Le frasi scandalose di Jannik Sinner al Papa: “A casa nostra si parla il tedesco!”, un plurale che fa tremare i Cieli

Che ci faceva Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, in Vaticano durante gli Internazionali di Roma? Semplice: un incontro faccia a faccia con Papa Leone XIV. Un incontro pieno di sorrisi, doni, racchette, battute… e anche qualche “scivolone linguistico”. Perché se c’è una cosa che ha fatto sorridere tutti – e forse confuso qualcuno – è quel “noi” usato da Sinner come se parlasse ex cathedra. Ma vediamo cosa è successo davvero. frasi scandalose di Jannik Sinner al Papa

“Noi siamo in gioco”: il pluralis Sinnerianus

Ho visto che ieri sera hai vinto… A Roma come si vede?”, chiede amichevolmente Papa Leone XIV al giovane campione. E Sinner risponde serafico: “Ora siamo in gioco. A inizio torneo era un po’ difficile, ora con tre partite abbiamo preso un po’ di ritmo”.
Noi? Chi noi?, avranno pensato in molti. E qualcuno, per un attimo, ha ipotizzato un colpo di scena teologico: Jannik sta forse usando il “noi” papale? È il nuovo Pontefice tennista venuto dal Sudtirolo?

La risposta, in realtà, è meno mistica: Sinner parlava del suo team. Ma l’effetto è stato degno di un colpo da fondo campo.

“A casa nostra si parla tedesco”: il momento shock

E quando il Papa, curioso e affabile, ha chiesto ai genitori di Jannik che lingua si parlasse in casa, lui non ha avuto dubbi: “A casa nostra si parla tedesco”.

Ancora quel “nostra”. Stavolta, però, nessun dubbio: parlava della famiglia. Anche se ormai il sospetto che si stesse candidando al soglio pontificio in doppio con Binaghi non poteva più essere ignorato.

Battute, racchette e Wimbledon

Il momento più spassoso arriva quando Sinner tira fuori una copia della sua racchetta per donarla al Papa: “La pallina, eccola. Se vuole giocare un po’…

E il Papa, senza perdere tempo, replica con spirito: “Ma qua rompiamo qualcosa! Meglio di no”. Poi aggiunge, strizzando l’occhio: “A Wimbledon mi lascerebbero giocare”, riferendosi all’obbligo di vestire totalmente di bianco. Un invito neanche troppo velato? Che il prossimo match esibizione si giochi davvero tra Sinner e Leone XIV?

Un Papa tennista, informato e… competitivo

Il presidente della FITP, Angelo Binaghi, lo conferma: “Abbiamo trovato un Papa tennista vero, informato, appassionato, persino praticante”.

E il Pontefice, da vero intenditore, ha ricordato a Sinner la sua ultima vittoria, ha parlato di ritmo e gare, e ha fatto complimenti sinceri non solo a Jannik ma a tutto il tennis italiano: “Un messaggio di solidarietà, di inclusione, di amicizia”.

Insomma, tra un “noi” e un “nostra”, sembrava quasi di ascoltare la conferenza stampa del nuovo Papa dello sport.

E due giorni prima… la profezia di Agassi

Curioso anche che appena due giorni prima, proprio durante un’altra udienza, Papa Leone aveva scherzato su Sinner. Una giornalista gli aveva proposto una partita benefica: “Io porto Agassi”, aveva detto lei.

E il Papa, ridendo: “Buona idea, purché non porti Sinner”. Chi avrebbe mai pensato che, 48 ore dopo, quel “pericolo pubblico n. 1” si sarebbe presentato con racchetta in mano… e un “noi” sospetto in bocca?

Nessuna eresia, solo tennis… e ironia

Abbiamo esagerato? Forse. Sinner non voleva certo spodestare nessuno. Il suo “noi” era solo il riflesso naturale di un atleta che vive in simbiosi con il proprio team. Ma tra racchette, battute e tedeschi in casa, l’incontro con Papa Leone XIV ci ha regalato uno dei siparietti più inaspettati (e divertenti) della stagione.

E comunque, se un giorno dovessero servirgli due ali per il Vaticano… Sinner le ha già: un dritto e un rovescio da far tremare i Cieli.

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