che sospirare.
In altre parole: se vogliamo sopravvivere nel cuore di chi amiamo, smettiamola di accumulare cianfrusaglie e iniziamo ad accumulare esperienze che valgano davvero.
I ricordi sono la vera eredità che lasciamo
Susanna Tamaro ci ricorda che i ricordi sono la vera eredità che lasciamo. Non i soldi, non la casa al mare (che poi si litiga sempre), ma le emozioni che abbiamo fatto nascere negli altri. E allora, la prossima volta che ci chiediamo come essere ricordati, pensiamo a una cosa semplice: quali ricordi vogliamo piantare oggi, perché domani qualcuno possa raccoglierli?
Frasi di Susanna Tamaro sui ricordi
- “È il ricordo che costituisce l’essere umano, e le parole sono le tracce che lasciamo dietro di noi.”
- “Il passato non si può più modificare e il futuro non ci appartiene… solo l’attimo ha importanza.”
- “I ricordi tristi sonnecchiano per tanto tempo in una delle innumerevoli caverne del ricordo, stanno lì anche per anni. Per decenni, per tutta una vita.”
- “Era davvero strana la memoria, a volte sembrava agire come prestigiatore: scuoteva il cilindro e tirava fuori istantanee che si credevano dimenticate per sempre.”
- “I ricordi che ci sono intorno a me sono i ricordi di te bambina, cucciolo vulnerabile e smarrito…”
- “Non piangere… quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l’orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme.”
- “Il passato non si può più modificare e il futuro non ci appartiene di diritto.”
- “Se mai arriverai a ottant’anni… ci si sente come foglie alla fine di settembre…”
- “Leggere vuol dire crearsi un proprio piccolo tesoro personale di ricordi e di emozioni, un tesoro che non sarà uguale a quello di nessun altro.”
- “Ci sarà sempre un senso di rimpianto nei ‘gesti non fatti’ e nelle ‘frasi non dette.’”
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