15 frasi sui sogni di Umberto Galimberti: se non credi nei sogni dovrai ricrederti: ti conviene farlo per la tua salute

C’è chi li dimentica al risveglio, chi li interpreta compulsivamente, chi ci vede messaggi dall’aldilà o il riflesso di un film visto la sera prima. Ma poi c’è Umberto Galimberti, filosofo, psicoanalista e “disvelatore” moderno del pensiero profondo, per cui i sogni non sono solo racconti notturni, ma frammenti dell’inconscio che ci parlano con un linguaggio più antico di noi stessi.

frasi sui sogni di Umberto Galimberti

I sogni secondo Galimberti: l’inconscio come scena teatrale

Per Galimberti, i sogni sono la lingua dell’inconscio. Non un semplice rigurgito di emozioni o desideri repressi alla Freud, né una sciarada da risolvere come nei manualetti da bancarella. I sogni, dice, vanno ascoltati, non tradotti, perché l’inconscio non mente mai e si esprime in immagini, non in concetti. “Il sogno è un testo poetico, non un teorema da dimostrare,” ha detto più volte nelle sue conferenze.

Ne ha parlato in modo ampio in Il corpo, uno dei suoi saggi più intensi, ma anche durante numerose lezioni e interviste televisive. Per lui, il sogno è una scena teatrale in cui recita la parte più autentica di noi, quella che di giorno teniamo a bada con la logica, le regole e le convenzioni. È la voce del nostro “daimon”, il nostro destino interiore, come lo chiamava anche Hillman, che ci indica la direzione, anche se lo fa con immagini assurde, simboliche, scomode.

I sogni di Galimberti: tra incubi, intuizioni e risate notturne

E i sogni di Galimberti? Non solo li studia: li vive con rispetto e curiosità. In un’intervista rilasciata qualche anno fa a Radio24, raccontò che da giovane faceva spesso lo stesso sogno: un’enorme biblioteca, infinita, in cui cercava un libro che conteneva una verità importante, ma che spariva appena stava per leggerlo. Lo interpretò come il segnale che la verità non va cercata, ma abitata, un’idea che ancora oggi percorre tutto il suo pensiero.

Una volta, durante un incontro con studenti universitari, si lasciò andare a un racconto curioso: sognò di discutere un esame con Nietzsche. Il filosofo tedesco, seduto dietro una cattedra di marmo nero, lo incalzava con domande esistenziali, mentre Galimberti cercava di rispondere tenendo in mano… una forchetta da dolce. “Forse il mio inconscio mi stava dicendo che alla filosofia manca sempre un po’ di leggerezza,” concluse, ridendo.

La serietà del sogno (ma senza prendersi troppo sul serio)

Pur nella sua profondità, Galimberti non è mai pesante. Parla di sogni, inconscio e archetipi con la stessa facilità con cui discute di serie TV, musica o crisi adolescenziali. Ha spiegato più volte che i sogni non devono essere per forza capiti, ma accolti, come si accoglie un amico strano che viene a trovarti alle tre di notte e ti parla una lingua sconosciuta: ascolti, sorridi e poi ci pensi.

Per questo, quando gli chiedono se interpreta i suoi sogni, risponde: “Li ascolto. Poi li dimentico. Poi magari li rivivo, ma da sveglio.” Una risposta che è tutto un programma. Da filosofo, Galimberti non ha bisogno di “decodificare” i sogni. Gli basta sentirne la forza simbolica, quell’eco che vibra tra l’anima e la psiche, tra quello che siamo e quello che potremmo diventare.

Sognare, sì. Ma con occhi aperti

Galimberti ci invita a non ignorare i sogni come semplici sciocchezze notturne, ma anche a non trasformarli in oracoli assoluti. Sono messaggi, non comandi. Sono spazi di libertà mentale, dove anche le paure e i desideri trovano forma e, talvolta, senso.

E, soprattutto, ci ricorda una cosa essenziale: nei sogni non siamo mai veramente soli. Siamo accompagnati da noi stessi, dalla nostra parte più vera, quella che di giorno si nasconde dietro mille ruoli.

Per dirla con le sue parole, pronunciate davanti a una platea gremita:

Il sogno non è il luogo dove ci perdiamo. È il luogo dove torniamo a casa.”

Una frase che basterebbe da sola a farci desiderare la notte… e le sue meravigliose follie.

15 frasi sui sogni di Galimberti

  1. Il sogno non è un enigma da risolvere, ma una verità da ascoltare. Non si tratta di capire che cosa significa, ma che cosa dice.”
  2. Il sogno è il racconto che la nostra anima fa a se stessa quando la coscienza dorme.”
  3. Il sogno è una cosa bellissima se nel suo segreto racchiude un progetto che si può realizzare e farci appassionare alla vita.”
  4. Che cos’è la depressione? Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non ci dice più nulla e il mondo immaginifico, quello dei nostri sogni e dei nostri progetti, tace avvolto da un silenzio così cupo e impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro.”
  5. Il vampiro è un morto che non vuol morire, è uno dei tanti riflessi immaginifici che dicono la difficoltà per l’individuo e per il gruppo di accettare la morte che, come Freud ci ricorda, torna nei sogni e percorre la comunità primitiva atterrendola con il timore del contagio.”
  6. Il sogno è il luogo dove l’anima si racconta senza censura.”
  7. I sogni non mentono perché non sono mediati dalla coscienza razionale.”
  8. Nel sogno, l’inconscio parla con il linguaggio delle immagini e delle emozioni.”
  9. Ogni sogno è unico e deve essere capito nel contesto della vita e della psiche del sognatore.”
  10. Il sogno può rivelare desideri repressi, conflitti interiori o potenzialità non espresse della persona.”
  11. Il sogno è una narrazione che parla il linguaggio delle immagini e delle emozioni.”
  12. Il sogno è una porta di accesso all’inconscio.”
  13. Il sogno non è da interpretare con simboli fissi, ma come un linguaggio personale e simbolico.”
  14. Il sogno è una verità da ascoltare, non un enigma da risolvere.”
  15. Il sogno è il racconto che la nostra anima fa a se stessa quando la coscienza dorme.”

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