Frasi sui genitori di Maria Montessori: se pensi di avere un bambino impegnativo, il problema potresti essere tu, fidati

Maria Montessori non è stata solo un’educatrice. È stata una ribelle gentile, una scienziata dei bambini, una che ha guardato l’infanzia non dall’alto in basso, ma inginocchiandosi per guardarla dritta negli occhi. Il 6 maggio del 1952 si spegneva a Noordwijk, in Olanda, una delle menti più brillanti del Novecento. Ma, paradossalmente, il suo pensiero è più vivo che mai, specialmente ogni volta che un genitore si ferma a pensare: “ma sto facendo bene con mio figlio?”

frasi sui genitori di Maria Montessori
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Chi era Maria Montessori: una pioniera (e pure tosta)

Nata nel 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona, Maria Montessori è stata la prima donna italiana a laurearsi in medicina. E già qui, chapeau. Ma non si è fermata: ha studiato pedagogia, antropologia, filosofia, e ha fondato un metodo educativo ancora adottato in tutto il mondo. Il suo obiettivo? Liberare il potenziale del bambino, non riempirgli la testa come fosse un armadio dell’IKEA.

La Montessori era convinta che l’infanzia non fosse un parcheggio in attesa dell’età adulta. Per lei il bambino era “padre dell’uomo”, cioè colui che costruisce l’adulto che sarà. Altro che “sei piccolo, che ne vuoi sapere”.

I genitori secondo Montessori: tra missione e tentazioni

Montessori aveva le idee chiarissime su cosa dovesse fare un genitore: non comandare, ma accompagnare. Non plasmare, ma liberare. Educare non vuol dire controllare, correggere ogni respiro, ma creare un ambiente in cui il bambino possa esplorare, sbagliare, imparare da solo.

Secondo lei, il genitore ideale è quello che sa fare un passo indietro, anche quando il dito trema per infilarsi nel vasetto di marmellata. Perché ogni errore è una conquista. Ogni “ci penso io” in meno è un “ci riesco io” in più.

Ecco, per capirci: il bambino montessoriano non cresce sotto una campana di vetro, ma con una lente di ingrandimento puntata sulle proprie forze.

Gli errori più comuni dei genitori secondo Maria Montessori

Montessori non aveva peli sulla lingua. E i genitori li ha “bacchettati” più volte (con eleganza, ma li ha bacchettati). Ecco i suoi greatest hits in tema di errori educativi:

  • Troppa protezione: “Se lo aiuti in ciò che può fare da solo, gli rubi l’opportunità di crescere.”
  • Troppa fretta: “Non dire ‘muoviti!’ a chi sta imparando. Rispetta i suoi tempi, anche se ha tutta la calma di un bradipo assonnato.”
  • Autoritarismo: “L’obbedienza cieca crea sudditi, non adulti liberi e pensanti.”
  • Correzione continua: “Ogni rimprovero non costruttivo è un martello sul senso di autostima.”

Le conseguenze: ecco cosa succede quando sbagliamo (o facciamo bene)

Se un bambino viene cresciuto in un ambiente dove non può mai scegliere, sbagliare, provare, toccare, esplorare… cresce come una pianta in un vaso troppo piccolo. Bello, magari, ma tutto storto.

Le conseguenze di un’educazione rigida o troppo invadente, secondo Montessori, sono: insicurezza, ansia, dipendenza dagli adulti, incapacità di prendere decisioni. In pratica: cresce, ma resta bambino dentro, e non nel senso carino del termine.

Viceversa, se il bambino viene accompagnato, ascoltato, stimolato, rispettato nei suoi tempi e desideri, diventa un adulto libero, sicuro, creativo, capace di pensiero critico. Cioè esattamente il contrario di quello che certi genitori temono quando il figlio decide da solo come allacciarsi le scarpe a tre anni.

E allora, che dobbiamo fare?

Facile a dirsi, difficile a farsi? Forse. Ma Montessori non chiedeva genitori perfetti, chiedeva genitori consapevoli. Quelli che non hanno paura di cambiare idea, di fare un passo indietro, di dire “scusa” a un bambino, o di lasciare che sia lui a insegnare qualcosa.

E soprattutto, chiedeva genitori che ascoltassero. Non solo con le orecchie, ma con gli occhi, il cuore, e un pizzico di umorismo. Perché, come diceva lei:

La prima idea che il bambino deve ricevere è quella della differenza tra bene e male. E questa idea non si dà con le parole, ma con l’esempio

Maria Montessori: una donna da ricordare (e imitare)

Maria Montessori ci ha lasciati il 6 maggio di oltre 70 anni fa, ma il suo pensiero è ancora qui, pronto a bussare alla porta di ogni famiglia, scuola e genitore in cerca di senso.

Il miglior modo per onorarla? Smetterla di dire ai bambini “stai fermo”, e iniziare a dire: “provaci, io ti guardo”. Non sarà facile, ma sarà giusto. E, con un po’ di fortuna, anche divertente.

15 frasi sui genitori di Maria Montessori

  1. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi.”
  2. Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo.”
  3. Tutto quanto è aiuto inutile, è impedimento allo sviluppo delle forze naturali.”
  4. Chi non comprende che insegnare a un bambino a mangiare, a lavarsi, a vestirsi, è lavoro ben più lungo, difficile, e paziente che imboccarlo, lavarlo, vestirlo.”
  5. Aiutalo a fare da solo.”
  6. L’educazione moderna deve finalmente penetrare anche nella famiglia e crearvi, oltre che un nuovo bambino, nuovi padri e nuove madri.”
  7. Quando si dice che il padre e la madre hanno costruito il figlio si ripete un’espressione inesatta. Bisognerebbe dire: l’uomo è stato costruito dal bambino: costui è il padre dell’uomo.”
  8. Il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca l’amore.”
  9. Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.”
  10. La bontà dei genitori non si misura nell’intervento ma nella capacità di non interferire costruendo un ambiente sicuro e supportivo in cui il bambino possa crescere.”
  11. Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità.”
  12. Il gioco è il lavoro del bambino.”
  13. Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente.”
  14. Il bambino che ha la libertà e le opportunità di manipolare e usare la mano in un ambiente logico con conseguenze, sviluppa una forte personalità.”
  15. Il primo compito dell’educazione è agitare la vita, ma lasciandola libera perché si sviluppi.”

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