La frase di Andreoli sull’adolescenza che piace ai padri: “Nell’adolescenza il contrasto tra padre e figli è necessario”

Parlare di Vittorino Andreoli significa parlare di qualcuno che l’adolescenza l’ha osservata, studiata, raccontata e perfino amata nelle sue contraddizioni peggiori. Un uomo che ha passato la vita a entrare nella mente umana e che, quando parla di ragazzi e genitori, sembra accendere una luce in un corridoio dove tutti noi camminiamo a tentoni. Con la sua ironia dolceamara, le metafore sempre azzeccate e quel pizzico di durezza che serve per farsi ascoltare, Andreoli riesce a dire a padri e madri ciò che spesso nessuno ha il coraggio di dire: crescono anche grazie a voi… ma non come immaginate.

La frase di Andreoli sull'adolescenza

Vittorino Andreoli, l’uomo e il pensatore che non ha paura degli adolescenti

Vittorino Andreoli è uno dei più noti psichiatri italiani, ma prima di tutto è un osservatore appassionato dell’umanità. La sua cifra è semplice e spietata insieme: dire ciò che vede, senza addolcire. Per lui:

L’adolescenza non è una malattia. È una fase dell’esistenza che ha delle caratteristiche precise

e a quanto pare una di queste caratteristiche è mettere a dura prova i genitori. Andreoli parla spesso di adolescenti nei suoi libri, negli incontri pubblici e nelle interviste. Racconta di quanto questa fase sia segnata dall’incertezza sul futuro:

Il periodo adolescenziale, in maniera particolare oggi, manca della percezione del futuro.”

Una generazione che non sa esattamente dove andare, ma sente di dover correre. È un’età che esagera, amplifica, esplode, un po’ come certi fuochi d’artificio che fanno più fumo che luce. E poi c’è il dramma dell’immagine, un cruccio senza tempo:

Non c’è un adolescente che si piaccia veramente.”

Parole che fanno sorridere amaramente: chi non ha mai odiato le proprie foto di quegli anni? Per Andreoli questa insoddisfazione è parte del viaggio, una fase che non va demonizzata ma capita, perché dietro lo specchio c’è un ragazzo che cerca il proprio posto nel mondo.

Quando parla di genitori, Andreoli diventa chirurgico

Se con gli adolescenti è comprensivo, con i genitori Vittorino Andreoli sa essere tagliente. Anche perché, diciamocelo, gli adulti spesso si complicano la vita da soli. Una delle sue frasi più famose è diventata un mantra per molti educatori:

Se durante l’adolescenza non esiste contrasto tra padri e figli, significa che non si sta crescendo.”

Non è un invito alla guerra civile familiare, né un incoraggiamento ai figli a sbattere le porte a caso. È un modo diretto per dire ai padri che il conflitto non è il sintomo di un fallimento, ma parte fisiologica del processo. E aggiunge:

Il conflitto è necessario alla crescita. Guai se non c’è conflitto tra figli e genitori.”

E qui Andreoli colpisce al cuore un problema molto comune: il senso di colpa dei genitori. Quella vocina interiore che sussurra: “Magari ho esagerato… magari dovevo essere più morbido… magari dovevo dirgli sì.” Andreoli risponde chiaro: no, non dovevi. Non sempre almeno.

Il conflitto come termometro della crescita

La frase sul contrasto tra padri e figli è illuminante perché ribalta la prospettiva: non è il litigio il problema, ma la sua assenza. Una relazione totalmente pacifica con un adolescente è sospetta, quasi quanto un frigorifero che non fa rumore: qualcosa non funziona.

L’adolescente, spiega Andreoli, vive “in vista del futuro” e ciò che fa oggi non ha un senso immediato: è un investimento su ciò che verrà. In questo continuo slancio in avanti, ha bisogno di misurarsi, di opporsi, di capire chi è anche rispetto ai genitori. Il conflitto, quindi, non è contro il padre: è un modo per diventare se stesso.

Perché questa frase aiuta i padri che si sentono “in colpa”

Molti padri vivono il contrasto coi figli come una sconfitta personale. Pensano di aver sbagliato educazione, tono, parole. Andreoli invece libera: un figlio che ti contesta non è un figlio che non ti ama; è un figlio che sta crescendo. Non solo: un padre che dice sempre sì non aiuta affatto. Lo conferma quando parla del rapporto tra adolescenti e benessere economico:

È una disgrazia per un bambino o per un adolescente sapere di essere ricco e poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro. In questi casi diventa impossibile misurare le proprie forze e le proprie capacità.”

Sostituisci “denaro” con “sì” e il concetto resta identico.

Dire no non è un atto autoritario: è un atto educativo. È un argine, una protezione, un limite necessario a un’età in cui tutto è assoluto e drammatico, anche il voto scolastico. Non a caso Andreoli dice:

Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, è un sistema raffinato di tortura.”

Se già la scuola li flagella, almeno un padre può insegnargli a sopravvivere alla frustrazione con un po’ di saggezza.

La società che non li considera e il bisogno di adulti presenti

Vittorino Andreoli denuncia da anni che “bisogna dare dei ruoli sociali agli adolescenti, mentre purtroppo la società non li tiene in considerazione.” Senza ruolo, senza futuro, senza certezze, i ragazzi cercano rifugio dove capita. Durante la pandemia si sono aggrappati alla socialità virtuale: “L’adolescente è la figura che ha più sofferto durante la pandemia, si è rifugiato nei mezzi di comunicazione di massa.” E oggi, senza punti fermi, possono scivolare in derive di gruppo: “Al di fuori del gruppo, l’adolescente si sente solo, dentro il gruppo però può trasformarsi in branco.”

È in questo contesto, non in un mondo ideale, che un padre deve dire “no”. Non perché ama il conflitto, ma perché è l’unico modo per offrire un orientamento. Chi ha paura di contraddire un figlio adolescente dovrebbe ricordare questo: non è negandogli limiti che lo si protegge. Anzi. Lo si lascia solo, in balia di un’età che è già complicata di suo.

Andreoli ci insegna a non avere paura del rumore della crescita

Vittorino Andreoli non ha mai detto che crescere sia semplice. Né per chi ci passa, né per chi accompagna. Ha però sempre sostenuto una cosa fondamentale: la crescita fa rumore. E quel rumore, fatto di discussioni, contrasti, porte sbattute e “non capisci niente!”, è il sottofondo naturale dell’adolescenza.

Se un padre lo capisce, smette di sentirsi in colpa. E inizia a fare il suo mestiere: esserci, sostenere, dire no quando serve, accettare il conflitto come un prezzo giusto per un figlio che diventa adulto. Perché, come dice Andreoli, “bisogna accettare e dire che non sappiamo chi sono gli adolescenti, solo così potremo conoscerli meglio.” Il trucco è tutto lì: non capire tutto, ma restare. Anche quando loro ti dicono di andare via.

Frasi di Vittorio Andreoli sull’adolescenza

  1. Il periodo adolescenziale, in maniera particolare oggi, manca della percezione del futuro.”
  2. È una disgrazia per un bambino o per un adolescente sapere di essere ricco e poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro. In questi casi diventa impossibile misurare le proprie forze e le proprie capacità.”
  3. Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, è un sistema raffinato di tortura.”
  4. L’adolescente vive in vista del futuro e ciò che fa ora non ha un significato in sé, è un investimento per ciò che svolgerà in seguito.”
  5. Se durante l’adolescenza non esiste contrasto tra padri e figli, significa che non si sta crescendo.”
  6. Bisogna accettare e dire che non sappiamo chi sono gli adolescenti, solo così potremo conoscerli meglio.”
  7. L’adolescenza non è una malattia. È una fase dell’esistenza che ha delle caratteristiche precise.”
  8. In alcuni adolescenti la bellezza è diventata un trauma. Se non sei bello sei da buttare. Le droghe sono le maschere che gli adolescenti usano perché non si piacciono.”
  9. L’adolescente è la figura che ha più sofferto durante la pandemia, si è rifugiato nei mezzi di comunicazione di massa, trasformando la socialità nella virtualità.”
  10. La socialità riversata su un mezzo che non è in grado di soddisfare i bisogni del corpo si spegneva, con i problemi di depressione adolescenziale e aumento dei suicidi.”
  11. Il conflitto è necessario alla crescita. Guai se non c’è conflitto tra figli e genitori.”
  12. C’è un dramma del corpo. Non c’è un adolescente che si piaccia veramente.”
  13. Bisogna dare dei ruoli sociali agli adolescenti, mentre purtroppo la società non li tiene in considerazione.”
  14. Per molti giovanissimi la violenza è un modo per vincere le proprie paure e insicurezze.”
  15. Al di fuori del gruppo, l’adolescente si sente solo, dentro il gruppo però può trasformarsi in branco.”

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