Il 9 maggio 2025, nella suggestiva cornice della Cappella Sistina, Papa Leone XIV ha celebrato la sua prima Messa con i cardinali. Un momento solenne, certo, ma anche denso di riflessioni pungenti. In particolare, c’è un passaggio che merita di essere scolpito non solo nel marmo, ma anche nelle coscienze (e magari pure sui social): quando il Papa ha parlato della fede vista come roba da scemi. Sì, proprio così. Perché oggi credere in Cristo è considerato da molti qualcosa di assurdo, da gente fragile e poco intelligente. Ma Leone XIV non si è tirato indietro. Anzi. Ha risposto con forza, umiltà e una bella dose di verità.
I cristiani sono deboli e poco intelligenti?
Nella sua prima omelia da Papa, Leone XIV non si è limitato ai convenevoli. Niente frasi di circostanza, niente salamelecchi. Ha preso in mano il Vangelo, ha guardato in faccia i Cardinali — e il mondo intero — e ha messo sul tavolo una verità scomoda: oggi, per molti, credere è roba da sciocchi. Un’idea “assurda”, destinata a chi non ha abbastanza cervello o abbastanza coraggio per affidarsi alla “verità” del progresso.
Ecco il punto nodale del suo discorso:
“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.”
Una frase che suona come un pugno nello stomaco, ma che fotografa perfettamente la nostra società. La fede oggi? Superata. Scomoda. Imbarazzante. Una specie di reliquia medievale buona solo per i nostalgici e i superstiziosi.
Il Vangelo è fuori moda? Benissimo, più spazio per chi ha coraggio
Il Papa ha il coraggio di dire quello che molti non osano nemmeno pensare. Il mondo moderno — iperconnesso, ipertecnologico e iperconfuso — non vuole più Dio. O meglio: vuole un Dio che non disturba, che non giudica, che non chiede niente. Un Dio “in scatola”, addomesticato, tirato fuori all’occorrenza. Uno da citare a Natale, tra una pubblicità e un brindisi, e poi via, di nuovo nel cassetto.
Ma Leone XIV ci mette in guardia: senza la fede, l’uomo si attacca a surrogati. Tecnologia, soldi, potere, piacere: sembrano risposte, ma spesso sono solo anestetici. Funzionano per un po’, poi ti lasciano vuoto. E quando smettono di funzionare, iniziano i veri dolori: depressione, solitudine, crisi di senso, relazioni che si sbriciolano.
Il cristiano non è uno stupido: è uno che ha scelto con lucidità
Il passaggio chiave dell’omelia non è un piagnisteo nostalgico sul mondo che non crede più. È una provocazione a testa alta. Papa Leone XIV ci ricorda che credere oggi è una scelta coraggiosa, tutt’altro che ingenua. Non si tratta di fuggire dalla realtà, ma di affrontarla con uno sguardo più profondo. Mentre il mondo corre dietro all’ultima app, il cristiano si ferma e si chiede: “Ma io, in che cosa credo davvero? In che cosa sto investendo la mia vita?”
E attenzione: il Papa non condanna la tecnologia o il successo in sé. Ma ci avverte che, quando diventano idoli, quando prendono il posto di Dio, finiscono per schiacciare l’uomo invece che liberarlo.
Testimoni non imbalsamati
Leone XIV ha parlato a una Chiesa che deve smettere di avere paura. Niente più Vangeli imbalsamati nelle teche, niente più fede “da museo”. Siamo chiamati a “testimoniare”, ma davvero. Con gioia, con coerenza, con la capacità di ridere anche di noi stessi. Perché sì, il cristiano può e deve essere ironico, provocatore, libero. Altro che debole o stupido: serve coraggio per andare controcorrente.
In un mondo che scarta, la Chiesa deve essere rifugio
Il Papa ha tracciato un identikit preciso dei mali moderni: perdita del senso della vita, crisi della famiglia, disprezzo della dignità umana. E ha indicato la medicina: una Chiesa che non esibisce palazzi, ma la santità del suo popolo. Una Chiesa che non s’impone con la forza, ma si propone con amore. Che non alza muri, ma costruisce ponti. Che non cerca il potere, ma si sporca le mani per servire.
Folli per amore
Papa Leone XIV, in fondo, ci ha lanciato una sfida: volete essere folli per amore di Cristo o schiavi del pensiero dominante? Volete credere solo a ciò che potete toccare — e che spesso vi sfugge — o affidarvi a una promessa più grande, più scandalosa, più vera?
La fede non è l’ultima spiaggia per i deboli. È il primo passo di chi ha il coraggio di vivere davvero.
Frasi più significative dell’omelia di Papa Leone XIV
- “Oggi la fede in Cristo appare come un’assurdità.”
- “La fede è considerata come una cosa per gente strana, debole, poco intelligente.”
- “Viviamo in un mondo che si fida solo di ciò che vede e tocca: la tecnologia, i soldi, il potere, il piacere.”
- “Gesù non convince: è troppo umile, troppo misericordioso, troppo crocifisso.”
- “Gesù piace solo se resta a distanza, magari in una bella cornice, su un altare dorato o in una frase da condividere.”
- “Quando però invita a seguirlo fino in fondo, a portare la croce, a vivere con onestà… allora tutti scappano.”
- “Il Vangelo è ancora luce nel buio, forza nella debolezza, speranza nella delusione.”
- “Anche oggi Cristo viene rifiutato in tante terre di missione, non solo quelle geografiche, ma anche quelle culturali e spirituali.”
- “La Chiesa non può permettersi di essere solo tollerata: deve essere annunciata.”
- “Non possiamo accontentarci di una fede privata, intimista, che non disturba e non accende.”
- “Il coraggio è dire: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.”
- “Io non voglio essere protagonista. Desidero sparire perché emerga Lui.”
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