Susanna Tamaro è una di quelle scrittrici che non scrivono solo libri: scavano. Scavano dentro le emozioni, nei silenzi, nelle ferite che ci portiamo dietro come cicatrici invisibili. È una donna schiva, riservata, allergica alle luci della ribalta e ai social urlati, ma quando parla (o scrive), lo fa come chi conosce bene il peso delle parole.
Tra i tanti temi che attraversano la sua opera, i ricordi occupano un posto speciale: non come nostalgie polverose, ma come materia viva, necessaria per capire chi siamo.

I ricordi secondo Susanna Tamaro: il DNA dell’anima
Per Susanna Tamaro, ricordare non è un passatempo sentimentale: è una forma di identità. Nel suo celebre pensiero:
“È il ricordo che costituisce l’essere umano, che lo situa nella storia – nella sua personale e in quella più grande del mondo che gli sta intorno – e le parole sono le tracce che lasciamo dietro di noi”
la scrittrice ci regala una piccola filosofia di vita. Il ricordo, dice Tamaro, è la nostra radice. È ciò che ci ancora alla nostra storia personale, ma anche al mondo più ampio, quello fatto di legami, esperienze e scelte. Senza memoria saremmo come foglie al vento: leggeri sì, ma anche smarriti, privi di direzione.
Dove ne ha scritto (e perché le sue parole ci colpiscono ancora)
Nei suoi romanzi, da Va’ dove ti porta il cuore a Luisito, Susanna Tamaro intreccia spesso la memoria al tema dell’amore, della perdita e del perdono. Le sue protagoniste – spesso donne di età diverse – ricordano per capire, non per rimpiangere. In Va’ dove ti porta il cuore, una nonna scrive alla nipote per lasciare tracce di sé, come un testamento emotivo: non solo ricordi, ma mappe per non perdersi nella vita.
Per la Tamaro, infatti, ricordare non è tornare indietro. È avere il coraggio di guardare negli occhi ciò che è stato, per non fuggire da se stessi.
I consigli di Susanna Tamaro: custodire senza soffocare
Susanna Tamaro ci invita a un equilibrio sottile: tenere i ricordi nel cuore, ma non farci abitare da essi. Nella sua visione, il dolore del passato non va cancellato – perché cancellare significherebbe negare una parte di noi – ma neppure idolatrato. I ricordi, dice, sono “caverne” dove spesso lasciamo dormire le nostre tristezze. Ma, attenzione, prima o poi si risvegliano. Il trucco? Non chiuderle a chiave. Aprirle, farci entrare un po’ di luce, respirare. Solo così il passato smette di far male e comincia a insegnare.
“Le parole sono le tracce che lasciamo dietro di noi”
Ecco il cuore della sua frase più famosa. Le parole, per Susanna Tamaro, sono il modo più umano e profondo per dare senso ai ricordi. Quando raccontiamo ciò che abbiamo vissuto – anche solo a noi stessi – non lo facciamo per riaprire ferite, ma per riconoscere che quelle ferite ci hanno reso vivi. Scrivere, parlare, ricordare: tutto serve a trasformare il dolore in esperienza, la nostalgia in consapevolezza. È un modo per lasciare un’impronta, per dire “sono stato qui” anche quando la vita ci scompiglia.
Lasciare andare, con gentilezza
Susanna Tamaro non è una sentimentalona: non ci invita a piangere sul latte versato, ma a bere il caffè guardando avanti. Ricordare serve, ma fino a un certo punto. Poi bisogna lasciare andare, perché restare aggrappati a ciò che non c’è più è come cercare di abbracciare il fumo: stanchi il cuore e resti con le mani vuote.
I suoi libri ci insegnano che si può dire addio senza rancore, che si può guardare indietro con tenerezza, e che, se impariamo ad ascoltare i nostri ricordi, forse non ci sentirà mai del tutto soli.
Ricordare è un atto d’amore
In un mondo che vive di fretta e dimentica tutto (dalle password alle persone), Susanna Tamaro ci ricorda che la memoria è un atto di amore.
Ricordare non significa restare fermi nel dolore, ma riconoscere che anche ciò che ci ha fatto male ci ha fatto diventare ciò che siamo. E forse è proprio questo il suo insegnamento più bello: imparare a vivere leggeri non vuol dire dimenticare, ma portare con sé solo ciò che serve per continuare a camminare.
Frasi di Susanna Tamaro sui ricordi
- “È il ricordo che costituisce l’essere umano, che lo situa nella storia – nella sua personale e in quella più grande del mondo che gli sta intorno – e le parole sono le tracce che lasciamo dietro di noi.”
- “I ricordi tristi sonnecchiano per tanto tempo in una delle innumerevoli caverne del ricordo, stanno lì anche per anni. Per decenni, per tutta una vita.”
- “Vivremmo come automi, senza ricordi, senza speranze, né rimpianti, rimorsi o nostalgie. Niente ci toccherebbe il cuore né ci farebbe sentire meno soli.”
- “Non piangere, ti dicevo, è vero che me ne andrò prima di te, ma quando non ci sarò più ci sarò ancora, vivrò nella tua memoria con i bei ricordi: vedrai gli alberi, l’orto, il giardino e ti verranno in mente tutti i bei momenti passati insieme…“
- “Il passato non si può più modificare e il futuro non ci appartiene di diritto. Ciò che esiste davvero è il presente. Solo l’attimo ha importanza.”
- “Per mettersi in viaggio c’è bisogno della nostalgia di qualcosa.”
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