“I Will Always Love You”, Whitney Houston. L’11 febbraio 2012 ci lasciava una delle voci più incantevoli di sempre

L’11 febbraio 2012, Whitney Houston ci ha lasciato. E mentre noi siamo ancora qui a cercare di emulare le sue note in macchina (senza successo, ma che importa?), lei ha lasciato un’impronta indelebile nella musica pop-soul. Per quelli che ancora non la conoscono, basta dire che se la voce di Whitney Houston fosse una pizza, sarebbe quella con tutti gli ingredienti possibili: estensione incredibile, controllo perfetto e un pizzico di dramma personale che ha trasformato la sua carriera in una montagna russa di emozioni e successi. Difficile non amarla. Ma cosa è successo a quella stella che, purtroppo, ha smesso di brillare così presto?

Whitney Houston
Foto: www.birikina.it

La voce che fece impazzire il mondo

Whitney Houston non era solo una cantante. Era una forza della natura. Nata a Newark nel 1963, proveniva da una famiglia di artisti di tutto rispetto: la mamma Cissy Houston, ex corista di Elvis Presley e Aretha Franklin, e la zia Dionne Warwick.

Di fatto, non avrebbe mai avuto problemi a farsi strada nel mondo della musica. Ma è la sua voce che ha fatto impazzire tutti. Con un’estensione che sfiorava le tre ottave, Whitney riusciva a passare dal mezzosoprano al soprano con una facilità che ci faceva venire il sospetto che fosse un robot dotato di microfono. Un microfono che, per inciso, le ha permesso di vendere oltre 200 milioni di dischi. Se anche una canzone di Whitney fosse la sua carta d’identità, sarebbe una di quelle che non ha mai bisogno di fare il check-in, perché è già famosa da sola.

La sua carriera da record: la regina dei Grammy e dei numeri da capogiro

Whitney ha iniziato a 22 anni, nel 1985, con il suo album di debutto che è diventato l’album più venduto di sempre da una cantante esordiente. Ma non solo. Nel 2006, il Guinness dei Primati le ha conferito il titolo di “artista più premiata e famosa di tutti i tempi“. Insomma, la donna che aveva tutto. Tranne forse un po’ di fortuna nella vita privata… ma questa è un’altra storia.

Non possiamo dimenticare The Bodyguard (1992), il film che le ha permesso di brillare anche come attrice. La sua colonna sonora ha venduto circa 42 milioni di copie, una delle più vendute nella storia della musica. E I Will Always Love You? Beh, quel brano non è più solo una canzone. È un’istituzione.

La sua vita privata: quando l’amore fa più male delle droghe

Se pensate che la vita di Whitney fosse tutta rose e fiori, vi sbagliate di grosso. La sua carriera è stata segnata da alti vertiginosi e da alcuni momenti di fortissimo disagio. Il matrimonio con Bobby Brown nel 1992 è stato una vera e propria soap opera, ma purtroppo con tanto di problemi di droga e violenza.

La nascita della figlia Bobbi Kristina nel 1993 non ha migliorato le cose, e il divorzio è arrivato solo nel 2006. Nonostante tutto, Whitney aveva un supporto chiamato Robyn Crawford. Una relazione che è stata tanto turbolenta quanto misteriosa, e che è stata raccontata nel libro A Song For You, portando alla creazione del biopic I Wanna Dance with Somebody del 2022.

Il declino: quando la musica non basta più

Dopo il suo album del 2009, I Look to You, che ha venduto 3 milioni di copie, la sua carriera sembrava lontana dai fasti degli anni ’90. Le sue performance live mostravano segni evidenti dei suoi tormenti interiori: voce incerta, corpo sempre più fragile. Cosa che non ha impedito a Whitney di fare un tour mondiale, ma purtroppo l’ombra delle sue dipendenze era sempre presente. Poi, l’11 febbraio 2012, la notizia del suo decesso ha sconvolto il mondo intero. Un mix fatale di droghe, alcol e farmaci le ha tolto la vita, lasciando i fan senza parole e i critici a riflettere su quanto fosse tragico che una stella così brillante si fosse spenta troppo presto.

Anche se la sua vita non è stata una favola, una cosa è certa: I will always love you, Whitney.