Frasi sul Primo maggio e la Festa dei lavoratori di Sandro Pertini: se cerchi lavoro, ti fanno credere in te stesso

Il Primo maggio non è solo un giorno di riposo (per chi può permetterselo), né solo un’occasione per i concerti in piazza o le gite fuori porta. È una giornata carica di storia, di lotte, di sudore e – purtroppo – anche di sangue. In Italia e nel mondo, la Festa del lavoro celebra i diritti conquistati dai lavoratori e ci ricorda quanto ancora c’è da fare. E quando si parla di lavoro e dignità, è impossibile non tirare in ballo Sandro Pertini, il Presidente che ha fatto della giustizia sociale una missione.

frasi sul primo maggio e la festa dei lavoratori di Sandro Pertini
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Quando e perché nasce il Primo maggio

La Festa del lavoro nasce nel 1889, a Parigi, per volontà della Seconda Internazionale, l’organismo che univa i partiti socialisti di diversi Paesi. La data fu scelta per ricordare la grande manifestazione operaia del 1° maggio 1886 a Chicago, durante la quale migliaia di lavoratori scesero in piazza per chiedere una cosa tanto semplice quanto rivoluzionaria: 8 ore di lavoro, 8 di svago e 8 di riposo.

Quella manifestazione sfociò in violenza e repressione. Nei giorni successivi, alcuni sindacalisti vennero condannati a morte: sono passati alla storia come i “martiri di Chicago”. Da allora, il Primo maggio è diventato il simbolo della lotta per i diritti del lavoro, celebrato in quasi tutto il mondo (esclusi Stati Uniti e pochi altri).

Il Primo maggio in Italia

In Italia, la Festa del lavoro fu celebrata per la prima volta nel 1891. Ma non sempre è stato un giorno “libero”. Durante il fascismo, ad esempio, venne soppressa e sostituita dal Natale di Roma (21 aprile). Fu solo dopo la Liberazione, nel 1945, che il Primo maggio tornò ad essere una festa ufficiale dello Stato. E da allora rappresenta un omaggio ai diritti conquistati, ma anche un invito a vigilare su quelli che restano da difendere.

Sandro Pertini: il Presidente operaio (e senza peli sulla lingua)

Sandro Pertini, partigiano, socialista, antifascista, uomo di ferro e cuore d’oro. Ma soprattutto: un grande difensore dei lavoratori.

Quando fu eletto Presidente della Repubblica nel 1978, portò al Quirinale la voce degli ultimi. Non parlava per diplomazia, ma con la passione di chi aveva vissuto il carcere e l’esilio per difendere un’idea: che senza giustizia sociale non c’è libertà vera.

Pertini credeva fermamente che il lavoro fosse il motore dell’Italia, non solo per la sua economia, ma anche per la sua dignità democratica. Per lui, un Paese che non difende i suoi lavoratori è un Paese senza futuro. E non lo diceva solo nei discorsi ufficiali, ma ogni volta che ne aveva occasione. Anche con stile… tagliente.

Come Pertini difese il lavoro (e chi lo faceva davvero)

Durante il suo mandato, Pertini visitava le fabbriche, parlava con gli operai, ascoltava gli scioperanti. Denunciava le disuguaglianze con una sincerità quasi spiazzante per un capo di Stato. Non amava i salotti del potere: preferiva le officine, le scuole, gli ospedali.

Amava dire che il lavoro non è solo un diritto, ma una forma di libertà personale. E non sopportava chi sfruttava, chi corrompeva, chi viveva sulle spalle degli altri.

Il Primo maggio non è una giornata nostalgica. È una sveglia sociale, un’occasione per guardare negli occhi i problemi del presente e ricordare che il lavoro è un diritto, non un favore. E se mai ci dimenticassimo cosa vuol dire dignità, basterebbe rileggere qualche parola di Sandro Pertini. Lui, che non aveva bisogno di discorsi scritti per difendere chi suda ogni giorno.

Perché, come ci ha insegnato, la libertà non è vera se non è anche lavoro, pane e giustizia per tutti.

Frasi di Sandro Pertini sul lavoro e i lavoratori

  1. Bisogna fare in modo che ogni italiano trovi in Italia un posto di lavoro.”
  2. Bisogna che il governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il governo, questo è quello che deve fare il parlamento.”
  3. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.”
  4. Gli uomini, per essere liberi, è necessario prima di tutto che siano liberati dall’incubo del bisogno.”
  5. Bisogna sia assicurato il lavoro ad ogni cittadino. La disoccupazione è un male tremendo che porta anche alla disperazione.”
  6. Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo.”
  7. Condizione essenziale di progresso è che all’interno della scuola, prima che altrove, maturi una nuova consapevolezza del valore ineliminabile del lavoro, delle responsabilità individuali, della solidarietà verso gli altri, quali che siano le loro idee, dell’integrità verso la cosa pubblica e nei rapporti privati.”
  8. Perché la libertà sia una conquista solida, bisogna che abbia un contenuto sociale. Bisogna che affondi le sue radici in seno alla classe lavoratrice. Bisogna che effettui le riforme, che annulli le sperequazioni.”
  9. Il lavoro è creatore di beni; il lavoro eleva gli uomini, li rende migliori e li affratella; il lavoro è pace.”
  10. La disoccupazione giovanile deve soprattutto preoccuparci, se non vogliamo che migliaia di giovani, privi di lavoro, diventino degli emarginati nella società, vadano alla deriva, e disperati, si facciano strumenti dei violenti o diventino succubi di corruttori senza scrupoli.”
  11. Bisogna risolvere il problema della casa, perché ogni famiglia possa avere una dimora dignitosa, dove poter trovare un sereno riposo dopo una giornata di duro lavoro.”
  12. Il problema del Mezzogiorno non può essere considerato soltanto un problema di quelle regioni: deve essere considerato un problema nazionale se lo si vuole risolvere.”
  13. Cesserai d’essere un vero uomo libero, per divenire solo un libero animale egoista, abbandonato ai suoi istinti, se non ti adopererai perché libero come te sia il tuo vicino.”
  14. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi, senza solidarietà di amicizia o di partito: questa solidarietà sarebbe vera complicità.”
  15. Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.”

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